Vado bovero
IL SECOLOXIX
RISCHIA DI RIAPRIRSI la crisi politica a Vado Ligure. Confermando le voci che da alcuni giorni si rincorrevano nelle stanze dei bottoni del Comune e per le strade di Vado, l'assessore all'urbanistica Pietro Bovero ha minacciato di restituire le sue deleghe al sindaco Carlo Giacobbe.
La giornata di ieri è trascorsa in un turbinio di incontri, tentativi di mediazione, fumate nere e fumate grigie. Alla fine il sindaco Giacobbe e il direttore generale del Comune, Lucia Bacciu hanno chiesto a Bovero di pensarci sopra e di attendere almeno fino a oggi a mezzogiorno.
Non è detto, comunque, che la restituzione delle deleghe significhi automaticamente il ritorno di Bovero all'opposizione.
Anzi, alcuni non credono neppure che l'esponente del Partito socialista, capogruppo di una lista civica, possa veramente arrivare alle dimissioni da assessore proprio adesso, restando un semplice consigliere di maggioranza.
Solo l'altra sera il consiglio comunale ha approvato il nuovo Piano urbanistico, su cui aveva prima lavorato l'assessore Monica Giuliano e su cui Bovero ha impresso lo sprint decisivo. Difficile ipotizzare che voglia lasciare lo strumento di pianificazione appena concretizzato in mano ad un altro assessore.
Il nodo della crisi è legato alla nomina dell'ingegner Roberto Drocchi, attuale responsabile dei lavori pubblici, a capo del settore urbanistica del Comune. Una sostituzione necessaria dopo che l'architetto Giovanna Macario, titolare dell'urbanistica e redattrice del nuovo Piano urbanistico, subito dopo la votazione del Puc in Consiglio è passata al Comune di Savona.
Come previsto, da ieri ha preso il posto dell'architetto Luciano Campagnolo. «L'assessore Bovero ha spiegato di non essere d'accordo sulla scelta dell'ingegner Drocchi - conferma il sindaco Giacobbe -. Abbiamo avuto numerosi incontri in cui ha espresso le sue motivazioni dicendo che non vuole continuare a fare l'assessore. Ma se lasciasse l'incarico sarebbe un peccato, perché con il suo apporto abbiamo affrontato scelte impegnative e superato ostacoli difficili».
Il tono usato dal sindaco, comunque, lascia ancora aperta la porta ad una soluzione pacifica della crisi e senza ulteriori contrasti.
E ora cosa succederà? Oggi pomeriggio Bovero e i suoi consiglieri si presenteranno regolarmente in consiglio comunale (all'ordine del giorno spicca la situazione dell'istituto "Ottavia Amerio Ferrero" e la sua gestione provvisoria dopo che la Fondazione Ferrero ha deciso di disimpegnarsi).
«Avevamo anche pensato di non partecipare - spiega Bovero -, ma il nostro senso di responsabilità ci impone di esserci. Dopo aver appreso la mia intenzione di restituire le deleghe, il sindaco e il segretario comunale mi hanno chiesto di aspettare. Ma a Vado in ogni minuto che passa c'è sempre qualcosa da firmare, il lavoro non si può fermare per troppo tempo. L'ingegner Drocchi ha ricevuto formalmente la nomina, ma la situazione è complessa. Aspetteremo fino a mezzogiorno e vedremo cosa succederà».
Se Bovero dovesse confermare l'intenzione di restituire le deleghe, il sindaco dovrà procedere con una nuova assegnazione. C'è addirittura chi paventa un suo ritorno all'opposizione, ma l'eventualità appare assai remota. Senza il supporto di Bovero (e dei suoi due consiglieri, Giampaolo Delfino e Antonino Vicidomini), la maggioranza diventerebbe estremamente fragile. Gli equilibri in consiglio comunale erano già andati in crisi nell'agosto 2007, quando l'allora vicesindaco Attilio Caviglia (Margherita), gli assessori Enrico Illarcio e Maria Teresa Abrate (Le firme), i consiglieri Pietro Toso e Angelo Callieri, avevano restituito le deleghe. Il sindaco decise l'ingresso in giunta proprio di Pietro Bovero, suo ex avversario nelle ultime elezioni, affidandogli urbanistica, patrimonio e questioni portuali. Il gruppo di "dissidenti" si era addirittura schierato con l'opposizione poco tempo dopo, a dicembre, in occasione della votazione dell'accordo di programma sull'ampliamento portuale.
Giovanni Vaccaro