La mozione che
incastra bertolotto |
provincia |
IL SECOLOXIX |
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nIL PD ha presentato ieri ufficialmente la mozione
programmatica sul Piano dei rifiuti che il 30
ottobre deciderà, in un senso o nell'altro, i
destini dell'amministrazione provinciale guidata da
Marco Bertolotto. La mozione è stata firmata dai
consiglieri del Pd (tranne Franco Delfino quale
presidente del consiglio) e da quello del Pdci
Francesco Montanaro: ci sono anche i nomi degli ex
consiglieri margherita Richeri e Buscaglia,
accreditati a lungo un po' da una parte, un po'
dall'altra. Il Prc, che avrebbe preferito una
immediata mozione di sfiducia, non ha apposto la
firma, ma lo voterà in consiglio. Così come, secondo
le ultime voci, faranno anche i due consiglieri
socialisti (da tempo all'opposizione di Bertolotto).
Se così sarà e se i ranghi si manterranno compatti,
la mozione dovrebbe avere i voti sufficienti anche
se il presidente Bertolotto votasse contro (13 a
12). Ma l'incertezza - compresa la scelta finale del
presidente - regnerà sino all'ultimo.
Ha spiegato ieri Maria Luisa Madini, capogruppo Pd:
«è venuto meno il patto politico, con questo
documento vogliamo verificare se tiene ancora il
patto amministrativo per arrivare sino e non oltre
il bilancio. Il piano dei rifiuti è stato un tema
centrali di tutta questa amministrazione, perché si
è arrivati alla sua approvazione, con una serie di
prescrizioni imposte dalla Regione».
«Il 12 giugno 2008 - è scritto nella mozione - la
maggioranza in presenza e con la condivisione del
presidente Bertolotto ha definito il programma di
fine mandato individuando alcune priorità e in
particolare l'integrazione del Piano provinciale dei
rifiuti, con l'aggiornamento dei siti idonei, alla
luce della proposta avanzata dal Comune di Savona e
con la realizzazione di una stazione di
trasferimento dei rifiuti nel Ponente». La mozione
ricorda poi che nel giugno 2007, il consiglio
provinciale ha approvato definitivamente il Piano
dei rifiuti, accogliendo le prescrizioni in merito
formulate dalla Regione. Prescrizioni che -
sottolineando forti dubbi sulla idoneità di
Cianciarin nell'Albenganese - chiedevano di
realizzare entro sei mesi uno studio di fattibilità
(obbligo non ottemperato) o di individuare un sito
alternativo. La mozione prosegue ripercorrendo la
mancanza di un'alternativa nel Ponente a Cianciarin,
lo studio di prefattibilità positivo per Passeggi e
il «pericolo di seri problemi». Il tutto impegnando
il presidente e la giunta ad approvare entro dieci
giorni la variante al Piano, con Passeggi; ad
avviare gli atti per la realizzazione della stazione
di trasferimento nel Ponente e quelli per lo studio
di fattibilità su Cianciarin.
A. G.
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