E’
ora di dire basta ad un progressivo degrado della nostra città, non
conseguente alla semplice trascuratezza ma dovuto all’appropriazione
di un bene comune quale quello dello spazio cittadino!!
Il Comune ha investito ingenti risorse
per abbellire la città: il rifacimento di Piazza d’Alaggio e il
recupero della fascia intorno al porto sono costati circa 2 milioni
di euro ed ogni giorno un nuovo dehor arriva ad imbruttire
l’ambiente appena recuperato.
E questi dehors oltre ad essere brutti
sono anche in gran parte illegali.
Ricordiamo le norme cui si devono
attenere i dehors, contenute nel Piano regolatore, nel regolamento
edilizio e nell’accordo tra Comune ed Autorità portuale:
Piano
Regolatore: i dehors devono avere una dimensione massima di
50 mq e devono essere realizzati con materiale trasparente; la
copertura deve essere in tela e devono essere posizionati entro le
proiezioni ortogonali dell’esercizio. Invece si tollerano stanzoni
chiusi che invadono gli spazi vicini.
Regolamento
comunale
(canone): l’area
computata ai fini della tariffa è quella effettivamente occupata
(con fioriere ecc.), invece si vede il dehor che cresce
continuamente di dimensione, da un anno all’altro; ma certamente il
canone resta quello iniziale.
Regolamento
edilizio: il tamponamento deve essere realizzato in
materiale trasparente; non deve costituire intralcio al passaggio
veicolare e pedonale. Invece vediamo dei marciapiedi ridotti a
sentieri o addirittura tagliati da un passaggio chiuso tra il dehor
e l’esercizio.
Accordo
Comune Autorità Portuale
relativo alla zona della
Darsena: sono ammessi solo dehors di tipo aperto; in essi il
parapetto non può superare 1 metro; sono vietate le coperture in
vetro, plexiglass e pannelli opachi. Invece vediamo l’esatto
contrario: stanzoni chiusi
Tra i responsabili di questo scempio
dobbiamo anche ricordare i membri della
Commissione Edilizia
che devono vigilare su quanto sopra e sul “corretto inserimento
ambientale” (Art. 33). Perché non lo fanno?
Come si vede passeggiando, quasi tutti
i dehors non rispettano queste prescrizioni ma nessuno in Comune si
preoccupa del dilagare dell’illegalità.
Perché il Comune, al contrario degli
altri comuni della Riviera, tollera questo continuo e squallido
abuso, motivato solo dalla ricerca di un extraprofitto da parte
degli esercizi commerciali, a spese della collettività?
Roberto Cuneo