«Chi si
specializza, lavoro lo trova» |
l'occupazione secondo
il direttore dell'unione industriali
Luciano Pasquale nega che a Savona la fabbrica non tiri più e
invita i giovani a qualificarsi |
IL SECOLOXIX |
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savona. «La situazione sul rapporto tra i giovani
savonesi e il mercato del lavoro mi sembra meno
tragica di quanto emerso dai dati delle Agenzie di
lavoro interinale. Anche se è innegabile che, nel
nostro settore, il problema lo abbiamo sugli operai
specializzati...».
Il direttore dell'Unione Industriali della Provincia
di Savona, Luciano Pasquale, corregge leggermente il
tiro rispetto alla poca propensione di applicarsi in
particolar modo nell'industria da parte dei giovani
e meno giovani del nostro territorio.
Secondo il dirigente non sono pochi i giovani di
buona volontà che scelgono la strada
dell'occupazione in fabbrica.
Il problema è semmai che sono troppo pochi. Anche
per una questione, per così dire, di tipo
"culturale".
«L'industria savonese, e sono dati aggiornati allo
scorso mese di gennaio quindi recenti - prosegue
Pasquale - occupa, nelle aziende con oltre 50
dipendenti, circa 6 mila persone. E il 41% di questi
sono diplomati. Se aggiungiamo anche i laureati la
percentuale va oltre il 50%. Complessivamente
l'industria dà lavoro a 12 mila persone nella sola
industria a cui se ne aggiungono 7-8 mila
nell'edilizia. E' utile sottolineare che il 90% di
tutti questi hanno contratti a tempo indeterminato.
Se quindi certe occupazioni sono percepite come meno
appetibili di altre, è anche per come sono state
fatte percepire alle persone fin dall'inizio. E' per
questo che da anni stiamo facendo un'opera di
raccordo tra industria, scuola e famiglie. Va fatto
capire che la specializzazione tecnica è una risorsa
importante, specie nel nostro territorio, e non un
banale ripiego».
A fare anche da "deterrente" all'idea di
intraprendere l'occupazione nel settore industriale
sembra pesare poi un altro aspetto.
A partire dalla scuola per finire all'incertezza del
domani l'industria paga un certo pregiudizio da
parte dei giovani. Savona sembra sempre fare più
rima con turismo e terziario invece che con realtà
industriali consolidate. Finire in fabbrica, in
definitiva, rischia di apparire quasi anacronistico.
«Ma è sbagliato perché le realtà industriali ci sono
e danno occupazione a tanti - conferma il direttore
dell'Ui savonese -Â? nell'industria si entra con un
contratto a termine e poi si passa al tempo
indeterminato quasi sempre. E' ormai un percorso
assodato. La difficoltàè semmai reperire diplomi
specifici e conciliare i percorsi scolastici con i
bisogni della stessa industria. Si sta rivelando
un'esigenza sempre più manifesta. L'industria offre
buoni posti di lavoro a differenza, ad esempio, del
terziario in cui la precarietàè molto forte e si
ripete ciclicamente. Il problema è che l'industria
rischia nel medio termine di non soddisfare il
bisogno di manodopera che ha. E i percorsi formativi
sono ancora troppo sbilanciati a scapito dei
tecnici».
Che la richiesta del mercato savonese sia
indirizzata tutta in quella direzione dovrebbe
costituire un incentivo non indifferente per chi,
come è emerso dal sondaggio tra le agenzie
interinali, difficilmente desidera abbandonare il
territorio o spostarsi.
«Rischiamo già adesso un deficit di diplomati
tecnici nei prossimi anni Â?- prosegue il dirigente
- periti e ingegneri elettronici, meccanici e
chimici e, nel terziario, ragionieri, sono sempre
più richiesti. Si rischia però di avere un'offerta
di lavoro troppo grande anche per permettere il turn
over di chi andrà in pensione nel giro di poco
tempo. Un'esigenza che si potrà ingigantire se
partiranno alcuni progetti come Piaggio e Maersk.
Tra l'altro questo è un mondo in cui, anche in un
momento di crisi generale, le aziende possono andare
bene o meno bene. Non bene o male senza via
intermedia».
Quale soluzione è possibile oltre quella di
abbattere alcune preclusioni nei confronti del campo
della tecnica?
«Noi abbiamo già lanciato cinque iniziative nelle
scuole per avvicinare i giovani all'industria Â?-
conclude Luciano Pasquale - un modo per aumentare la
coscienza stessa dei processi che portano alla
produzione delle cose che si utilizzano nella
realtà. Ovvio che se si sogna di diventare regista
cinematografico il lavoro a Savona difficilmente si
potrà trovare».
Raffaele Di Noia
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