TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
L'intervento che ho fatto sul palco a Vado a nome degli Amici di Beppe Grillo di Savona In un momento di crisi delle ideologie e spesso purtroppo anche delle idee, i partiti tradizionali tendono sempre più a intese trasversali blindate, in un intreccio fra politica e affari che lascia ai margini i cittadini.
A volte si ha di fronte un muro di gomma ed è difficile far
ascoltare le proprie istanze da parte di coloro che amministrano,
trovandosi di fronte a decisioni già prese se non al fatto compiuto, in un
dialogo sempre più difficile.
I cittadini cercano di reagire, si
formano gruppi spontanei, comitati, di protesta o di presa di
coscienza su singoli problemi, ma pur con intenti e risultati ammirevoli
rischiano sempre di essere isolati e attaccabili, bollati come quattro
gatti, irriducibili, negazionisti o estremisti anche quando cercano solo di
far rispettare i loro sacrosanti diritti.
Sarebbe fondamentale cercare maggiore coesione, consapevoli anche del fatto
che dietro molte di queste speculazioni e devastazioni ci sono spesso le
stesse persone o gruppi di potere dell’intreccio di cui sopra.
Certo molti comitati hanno timore di perdere la propria individualità, di
smarrire gli obiettivi e le motivazioni se non focalizzati ma inseriti in un
contesto generico, e anche questo dubbio può essere legittimo.
Una soluzione esiste, ed è quella che in altre parti del mondo è già in fase
avanzata di sperimentazione, e può essere il futuro, il modo per
rivoluzionare il mondo della politica e catalizzare questi fermenti: si
chiama democrazia diretta. Una democrazia sempre più capillare, sempre più
diffusa e articolata, superando
la delega totale ai partiti data con il semplice voto e il conseguente
verticismo, una democrazia dove cittadini e movimenti siano collegati in una
rete comune di obiettivi e intenti, grazie ai mezzi di comunicazione
tempestiva e di informazione veloce di cui disponiamo, ma mantengano la
propria indipendenza e individualità.
In alcune realtà del Sud America sta già accadendo che dei presidenti siano
eletti da un agglomerato di forze che non è un partito o una coalizione di
partiti, ma una somma di movimenti che si aggregano senza fondersi in alcun
modo, un qualcosa di molto più
agile, vivace e partecipato della democrazia ingessata che conosciamo.
L’espressione diretta e attiva di tutto questo sono le liste civiche, che
partendo da realtà locali tentano di ricuperare una qualità amministrativa e
di vita migliore, e una politica più sana.
In questo modo non si sarebbe più bollati come quelli del no, gli
immobilisti, quelli dell’antipolitica, ma si diventerebbe a buon diritto
autentici soggetti politici con un loro peso concreto. Dove il no, quando
c’è, è pesante e motivato e generalizzato, non è il no a un singolo
progetto, ma a un modello
sbagliato di cosiddetto sviluppo; e dove si può affermare, cosa molto
importante e fondamentale, anche e soprattutto il sì, inteso come
presentazione di programmi alternativi, di forme di sviluppo sostenibile che
tengano conto in primo luogo dei bisogni di crescita e di qualità della vita
della comunità, oltre che di maggiore rispetto dell’ambiente. E che devono
essere alla base di una nuova e più moderna e flessibile idea della
politica.
La lezione liste civiche sta avanzando anche qui in Europa. In Baviera alle
ultime elezioni il partito della Merkel che aveva una maggioranza
schiacciante da sempre è crollato per l’arrivo di una lista nuova.
Sull’informazione la si presenta genericamente come una lista di transfughi
democristiani, ma da altre fonti meno ufficiali sembrerebbe forse un esempio
di aggregato lista civica.
Ricordiamoci anche che il non affrettare questo processo virtuoso e
democratico, l’unico che può traghettarci fuori dalla crisi o almeno
darci delle buone stampelle per affrontarla, l’unico che può ridare
voce ai cittadini informati e consapevoli, il continuare a viaggiare
ciascuno per la propria strada e rinunciare a riprenderci la nostra
voce tutti insieme,
porta a conseguenze pericolosissime, come uno scadere della vita
civica, un degrado, una deriva dei fermenti peggiori della società,
lasciando spazio indisturbato a intolleranza, razzismo, autoritarismi, come
già sta accadendo qui in Italia e non solo.
In Austria, contemporaneamente alle elezioni bavaresi, era l’estrema destra
a trionfare.
Perciò occorre trovare basi solide, basi comuni di dialogo e di costruzione
ideale, se abbiamo a cuore la vita della nostra comunità e il futuro dei
nostri figli e dell’ambiente. Costruire questa federazione indipendente,
questa rete flessibile ma interconnessa.
Oggi, qui nel savonese, grazie a quest’ottima iniziativa di Vado, potrebbe
essere il primo passo importante in questa direzione.
Aggregarsi, fare rete, cercare uno sbocco politico, rimanendo indipendenti. Milena De Benedetti
|