TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni La “casta” conosce la memoria corta degli elettori. E’ sempre carnevale!Le Province?
Con la Lega Nord come farsi
mantenere a vita Il ministro Maroni vuole invece abolire Comunità Montane, consorzi, enti parcoCostano un
patrimonio e producono soprattutto per pagare stipendi e spese di
funzionamento. I dipendenti sarebbero assai più produttivi in
settori della Stato paurosamente carenti di personale, come la
Giustizia (da terzo mondo), gli Ispettorati del Lavoro, alcuni
settori delle Asl addetti ai controlli e alla prevenzione sulla
salute.
Bobo Maroni,
ministro dell’Interno leghista, che i savonesi conoscono per le sue
passate frequentazioni in quel di Varazze; che molti giornalisti del
Secolo XIX conoscono bene per aver firmato costosi prepensionamenti
a carico dei contribuenti quando era ministro del Lavoro, il nostro
Bobo, dicevamo, un giorno si e l’altro pure cerca di farci credere
di aver risolto il problema degli sbarchi dei clandestini. Proprio
lui ha reso noto: <Le Province devono restare, le prevede la
Costituzione italiana>. Ed ha promesso, sempre lui che suona la
chitarra per hobby, di voler far applicare fino in fondo la riforma
del 1999 che ha introdotto gli uffici territoriali di governo (Utg)
al posto delle Prefetture. Attenzione
Maroni, con quella riforma, ha scritto Eugenio Bruno su
Il Sole 24 Ore di sabato 11 ottobre <propone l’abolizione di enti
intermedi come le comunità montane, consorzi, enti parco…>. I professionisti della politica, tanto invisi a Berlusconi (che però parla solo di comunisti), si annidano sempre più numerosi oltre che in Parlamento, nelle Regioni, nelle Province, nei Comuni (maggiori) perché sanno di sbarcare il lunario con stipendi che altrimenti si sognerebbero. E per qualcuno: “la politica ci fa ricchi”. Il richiamo, i solleciti, gli inviti (sinceri?) di Berlusconi, della sinistra (Veltroni), della destra (Alemanno, neo sindaco di Roma, più volte ministro di Alleanza Nazionale, ex missino), lasciano indifferenti i seguaci savonesi, imperiesi. Sanno che i cittadini se non si toccano direttamente nei portafogli, tirano a campare? Al massimo sono delusi e sfiduciati. Non credono più nulla. E’ lo sfascio di un popolo che sta toccando il fondo. Dove il primo partito sono gli evasori fiscali (120 miliardi di euro l’anno) dice l’Istat. Il secondo partito sono i pregiudicati (8-9 milioni) con la fedina penale macchiata. Il terzo partito: chi ha prendenze con la giustizia e la teme, preferisce amnistie e condoni (altri svariati milioni). Per chi votano tutti questi cittadini non è poi cosi difficile indovinarlo. Perché si dovrebbe cambiare la classe politica del Paese, meglio di cosi non può andare. C’è sempre chi deve pagare le tasse fino all’ultima lira. Chi fa il suo dovere nella vita e nella professione. Chi fatica davvero e si sacrifica per campare. Chi vive di privazioni, rinunce, umiliazioni. Poveri illusi
quelli si battono per l’abolizione delle Province. Anche se sono
personaggi stimati, autorevoli per lo spessore culturale.
Gianfranco Fabi, neo direttore di Radio 24 ha scritto,
sempre l’11 ottobre dalle colonne de Il Sole 24 Ore: <Tagliare la
spesa pubblica. Uno slogan, un ritornello, un modo di dire. Ancora
più raramente una decisione esecutiva, capace di incidere sul fiume
dei costi di gestione degli apparati statali.
E, cosi, una Paese come l’Italia si trova ad essere per metà
gestito direttamente dallo Stato che ingoia ormai il 50 per cento
del prodotto interno lordo. E per l’altra metà soggetto a vincoli,
autorizzazioni, procedure, permessi, oneri indiretti, concessioni,
tributi…Le Province come struttura politica sono tra le entità la
cui abolizione non solo aiuterebbe ad abbassare il livello di spesa
pubblica, ma faciliterebbe anche il rapporto
costruttivo e di fiducia tra i cittadini e la politica. E non
solo e non tanto per l’onere di gettoni e indennità che spettano a
consiglieri, assessori, presidenti, quanto per il fatto che ognuno
di loro è un centro di costo, un moltiplicatore di benemerite
iniziative, un attivista dedito a consolidare il consenso per
garantirsi una tranquilla rielezione>. La forza degli
argomenti, dei dati, dei riferimenti, più che opinioni. Si potrebbe
aggiungere la forza del buon senso. Certo ci
saranno pure strutture provinciali efficienti, che ricoprono un
ruolo importante tra gli enti locali. Non è il caso, dati alla mano,
delle Province di Savona ed Imperia. Basti pensare soltanto al
drammatico problema irrisolto dei rifiuti, il loro costo anche in
termini ambientali, oltre che di tasse per i cittadini, le attività,
le imprese. E ancora
l’influenza della Province sul mercato politico dei sottoenti, con
cariche remunerate, con consulenze agli amici degli amici, con
assunzioni clienterali. Abbiamo scritto, senza essere smentiti, che
almeno il 90 per cento degli impiegati della Provincia di Imperia
non ha fatto un concorso pubblico. Record italiano, con alcune
province della Sicilia, della Calabria e della Campania. Siamo in un
momento di grave crisi per milioni di famiglie. Non si parla più del
taglio dei costi della politica, riducendo parlamentari, consiglieri
regionali e comunali, abolire le Province o almeno, secondo alcuni (Carlo
Carboni su Il Sole 24 Ore) eliminarle nelle aree metropolitane e
nelle piccole regioni (compresa la Liguria?). Il federalismo fiscale dovrebbe partire proprio da qui e da subito. Ma ecco che la Lega Norddel “Roma ladrona” manda a dire: <Le Province non si toccano>. I leghisti liguri ubbidiscano e stiano zitti. Al massimo facciano un po’ d’aria. |