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IL DIRITTO ALLA CONOSCENZA OVVERO:

IL DOVERE DI SMASCHERARLI

Antonia Briuglia

Foto Carla Siri
Carla Siri

Anche quest’anno l’assessore Provinciale Siri ha promosso una lodevole iniziativa: EDUCAMBIENTE volta ai ragazzi delle scuole savonesi, per sensibilizzarli ai problemi ambientali e al giusto comportamento per affrontarli con senso civico.

 L’acqua l’argomento di quest’anno. Un argomento spinoso quanto drammatico soprattutto per lo spreco che se ne fa nel ricco mondo occidentale, ignorandone l’esauribilità della risorsa.

Un argomento per il quale, è stata organizzata una tavola rotonda i cui partecipanti erano rappresentanti delle maggiori autorità territoriali  preposte ad occuparsene: dall’Arpal alla Regione, dall’Assessorato Provinciale all’ambiente all’Acquedotto, dal Depuratore Consortile al rappresentante dei coltivatori.

Tutti pronti a recitare, nel loro ruolo, una parte stancamente autoreferenziale, citando numeri di leggi, riferimenti tecnici e passaggi che spesso solo gli altri relatori o gli addetti ai lavori, potevano comprendere e ai quali sembravano rivolte.

Essi sembravano dimenticare, infatti, che la maggior parte dei convenuti aveva dai sedici ai diciotto anni, fornendo l’ennesima prova di come, chi spesso ricopre posti di responsabilità non si ponga il minimo problema di farsi capire dalle persone comuni, che sono poi i destinatari della loro azione.

 ALCUNE INFORMAZIONI IMPORTANTI

 Dall’intervento del Presidente del Depuratore di Savona dott. Molteni si è potuto apprendere, ad esempio che dal processo di essicazione dei fanghi reflui si ottiene un grosso quantitativo di prodotto essiccato diretto ai cementifici e uno altrettanto importante d’acqua che, se non è potabile, è comunque un acqua riciclabile per altri usi.

 Rifiutata dalla centrale a carbone di Vado, è utilizzata in agricoltura.

 Domanda: per quale motivo la centrale non usa quell’acqua e cosa utilizza

                  allora?

Risposta: alla centrale serve acqua distillata, ma non so, dove la prenda.

                “Dalla falda!” aggiunge il rappresentante degli agricoltori.

(Ma l’acqua di falda non è quella che opportunamente trattata va in acquedotto per diventare potabile? E non è la stessa che non andrebbe sprecata? Non sarebbe opportuno che le attività industriali si attrezzassero con impianti appositi per “confezionarsi” il tipo di acqua necessaria?)

 Dall’intervento del rappresentante dell’ARPAL si apprende, poi, lo stato di monitoraggio dell’acqua potabile, ma anche quello rassicurante sullo stato d’inquinamento del mare e dei corsi d’acqua della Provincia di Savona.

Domanda: Mettendo da parte le bandiere blu, utili solo alla propaganda

                  turistica e citando i dati pubblici sull’inquinamento del nostro mare,

                  si apprende che nella rada di Vado ci sia una concentrazione di

                  metalli pesanti, da anni sopra i limiti di legge. 

Per conoscenza dall’analisi di fondali e mitili:

-      il mercurio è presente cinque volte sopra i limiti di legge,

-      l’arsenico diminuisce ,ma rimane sopra i limiti di legge,

-      il cadmio è quasi triplicato

-      il cromo è da sempre sopra i limiti di legge

-      il DDT che non era presente nel 2001 ha fatto la sua comparsa nel 2003.

 Il dragaggio necessario per la costruzione della piattaforma Maerks , in un fondale così compromesso non distruggerà definitivamente l’ecosistema marino con i relativi gravi problemi per l’alimentazione umana?

Come pensa di esprimersi l’Ufficio dell’ARPAL, considerando che questi elementi scarsamente biodegradabili, vanno a colpire la salute dei

cittadini e soprattutto dei feti e dei bambini di tutto il territorio?

 Risposta : Lo stato del nostro mare è tra i migliori d’Italia, pur tuttavia nei porti

                 si sa che le condizioni non possono essere buone e il problema del

                 dragaggio esiste, infatti il prossimo mese a Genova si farà un

                 Convegno sul dragaggio del porto di Genova e di quello della

                 Spezia.

 E’ ormai chiaro che a Savona, anche gli Enti preposti al monitoraggio dello stato di salute dell’acqua e dell’aria continuino a omettere la centrale a carbone come la più grave causa d’inquinamento. Così per il mare si chiama in causa l’inevitabile inquinamento provocato dal porto e per l’aria quello altrettanto inevitabile del traffico veicolare, ignorando peraltro le conseguenze future di un intervento di dragaggio e cementificazione come la piattaforma di Vado. (Il convegno genovese affronterà il problema di Genova e La Spezia!)

da LA STAMPA
Manifestazione a VadoLigure

LA SOCIETA’ CIVILE A VADO

 Proprio contro quella piattaforma, sabato a Vado, ci sono tutti, perlomeno la cosiddetta società civile.

Hanno risposto all’appello non solo chi partecipa con la sua relazione, ma soprattutto i comitati, le associazioni, i movimenti.

L’incontro promosso da Vivere Vado con Franca Guelfi intesta, ha avuto successo e non solo nella quantità di persone, ma nella qualità, nella passione incondizionata, nella libertà di esprimersi, nella determinazione a non farsi più condizionare. Nella volontà comune di non barattare più la qualità della vita con uno sviluppo industriale dissennato, dove la ricerca esasperata di un sicuro profitto per i pochi diventa merce di ricatto con un incerto posto di lavoro per tanti, troppi.

“UN’ALTRA POLITICA E’ NECESSARIA E POSSIBILE” campeggia nello slogan sul palco. A Vado, lo ricorda proprio la Guelfi, l’azzeramento della democrazia e il deficit della politica, quella con la P maiuscola ha portato, come sta succedendo in altre parti del Paese, la gente a cercare una democrazia vera, diretta, per rivendicare il diritto di esistere.

“ La solidarietà dei movimenti convenuti, ci indica un nemico comune, pur con diverse sfaccettature, che non è certo la lotta per il proprio orto ma per la qualità della vita”.

Marco Preve interviene, poi, ricordando l’arricchimento di pochi noti e l’impoverimento della società, che su operazioni come la cementificazione della costa savonese, ha solo da perdere. Preve , ricordando penose e meschine vicende elettorali, pone l’accento, poi, sulla scarsa credibilità degli stessi amministratori locali che rischiano di scollare definitivamente la gente dalla politica.

Il prof. Gerardo Marletto si sofferma sulla contraddittorietà dell’accusa di sindrome Nimby a chi vuole difendere il territorio da inutili e dannosi scempi come, a Vado, la pavimentazione del mare. Accusa mossa proprio da chi lavora per difendere interessi privati di colossi stranieri come la Maersk, il cui fatturato è addirittura superiore a Paesi come il Belgio e l’Olanda.

 Tutto questo mentre il Comune di Vado ha da poco approvato l’Accordo di Programma, il cui Bando delibera di assentire alla dichiarazione di pubblica utilità delle opere previste.

Paradossalmente quello che si fa con la proprietà privata espropriata per pubblica utilità, qui, si fa con il bene pubblico (costa demaniale e mare) per utilità di privati, utilizzando la stessa legge.

 Conclude il dott. Trucco, presidente dell’Ordine dei Medici di Savona che citando i doveri del medico e il Codice Deontologico che, a volte, viene opportunamente dimenticato, ci ricorda che il 75% delle malattie sono aggravate da cause ambientali e il 18%  sono prodotte solo da queste: dati che sempre più spesso vengono omessi o peggio ancora negati. Ci ricorda i doveri di un medico e che il medico che lotta per la salute, lo è due volte.

Il lungo e appassionato intervento, che ci  colpisce per la sua autenticità, per il coraggio delle sue pur terribili affermazioni ci dà, comunque,  la speranza che, proprio per la presenza di uomini come lui e come Franceschi, medici due, tre volte, forse a Savona non tutto è perduto.

Intanto tra i gazebo degli Amici di Grillo, di Vivere Vado, di Uniti per la Salute, di Medicina Democratica, di Legambiente, di Margonara Viva, di Amare Vado e di molti altri la giornata continua. E la lotta pure.

                                                                          ANTONIA BRIUGLIA