VADO LIGURE LA VICENDA DELLA CASA DI RIPOSO la stampa

Albisola Superiore

Fondazione Ferrero
esposto alla Procura

Il sindaco Parodi non si ricandida
«Dopo dieci anni è giusto lasciare»

E una cooperativa avvia le procedure di pignoramento
VADO LIGURE
Il Comune di Vado Ligure ha presentato un esposto alla procura della Repubblica sulla vicenda Ferrero i cui dipendenti sono dallo scorso luglio in attesa dello stipendio ma continuano a lavorare per garantire l’assistenza dei 130 ospiti della casa di riposo. Non solo. Una delle cooperative che vanta un credito di 330 mila euro ha avviato le procedure di pignoramento. Un’azione civile alla quale presto potrebbero ricorrere altri creditori.
Sono gli ultimi sviluppi della storia della casa di cura di Vado che da tempo è nell’occhio del ciclone. Il sindaco Giacobbe il 22 settembre aveva emanato un’ordinanza con cui revocava la concessione del servizio alla Ferrero, stabilendo al tempo stesso che le cooperative di servizi dovevano continuare a garantire l’assistenza agli anziani della casa di riposo. I dipendenti delle cooperative quindi hanno continuato a lavorare anche senza stipendio. Sulla facciata della casa di cura, però, è stato affisso un manifesto a caratteri cubitali che dice: «Il volontariato va bene ma non nell’orario di lavoro». Uno slogan significativo del crescente malessere che sta vivendo il personale. L’immobiliare Cordea aveva acquistato il complesso dalla per una cifra molto rilevante (42 milioni più Iva) e la Fondazione Ferrero si era impegnata a pagare un canone di affitto di 3 milioni l’anno per 15 anni. La scorsa estate però la Fondazione ha rescisso il contratto spiegando che dei 300 posti letto della casa di riposo, solo meno della metà sono occupati. Una situazione che creato una sproporzione fra entrate e uscite. Per questo la Ferrero ha annunciato che entro il 31 ottobre cesserà ogni attività. Nel frattempo i proprietari dell’immobile stanno trattando con varie società interessate a subentrare nella gestione. Pare che siano almeno due le società pronte a prendere il posto della Ferrero. Lionello Parodi non si ricandida a sindaco e nel 2009 uscirà dalla scena politica di Albisola Superiore, pur restando nel Pd. Parodi è al suo primo mandato, avrebbe quindi potuto riproporsi per il secondo quinquennio. «Rinuncio a malincuore. Essere sindaco di un paese di 11 mila abitanti e ricoprire il ruolo di medico (Parodi è direttore di Medicina interna per le cure intermedie del San Paolo), può essere compatibile solo per un periodo limitato. E’ stato giusto occuparsi della “cosa pubblica” per dieci anni, comprendo anche il precedente incarico da vice di Giovanni Durante, ma è un impegno non indifferente. Ora è corretto lasciare il posto ad altri», ha spiegato il primo cittadino. «Nella mia professione sarebbe inattuabile l’aspettativa: il medico necessita di continui aggiornamenti. Resto a completa disposizione del Pd, senza però candidarmi in altri ruoli di assessorato o consigliere. Sarei "scomodo" e non servirebbe a nulla», ha concluso Parodi.