TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni


Il documento di Rifondazione comunista sulla crisi ed il suoi protagonisti

<Luci e ombre...

i nostri 4 anni in Provincia>

(Sipendio, doppio, del presidente Bertolotto compreso)

INTERVENTO CORNETTI

Nel 2004 Rifondazione, dopo anni di coerente opposizione alla Giunta Garassini, entrò nella coalizione a sostegno del candidato proposto da DS e Margherita. Una scelta importante fatta non solo per arginare la destra, ma compiuta sulla base di un programma di governo serio e avanzato.

Un programma che pose giustamente l'accento sulla necessità di ripensare lo sviluppo della nostra provincia, mettendo al centro il lavoro e i lavoratori, in un quadro di modello di sviluppo alternativo e sostenibile ponendosi al contempo l'obiettivo della bonifica, della tutela e della valorizzazione del territorio.

La forza e l'unità della coalizione uscita dalle urne del 2004 sono state però prima minate da un Consigliere che ha cambiato partito di riferimento poco dopo il voto e due anni dopo dall'uscita dalla maggioranza del gruppo del suddetto Consigliere riducendo ad una unità il margine di vantaggio numerico sull'opposizione.

A questo vanno aggiunte le costanti, imprudenti e inopportune dichiarazioni del Presidente della Provincia di Savona Marco Bertolotto che in questi quattro anni è passato dall'aumento della propria indennità mantenuto anche quando non più giustificato avendo ripreso l'attività lavorativa, alle continue aperture alla destra e gli attestati di stima nei confronti di Scajola. Dai continui attacchi al nostro partito indicato come il partito del no, il partito degli "approcci ideologici" alla pesante critica all'Università. Dall'attacco frontale alla Valbormida e ai valbormidesi, all'elogio alle Ronde Padane. Per non parlare del capitolo autocandidature da quella per il Parlamento all'ultimatum per la Provincia mal gestita dal partito di appartenenza del Presidente. Abbiamo vissuto così situazioni di grave disagio e difficoltà di confronto, anche se ormai abituati al costume generale delle esternazioni di posizioni posizioni personali non concordate oggetto di successive smentite e peregrine interpretazioni.

In questa situazione non tutto il programma è stato attuato. Estremamente positiva la modernizzazione e la riorganizzazione del ciclo integrato dei rifiuti con l'adozione e l'approvazione del Piano, così come la realizzazione del Polo scolastico di Albenga nel sito della ex caserma Turinetto. Polo scolastico da lungo tempo atteso dalla comunità ingauna. O ancora l'assunzione di larga parte dei precari dell'Ente tema sul quale ci siamo particolarmente impegnati.

Disattesi completamente, invece, i punti programmatici riguardanti il rilancio industriale fondato sull'innovazione, capace di rispettare l'ambiente; diversi interventi sulla centrale di Vado Ligure; il potenziamento dei collegamenti ferroviari, finalizzato ad assorbire quote significative di traffico merci e il collegamento con il basso Piemonte per non parlare della tutela e valorizzazione delle risorse idriche, con il riconoscimento dell'acqua quale bene comune e patrimonio dell'umanità. Solo per citarne alcuni che riteniamo particolarmente significativi.

Si è giunti così alle prese di posizione del Presidente con l'ufficializzazione della sua corsa solitaria alle prossime elezioni e all'adesione alla lista "Altra Savona", azioni di rilevanza politica-istituzionale che hanno sancito lo strappo definitivo con l'intera coalizione.

Consci che arrivare a fine mandato sarebbe stato impossibile, poco più di un mese fa, abbiamo unitamente alle altre forze di maggioranza, tracciato un percorso indicando alcune priorità tra queste la variante al Piano provinciale dei rifiuti e il trasporto pubblico locale. Il Presidente ha esplicitamente risposto in senso negativo e anziché dimettersi come avrebbe dovuto visto che nel 2004 venne eletto in una coalizione di centrosinistra quindi né apartitica, né trasversale come si dichiara egli oggi, ha rilanciato con altre priorità programmatiche, del tutto legittime, ma incompatibili con le nostre posizioni: penso ad esempio all'Albenga-Predosa, un'opera che avrebbe forti ripercussioni ambientali soprattutto nella tratta Albenga, Garessio, Ceva; alla piattaforma Maersk che ad oggi non fornisce sufficienti garanzie sotto il profilo occupazionale a fronte di sicure ripercussioni ambientali e sulla qualità della vita dei vadesi o infine alla privatizzazione dell'aeroporto di Villanova d'Albenga che fermo restando la tutela dei lavoratori è oggettivamente inutile.

La coalizione avanza delle priorità, il Presidente, il cui voto è indispensabile in Consiglio per avere la maggioranza, ne rilancia altre. Una provincia, quindi, che tra veti incrociati e posizioni ondivaghe rischia concretamente la paralisi a totale danno dei cittadini.

La seduta di oggi del Consiglio provinciale ci chiama ad esprimerci su una mozione programmatica fortemente voluta dal Partito Democratico incentrata sulla variante al Piano provinciale dei rifiuti con particolare riferimento alla discarica in località Passeggi.

Il nostro partito, a contrario delle altre forze di maggioranza, non ha sottoscritto quella mozione per due motivazioni chiare e semplici riguardanti il metodo e il merito dell'iniziativa. Primo. Non abbiamo mai condiviso il percorso suggerito dal PD perché lo abbiamo sempre considerato poco lineare. Se l'esperienza è finita perché non assumersi la responsabilità e preparare una mozione di sfiducia? Secondo. La mozione programmatica di oggi è monca in quanto non affronta il complesso del problema rifiuti e accantona parallelamente gli altri punti programmatici che come coalizione avevamo indicato al Presidente. Voteremo comunque quella mozione in quanto, almeno, risponde ad un problema del territorio e riteniamo utile e doveroso nei confronti dei cittadini che con noi si sono riconosciuti nel programma del 2004 sostenere questo estremo tentativo di realizzarne, nonostante tutto, un punto fondamentale che lo caratterizza in una complessiva filosofia di "sinistra".

Ma la cesura del patto politico è per noi preminente. Con il voto di oggi potrebbero verificarsi i seguenti scenari: la mozione passa con il voto del Presidente, ma la convivenza, anche in questo caso, sarebbe per noi comunque impossibile; la mozione passa senza il voto del Presidente. Come può esistere una maggioranza senza il voto del suo Presidente? La mozione non passa. L'attuale maggioranza non esiste più, ma il Presidente potrebbe trovarne una diversa in Consiglio.

Oggi rischiamo, quindi, di avere un Presidente senza maggioranza o una maggioranza senza Presidente.

Quella che abbiamo di fronte è una sconfitta per tutti. Per il Presidente, per la coalizione e per il nostro partito che aveva giustamente investito in un progetto politico e di governo del territorio che doveva e avrebbe potuto essere realmente alternativo al centrodestra.

Per questo, come deciso in piena sintonia con il nostro partito, indipendentemente dall'esito della votazione di oggi il nostro gruppo, coerentemente con quanto detto, non ritiene di poter proseguire il mandato in una maggioranza che nel corso del tempo si è spostata più a destra tradendo il mandato degli elettori.