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Ci risiamo, dopo la feroce
speculazione edilizia degli anni ’60 e ’70, il ponente ligure sembra
cadere preda di un nuovo e altrettanto barbaro assalto palazzinaro,
perpetrata de ecocriminali travestiti da professionisti e amministratori
pubblici. Il mondo sta attraversando una stagione di grave crisi
economica che coinvolge direttamente proprio le attività edilizie, a chi
giova dunque tutto ciò? In base a una ricerca svolta una ventina di anni
fa, la provincia di Savona era risultata la più boscosa d’Europa e tale
deve restare: giù le mani dal nostro
entroterra!
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La nostra
riviera porta ancora i segni della precedente invasione barbarica:
file di palazzine e palazzoni, villini e villone a due passi dal
mare o sulle colline prospicienti, che hanno deturpato
irrimediabilmente paesaggi un tempo magnifici. Basti pensare, giusto
per limitarsi a qualche esempio topico, ai raccapriccianti edifici
rivieraschi di Borghetto Santo Spirito o alle
residenze mono o bifamiliare quando non autentici condomini di Torre
del Mare, l’invasiva frazione di Bergeggi nata dal
nulla per soddisfare le voglie lombarde e piemontesi e che ha fatto
scempio della verde collina soprastante il mare. Per non parlare poi
dello stesso spaventoso agglomerato urbano di “Bopilobo”, e cioè di
Borgio
Verezzi,
Pietra
Ligure Loano
e Borghetto
inestricabilmente fuse assieme nell’orribile amplesso prodotto da
interminabili periferie di seconde case. E se qualcuno di voi ha la
faccia tosta di trovarlo bello ci sappia dire se continuerà a
pensarla allo stesso dopo essere rimasto incastrato nel traffico di
quella megalopoli che un tempo era quattro amene e tranquille
località balneari.
L’orrore sembrava definitivamente esaurito e
invece nel nuovo millennio è ricominciato. Una disgustosa avvisaglia
di nuove devastazioni a venire c’era stata con il progetto di
“Savona 2”, così mi pare si chiamasse, iniziato a Cadibona, dove lo
scopo esclusivamente speculativo venne rivelato, mi sembra di poter
affermare, con l’abbandono del quartiere nascente dovuto al mancato
allacciamento all’acquedotto e al sistema fognario. Se e quando sia
poi stato posto rimedio a tale orrore confesso d’ignorarlo.
Si sperava fosse un evento isolato ma purtroppo
non era così. La prima località a subirne le conseguenze è stata
Savona città, dove l’elenco di nuove costruzione si sta facendo
lungo: dapprima le, a parere di chi scrive, riuscite edificazioni in
luogo della Magrini Galilei, poi i due complessi sorti a
Zinola dinanzi al mare, quindi i palazzoni e palazzotti
leginesi antistanti lo stadio comunale, il nuovo quartiere nascente
dietro la vecchia darsena, al cui proposito si vocifera di danni
causati alla strutture della Torre Orsero dai continui approdi delle
navi da crociera (sarà vero? Speriamo di no), il complesso
condominiale presso la foce del Letimbro dove
invece, così si dice, pompe idrovore lavorerebbero 24 ore su 24 per
evitare che cantine e fondamenta si allaghino, la palazzina di Via
Montenotte, peraltro ben studiata e in armonia con i dintorni, oltre
ai mille altri progetti presentati e o realizzati con sorprendente
regolarità, tra cui quello dell’ennesimo centro commerciale che ha
portato, dopo lunghe battaglie per superare i divieti della
sovrintendenza alle belle arti, alla mesta demolizione del cinema
Teatro Astor che rischia di rivelarsi inutile, dato
che oggi i lavori sono fermi. In fondo tutto ciò è accettabile,
perfino naturale. Da definizione di vocabolario una città è “un
agglomerato urbano assai vasto, denso, fitto di abitazioni e
popoloso”. Amen. Se servono a evitare scempi in zone ancora intatte,
ben vengano dunque tutte queste nuove costruzioni, a patto
naturalmente che non siano un pugno nell’occhio e risultino ben
fatte e funzionali, caratteristiche che peraltro, come ho appena
riferito, non sempre sembrerebbero essere state rispettate.
Se servono a evitare scempi altrove, dicevamo. Ma
servono? Purtroppo pare di no perché ormai si rischia di coinvolgere
anche quei pochissimi tratti di costa ancora non del tutto rovinati
e le colline circostanti, ignorate dalla precedente azione
speculativa e grazie a ciò ancora verdi e che tali si vorrebbe
restassero.
Già in passato ho scritto circa il porto turistico della
Margonara, una cattedrale nel deserto a mio parere inutile
come la, a lui collegata, Torre Fuksas, una
mostruosità alta 130 metri e senza un perché, due opere che
sorgeranno a metà strada tra Savona e Albisola Marina. |
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Sempre ad Albisola Marina, in
località Grana, stanno nascendo cinque grossi condomini che tolgono
ogni visuale alle villette della zona. In proposito tempo fa una
agenzia immobiliare mi ha telefonato a casa per chiedere se per caso
ero interessato ad acquistare un appartamento lì! L’andare a cercare
acquirenti porta a porta è segno che fino a quel momento le
abitazioni erano rimaste invendute? Soprassediamo. L’altro giorno
però ho fatto quattro passi a Bergeggi e ho
scoperto due nuove case in costruzione…
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E adesso nel comune di Savona si discute
sull’eventuale edificazione delle zone collinari. Come riportato su
“La Stampa” di venerdì 10 ottobre:
<< Si è svolta la relazione tecnica degli
architetti Chirico, Macario,
Venturi e Oliveti su uno dei temi
più difficili del piano urbanistico. L’amministrazione deve decidere
se confermare l’impostazione del piano regolatore già adottato che
prevede un incentivo per l’edificazione nei borghi collinari già
esistenti o se tornare invece al modello delle case sparse
precedentemente in vigore. I tecnici ieri hanno spiegato che
l’impostazione del Piano urbanistico era mirata a limitare i danni
ambientali in collina. L’edificazione nei borghi collinari già
esistenti, infatti, non comporta la costruzione di nuove strade,
fognature, acquedotti, metanodotti ed elettrodotti.>>
Va bene, ma dove sta scritto che si deve costruire
per forza da qualche parte?
Qualcuno si è accorto che è in atto una
catastrofica crisi economica internazionale? Che questa crisi oltre
a mandare gambe all’aria un sacco di gruppi bancari sta coinvolgendo
il sistema edilizio, perché nessuno ha più convenienza ad accendere
mutui e dunque a comprare casa?
Qualcuno si è accorto che negli Stati Uniti, in
Spagna e in Gran Bretagna i prezzi delle case sono crollati perché
nessuno più le vuole e dunque restano invendute e che qui in Italia
i prezzi hanno smesso di salire?
Qualcuno si è accorto che con la crisi di borsa
non ci sono più soldi e che il periodo nero sta coinvolgendo ormai
anche l’economia reale?
Qualcuno si è accorto che c’è una recessione in
atto e che i prezzi dei beni di prima necessità crescono
all’impazzata?
Qualcuno si è accorto che i palazzi costruiti
nella vecchia darsena sono semivuoti e che quando ci si aggira da
quelle parti sembra di essere sul set di un film catastrofico,
perché pare di aggirarsi per le strade di una metropoli abbandonata
in seguito a una guerra chimica? Chi non ci crede vada farsi un giro
da quelle parti e dia un’occhiata agli spazi per i negozi
desolatamente deserti oppure agli inattivi citofoni. Io qualche
settimana fa l’ho fatto e ho verificato che a più di un anno dalla
inaugurazione oltre metà degli appartamenti risultavano sfitti: sei
su otto, quattro su otto, quattordici su ventiquattro nella torre.
Sul citofono di uno dei portoni addirittura non era indicato il nome
di nessun inquilino! E allora chi ci andrebbe ad abitare nella
Torre Fuksas, prevista a poche centinaia di metri
di distanza dalla darsena savonese e i cui appartamenti di sicuro
sarebbero non meno costosi di questi? Chi andrebbe ad abitare nei
sempre più spopolati borghi in collina? Chi andrebbe ad abitare in
zone interne addirittura di nuova creazione e lontane da ogni
infrastruttura?
Insomma, chi ci guadagna da queste operazioni
immobiliari? Perché se i normali cittadini non ne traggono alcun
giovamento eppure i progetti vanno avanti, ovviamente qualcuno che
ci guadagna deve esserci. A voi immaginare chi sia questo qualcuno.
Verrebbe quasi (solo quasi, eh) da augurarsi che la crisi economica
si aggravi al punto da arrestare la speculazione e mandare in
fallimento tutti quei palazzinari che stanno spargendo colate di
cemento come masse tumorali nel territorio ancora sano e vederli un
giorno per strada a chiedere l’elemosina o, in alternativa, vederli
colpiti, per la legge dantesca del contrappasso, da un bel cancro al
pancreas che li faccia morire proprio come loro vogliono fare morire
la nostra terra.
Per parafrasare Manzoni: “Questa speculazione non
s’ha da fare, né domani, né mai.”
Massimo Bianco
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