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SAVONABARCELONA
Architettura: piccolo raffronto, a metà tra il serio e il faceto, tra il
modernismo barcellonese e il liberty savonese
PRIMA
PUNTATA
di Massimo Bianco
Questa settimana giochiamo un po’. Chi scrive non è certo un architetto
né tanto meno un critico d’arte e può fare solo raffronti semi seri,
permettetegli però di portare un po’d’acqua al mulino della sua città,
la bistrattata Savona, più meritevole di quanto possa sembrare a prima
vista. Pochi si rendono, ad esempio, conto che Savona è uno dei
principali centri italiani del liberty, stile sviluppatasi per un breve
periodo, tra fine ‘800 e primo ‘900.
Le principali località in cui si è espresso il liberty italiano
sono Torino, Milano, Viareggio e poche altre, mentre però le succitate
località si sono guadagnate piena considerazione, i palazzi liberty
savonesi sono sistematicamente ignorati. Eppure un suo posto ben preciso
nel genere Savona se lo è guadagnato. Avrà probabilmente contribuito a
questo oscuramento la cronica incapacità dell’ambiente politico e
culturale locale a valorizzare le proprie ricchezze. Non mi risulta, ad
esempio, che siano mai stati pubblicati testi sul liberty savonese, a
eccezione di una tesi di laurea incentrata specificamente sul Palazzo
dei Pavoni. Nemmeno da internet sono saltate fuori trattazioni
sistematiche e meno male che il mito della rete sostiene che vi si può
trovare di tutto.
Prima di approfondire l’argomento occorre però una spiegazione sul tema
trattato. Cos’è dunque il cosiddetto stile Liberty o stile floreale, la
cui variante sviluppatasi a Barcellona prende il nome di Modernismo
mentre in Francia è noto come Art Nouveau e altrove con ulteriori
denominazioni? |
In base a quanto sostengono trattati specialistici di arte e
architettura: nell’ambiente spersonalizzato e cupo della città
industriale, esso si contrappone all’imitazione stilistica degli stili
passati, privilegiando nuovi elementi figurativi come la linea curva e i
motivi fitoformi.
Lo stile liberty cerca di restituire una dignità estetica allo spazio
urbano, una natura artificiale che si arrampica sugli edifici (foto) e
smorza la piatta uniformità della muratura circostante.
Gli esterni e
gli interni non hanno contorni rettilinei, le pareti risultano stondate
e finestre e balconi hanno forme variegate (vedasi ad esempio in questa
immagine un particolare di un palazzo torinese.) Quanto alle
decorazioni, esse si avvalgono di materiali e tecniche disparate, dal
ferro battuto, al mosaico,
allo stucco scolpito. Gli assunti su cui
questo stile si basa sono dunque il rifiuto degli elementi modulari prodotti in serie
e l’uso di una linea libera e sinuosa, con forme floreali e colori
vivaci.
La città forse più famosa al mondo circa il Liberty è Barcellona, che a
cavallo tra i due secoli vide letteralmente fiorire decine di palazzi
grazie al genio del suo caposcuola, Antoni Gaudì (1852-1926), autore di
riconosciute opere d’arte come lo straordinario “Park Guell”, oppure
come la fantastica ed estrosa “Casa Battlò”, capolavoro assoluto
di cui potete ammirare qui a fianco la facciata.
Non c’è stato però soltanto lui ad operare a Barcellona, ma anche altri
brillanti architetti, come Domenech i Montaner, autore di “Casa Lleò
Morera” e del “Palau de la musica Catalana” oppure come Josep Puig i
Cadafalch, che costruì tra le altre “Casa Amattler” e la “Casa de Les
Punxes”, che si possono ammirare lungo le strade di Barcel(l)ona; anzi
di Barcelò, per dirla, anziché in lingua italiana o spagnola, in un più
esatto catalano.
Pure lungo le nostre strade sorgono però numerosi
benché poco considerati edifici Liberty e anche Savona, nel suo piccolo,
ha un suo Gaudì. Si tratta dell’Architetto Alessandro Martinengo, nato
nel 1856 e morto nel 1933, autore di numerosi edifici cittadini. Un
altro architetto attivo all’epoca è stato Niccolò Campora (1861-1937).
Non mettetemi però in punta di tastiera paragoni azzardati, Barcellona è
e resta, grazie al suo modernismo, una delle città più belle e
artisticamente significative del mondo, da tal punto di vista senza
eguali. Con questo paragone intendo quindi solo sostenere come tuttavia
il liberty savonese non risulti insignificante.
Permettete allora, senza alcuna pretesa, per carità,
qualche piccolo, giocoso, raffronto, tra edifici modernisti di
Barcellona e liberty di Savona, iniziando da quello che vi propongo
oggi:
Cosa ve ne pare? Di primo acchito non mi pare così ovvio capire quale
edificio sia di Barcellona e quale invece di Savona. Da notare in
entrambi i palazzi la presenza di eleganti bovindi prospicienti, di
colonnine,
se si distingue bene appartenenti all’ordine corinzio o per
lo meno ispirate al corinzio, e di balconi accuratamente disegnati, in
un caso sia in muratura sia in metallo e quindi con un diverso elaborato
per ciascun piano,
nell’altro invece con
ringhiere solo in metallo.
Io trovo entrambi
gli edifici esteticamente fascinosi, voi no?
Per la cronaca, quello savonese, progettato proprio da
Alessandro Martinengo, è il primo raffigurato, sia nella foto d’insieme
sia nelle immagini dei singoli particolari. Lo potete trovare all’angolo
tra Via Paolo Boselli e Via dei Sormano, si chiama “Palazzo Maffiotti”
e chissà quante volte ci sarete passati davanti senza degnarlo di uno
sguardo. Andate ad ammirarlo di persona, se lo merita tanto quanto il
secondo edificio, che è appunto quello di Barcellona.
Per oggi basta così.
Il resto alla
prossima settimana.
Massimo Bianco
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