Intervista
LA STAMPA

Il presidente
Bertolotto

ERMANNO BRANCA

“Rischiamo di perdere
milioni di finanziamenti”

SAVONA
«Sono stato eletto per governare; se vogliono mandarmi a casa, possono farlo ma a dimettermi non ci penso». Dopo l’ultimo vivace scambio di idee in giunta, il presidente Bertolotto non ammaina bandiera e si prepara ad affrontare la battaglia in Consiglio sulla mozione programmatica con cui il centrosinistra gli detterà le condizioni per restare al governo, al massimo fino a gennaio.
Presidente, come risponderà alla mozione della sua maggioranza?
«Non lo so. Finora nessuno si è premurato di farmela leggere. Penso che se fosse una mozione programmatica, dovremmo concordarne insieme i contenuti. Ma forse il documento mi verrà presentato in Consiglio sperando che lo respinga e che poi ci sia la scusa per presentare una mozione di sfiducia».
E di fronte a una mozione di sfiducia come penserebbe di comportarsi?
«Sono stato eletto dai savonesi per governare cinque anni. Il programma mi pare che lo stiamo rispettando e vorrei quindi portare a termine il mandato. Però in Consiglio posso contare solo sul mio voto e se la maggioranza vuole mandarmi a casa è libera di farlo, assumendosene la responsabilità».
Quando parla di responsabilità a che cosa si riferisce?
«Mi pare che la congiuntura economica internazionale e italiana non consentano a nessuno di scherzare. In termini medici, è come se di fronte a un paziente che soffre di una grave emorragia, decidessimo di togliergli anche le poche gocce di sangue che invece potrebbero arrivargli. Nel caso specifico, sono in gioco una sessantina di milioni, fra i 17 milioni di investimenti previsti nel bilancio, i 10 del polo scolastico di Albenga, i 15 stanziati dalla Regione per il depuratore di Albenga, i 10 per il recupero dei centri turistici e i 6 delle energie rinnovabili. La rinuncia a redigere il bilancio e l’arrivo del commissario significherebbero bloccare gli ultimi sei mesi di questa amministrazione e i primi sei della prossima. Mi pare che non sia il momento di fare giochetti».
Scusi presidente, allora perchè non approva la discarica di Passeggi, che mi pare sia una delle poche condizioni poste dai suoi alleati?
«Non sono contrario a priori alla discarica di Passeggi. Dico solo che è una questione distinta rispetto al Piano dei rifiuti che abbiamo realizzato negli anni precedenti. Quel piano è basato sulla raccolta differenziata e ha caratteristiche di tutela ambientale molto spinte, che del resto erano a fondamento del programma del centrosinistra. La discarica di Passeggi è un nuovo progetto industriale per smaltire rifiuti su vasta scala, con impianti aggiuntivi e per utenti che probabilmente arriveranno da Savona, Genova e Imperia. Dico che può andare bene ma deve passare con la nuova legge che la Regione approverà fra una settimana».
Il Pd sostiene invece che lei blocca la discarica per lasciarsi una porta aperta con il centrodestra. Lei che risponde?
«Dico che non faccio favori a nessuno e che non sono contrario a Passeggi. La nuova discarica però deve essere approvata a parte e non inserita con un blitz nel Piano dei rifiuti».
Il Pd sostiene anche che se lei rinunciasse alla lista civica in competizione con il partito, potrebbe termimare il mandato. Cosa fa, a questo punto rinuncia?
«Mi presento con una lista civica che non sta nè contro il Pd nè contro il Pdl ma dalla parte della gente che credeva in me e che avrebbe voluto che io fossi ricandidato. In quest’ottica non c’è spazio nè per alleanze future nè per veti ideologici».
Per concludere, come si comporterà nel Consiglio del 28 ottobre?
«Combatterò per portare a compimento il mandato. La gente non capirebbe perchè in un momento di crisi, anzichè lavorare, ce ne andiamo a casa».