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La camera di Commercio aveva pubblicato due schede nel 2002

Alluvioni e mappa dei rischi

Chi pagherà i danni?

In Rai le immagini sconvolgenti di Capoterra (Sardegna). In provincia di Savona stiamo peggio, ma l’attuale dirigenza del Pd tace, tace, tace

               di Luciano Corrado

 

Savona – Troppo astio, troppe polemiche, troppo estremismo sul cemento in provincia di Savona? E soprattutto sul ruolo del Pd (ex comunisti, ex democristiani, ex Margherita), in particolare del suo attuale gruppo dirigente, con i rappresentanti liguri in Parlamento, in Regione, in Provincia, nei comuni (con posizione di responsabilità diretta come a Savona o dai banchi dell’opposizione).

 Nel Pd c’è chi porta avanti la strategia della delegittimazione (quasi abituale nel defunto Pci) e chi,  in buona fede, ascolta (e condivide?) le tesi dell’apparato “pro cemento” (in nome di un falso sviluppo). Sviluppo drogato che, tutto sommato, porta voti e potere. La stampa più letta e forte è dalla loro parte.

A tutti sottoponiamo, come in altre circostanza, documenti, documentazione, interrogativi.  Questa volta sullo stato idrogeologico. Sulle frane in agguato anche in aree edificabili. Sugli interventi previsti e realizzati.

Ai dirigenti del Pd che vorrebbero anche da Trucioli Savonesi e Uomini Liberi un’informazione mielosa, in linea con l’assordante silenzio (e senza inchieste giornalistiche martellanti) della carta stampata (con rare e saltuarie eccezioni) e delle televisioni, chiediamo ancora una volta  se trattasi di una montature, falsità, esagerazioni, elucubrazioni. E non articoli documentati.

Facciano sapere, se lo ritengono utile e doveroso, ai cittadini savonesi, cosa potrebbe accadere in molte zone della nostra provincia in caso di alluvione, di esondazione di fiumi, torrenti, molti ingabbiati, cementificati. Qual è la reale situazione geologica a seguito del protrarsi delle colate di mattoni e calcestruzzo che hanno ricoperto migliaia e miglia di metri quadrati, un tempo coltivati.

Rispondiamo citando e chiedendo un commento (non in politichese), ma nei fatti, alla trasmissione di Rai 1, dopo le 8,30 di ieri mattina, sabato primo novembre.

La Rai (che non risulta essere sponsor di Beppe Grillo, degli ambientalisti, dei Verdi e che ha ai suoi vertici, nel consiglio di amministrazione, esponenti del Pd, ex Pci, come Petruccioli e Rognoni, già direttore de Il Secolo XIX), quella Rai  1 moderata ed attenta, ha messo in onda un programma-testimonianza dopo quanto accaduto a Capoterra, provincia di Cagliari, pochi giorni fa. Ha testimoniato, in studio, uno degli abitanti, Giancarlo Corradetti. Hanno parlato il sindaco e gli ex sindaci. E’ emerso in modo inequivocabile il primato assoluto degli affari sugli interessi collettivi.


Alluvione a Capoterra

Tutti hanno convenuto – ed accade non da oggi in questa Provincia? – che si può costruire grazie a piani regolatori e a scelte urbanistiche volute dai politici e dal potere di turno; che si possono costruire case in modo legale, ma sostanzialmente scellerato. Si, scellerato, senza rispetto del territorio, senza tenere conto dei rischi, della violenza fatta all’ambiente naturale. Le conseguenze future.

 Capoterra, la provincia di Savona, la Liguria: l’esempio di come non si dovrebbero costruire milioni di metri cubi, moltiplicando gli insediamenti abitativi, grazie al circuito perverso della burocrazia, della politica compiacente, di interessi trasversali di gruppi.

Quei cittadini di Capoterra in lacrime, rovinati dall’alluvione, feriti nel “bene casa” andato distrutto.

Quei cittadini in tivu, su Rai uno, con le lacrime agli occhi, chiedevano e si chiedevano: <Chi e perché ha permesso questo disastro immane!>.

Si può chiedere al Pd, ai suoi dirigenti savonesi che si sentono offesi dagli attacchi di una minoranza che non si rassegna, chi e perché vuole trascinare nel baratro il territorio savonese, messo a gravissimo rischio (documentato e ignorato con pervicacia)  da possibili alluvioni?

La Rai ha documentato che a Capoterra, come è accaduto in questa Provincia, ma anche nell’imperiese dove però i Pd non fanno la politica dello struzzo, essendo all’opposizione quasi ovunque, si è costruito troppo e in zone in cui per la presenza di corsi d’acqua e per la morfologia dei terreni, non si poteva costruire. Era saggio non ricoprire di cemento. La natura prima o poi si vendica, come avviene per il mare “ingabbiato”.

Capoterra, un paese di settemila abitanti (primi anni ottanta) che si è ingigantito fino ad ospitare 27 mila cittadini. In provincia di Savona abbiamo un record di 137 mila alloggi vuoti, oltre a migliaia di altre seconde case con residenti di comodo. Inoltre, nessuno è in grado di dire quanti siano i vani abitabili.

A Capoterra ci hanno descritto, senza enfasi, come siano stati “ignorati” nella sostanza i piani alluvionali di aree un tempo prevalentemente agricole e poi lottizzate. Ci hanno descritto come le lottizzazioni ignorino piogge e rischi alluvioni. Gli allagamenti sono all’ordine del giorno (non accade forse proprio così anche nelle cittadine rivierasche?). Ci sono gli archivi  giornalistici a descrivere, a fotografare i disastri.


Gianfranco Bologna del WWF
Abbiamo ascoltato ex sindaci di Capoterra che rilasciarono quelle concessioni edilizie, giustificarsi: <Se il Comune ha deciso di rendere edificabili delle aree, vuole dire che erano stati previsti anche tutti i crismi della sicurezza. Il sindaco non è un tecnico. Non siamo cosi pazzi da mettere a rischio la vita nostra e dei cittadini, delle nostre famiglie. Non potete addossarci delle colpe>.
Quando è stato chiesto a due ex sindaci: <Bene, nessuno sapeva niente, nessuno aveva previsto  ciò che è accaduto, nonostante più di una voce avesse lanciato l’allarme, oggi chi paga i danni a questi cittadini che hanno perso la casa, il loro bene primario, hanno visto compromesso il loro futuro?>.

Ecco la stucchevole risposta dei sindaci?: <Pagherà lo Stato, la Regione…>.

Di fronte all’agghiacciante tragedia, non l’unica purtroppo, nè isolata alla Sardegna, di fronte al deficit ecologico, come ha denunciato nella stessa trasmissione tivu, Gianfranco Bologna del WWF, di fronte al dissennato uso del territorio, quale la risposta della dirigenza del Pd?

Sono informati i dirigenti savonesi del Pd (e i loro eletti nelle Istituzioni) che quanto accaduto a Capoterra, non è dissimile dallo stato in cui si trovano molte zone del territorio della provincia di Savona. Lo documentano gli atti, le pubblicazioni, le relazioni, i convegni di esperti (spesso smemorati). Conoscono la realtà o la ignorano (?) delle nostre aree agricole, delle fasce coltivate, sempre più trasformate in zone edificabili. Aree che hanno perso il ruolo di “spugna” durante le piogge e riversano a valle diluvi d’acqua.

Hanno mai percorso le strade della Provincia, dalla fascia costiera alla collina,  i dirigenti del Pd durante piogge persistenti (non è neppure il caso di attendere alluvioni). Strade trasformate in torrenti, che trascinano di tutto. Strade dove sono state persino incanalate e sboccano tubi, tombini, al seguito di centinaia di nuove costruzioni. Terrapieni, fasce, giardini, stradine laterali che “sputano” valanghe di melma.  Da ponente a levante, con situazioni grottesche. Un esempio per tutti, l’ex statale per Pieve di Teco. Nei territori di Albenga, Villanova, Ortovero, Onzo.

Esistono in provincia decine di aree dichiarate a “rischio idrogeologico” (vedi la mappa…), aree dove si sono spesi soldi pubblici, con interventi comunque incompleti (vedi….). Eppure si è continuato a costruire, nella “legalità”. Ad ampliare, a trasformare. Locali abitabili o destinati ad attività. Persino a ridosso o nelle vicinanze dei corsi d’acqua. Vedasi il Nimbato, a Verzi di Loano; il piccolo torrente che divide Loano e Borghetto,  il Varatella, il Maremola, il Torsero, ma solo esempi di una situazione estesa, abituale.

Tutto documentabile dalle immagini. Dallo stato dei luoghi. Attendiamo (nessuno lo augura) un’alluvione? La dichiarazione dello stato di calamità?

La dirigenza del Pd, con i suoi sponsor, con chi preferisce la “sordina” a verità sgradite, dirà all’opinione pubblica da che parte stava.

Rai 1, magari, ci riproporrà altre scene di disperazione, altre immagini di desolazione, altre catastrofi previste ed ignorate. Dalla provincia di Savona. Dalla provincia di Imperia. Dalla Liguria del duopolio Burlando-Scajola.

Chi ha voglia di documentarsi legga cosa scriveva, nel dicembre 2002, Savona§Economica, organo della Camera di Commercio.

Racconti l’allora esponente del Pds, Alessandro Scarpati, geologo di Alassio, già assessore in Provincia alla difesa del suolo, cosa è cambiato rispetto ad allora e cosa è stato o non è stato realizzato di quel programma “salva fiumi”, “salva territorio”, “salva frane”. La Provincia, il presidente Marco Bertolotto, con un altro geologo assessore di Rifondazione comunista, Mimmo Filippi, rendano noto quanto è stato speso di quelle somme sbandierate. Possono rassicurare i cittadini o stiamo peggio di Capoterra?

Luciano Corrado