TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
Il futuro di Savona? Solido. Di cemento
Il sindaco Berruti: "Uno scambio equo e trasparente". L'opposizione:
"Contrattazione urbanistica occulta". Italia Nostra: "Il partito del
cemento non soddisfa mai la fame di territorio"
Savona - C'è una inquietante apatia in città. Una sorta di
assuefazione che sfuma in rassegnazione, quasi che nulla vi sia più
da fare o da dire. Ma non è così. Qualcosa di molto significativo è
accaduto nel far dell'estate, e ancora accadrà. Qualcosa che
cambierà il volto alla città. E che va rivisitato, raccontato e
analizzato nei fatti e negli antefatti, soprattutto nelle scelte e
nelle logiche che le hanno determinate. Vediamo cosa è accaduto,
diciamo in un riassunto delle puntate precedenti.
Prima considerazione d'obbligo: il cemento è servito. Disco verde ai
privati, anzi verdissimo per una serie di operazioni immobiliari in
centro città, in collina, in periferia e in riva al mare. E' il
quadro emerso dal nuovo Piano urbanistico comunale, approvato ad
estate avviata da una maggioranza a ranghi serratissimi, compresa
Rifondazione comunista allineata e coperta. Via libera al cemento,
dunque. Ma inteso come male minore, o meglio come strategia di
sviluppo "per contrastare l'idea di una città preda di un
inevitabile anche se soffice declino", come ha tenuto a rimarcare il
sindaco Federico Berruti. Il tutto in "uno scambio equo e
trasparente".
Una logica che per l'opposizione altro non è che "contrattazione
urbanistica occulta, con il sì a tutto, nel nome della mano libera
all'impresa, come unico possibile traino dell'economia". E che il
presidente di Italia Nostra, ingegner Roberto Cuneo, riferendosi al
masterplan di piazza del Popolo, ha bollato così: "Il partito del
cemento non soddisfa mai la sua fame di territorio. Con la
collaborazione del Comune, si avventa sull'ultimo spazio disponibile
nel centro di Savona". Significativo ancorché inascoltato, almeno
fin qui, il suo appello: "La nostra collettività smetta di farsi
ingannare da imprenditori e amministratori comunali compiacenti e si
smetta di far passare pseudo vantaggi, non sufficientemente
approfonditi, quali l'auditorium o una passeggiata da 10 milioni di
euro, come grimaldelli per il consumo di risorse collettive, come
piazza del Popolo o il litorale di ponente, dove al posto dei
cantieri Solimano, sulla spiaggia, voglionoi costruire palazzi
residenziali". Schermaglie, fragili barricate su cui il governo di
Palazzo Sisto IV è passato come un bulldozer. Senza incertezze.
Avanti tutta. Il sindaco Berruti in plancia, il superassessore Di
Tullio alla barra, gli altri accodati in ordine sparso.
La città (poco più di 60 mila abitanti contro i quasi 80 mila di 30
anni fa, oltre 15 mila alloggi sfitti, vogliamo ricordarlo a
presunti ingenui e distratti) marcia dunque senza incertezze sotto
le insegne del mattone in campo biancorosso, che sono appunto i
colori di Savona. Il passato (industriale) è definitivamente alle
spalle, il futuro è tutto da costruire (mai parola fu più
pertinente) e da decifrare. Ma la strada è tracciata. Vediamno come.
Di certo, nella Vecchia Darsena, a poche decine di metri dal
Terminal di Costa Crociere, c'è già la Torre di cristallo (firmata
Bofill e intitolata alla memoria del patron Raffaello Orsero) con
annessi e connessi. Poco lontano, sulle aree ex Italsider, proprio
sotto la fortezza del Priamar, è "sbocciato" in tutta la sua
imponenza il complesso del Crescent (oltre 2.500 metri quadrati tra
appartamenti, negozi, uffici e box). Alla foce del Letimbro, a
ridosso della spiaggia, sull'area dell'ex Molino e su quella dell'ex
Cieli (poi Enel) altre migliaia di metri cubi di cemento, palazzi e
palazzoni realizzati o in fase di completamento rapido. E stride,
guardando dall'altra parte del fiume, l'immagine di quel che era la
piscina di corso Colombo, destinata a restare un "buco nero" fino
al 2010, con la squadra di pallanuoto, la Rari Nantes Savona,
costretta a rinunciare alla Coppa Len (l'Uefa del calcio) per la
mancanza di un impianto coperto. Il privato corre, il pubblico dorme
sonni profondi.
Ma non basta. Via libera, dunque, ai nuovi progetti. Binario Blu
costruirà due torri (26.900 metri quadrati tra residenze, uffici e
negozi; progetto affidato all'architetto Botta) sulle aree dell'ex
Squadra Rialzo, ad un tiro di fionda dal Palazzo di Giustizia, nel
cuore della città. In contropartita, appunto all'insegna dello
"scambio equo e trasparente" che ha ispirato e ispira le strategie
del sindaco Berruti, saranno realizzati un park interrato
mentre l'area oggi adibita a parcheggio, quella per intenderci in
cui Benedetto XVI celebrò la messa nel maggio scorso, diventerà un
parco urbano. Ma non finisce lì. Altre torri sono previste nella
zona degli Orti Folconi, nell'Oltreletimbro, proprio di fronte alla
stazione Mongrifone. Contropartita: un terzo dell'edilizia
residenziale (32 mila mq su oltre 90 mila) dovrà essere destinata
all'edilizia convenzionata. Si preannuncia non meno imponente
l'intervento previsto in via Nizza, in quello che viene definito il waterfront
di Ponente. Qui, sulle aree degli ex cantieri Solimano, il nuovo Puc
contempla altri palazzi vista spiaggia e un albergo. Ai privati
verrà chiesto l'onere di realizzare una passeggiata che collegherà
il quartiere delle Fornaci, ponente della città, con Zinola al
confine con Vado Ligure. Cemento in arrivo pure sulla collina di
Mongrifone, alle spalle della stazione ferroviaria. Ma questa volta
si tratta di edilizia popolare. L'area (80 mila metri quadrati) è
quella della Papessa. C'erano pressanti e ripetute avances dei
privati anche per una ulteriore cementificazione (privata)
sulla collina di Albamare tra Savona e Albissola, ma sarebbe stato
davvero troppo.
A completare il quadro manca solo (?) l'operazione Margonara, tra
Savona e Albissola, con il mega-porto turistico che ingabbierà lo
storico scoglio della Madonnetta, e la torre alta 120 metri
dell'architetto Massimiliano Fuksas. L'intesa c'è già. Entro l'anno
il vaglio definitivo prima del via.
Il futuro di Savona è cominciato. C'è da credere che sarà solido.
Come il cemento.
Luciano Angelini p.s.: a chi ha disegnato il futuro urbanistico della città vogliamo sommessamente ricordare che non era il caso di fare tanta strada per affidarsi a un professionista di indiscusso prestigio e capacità. A 20 minuti da Savona, in quel di Vesima, c'è lo studio di Renzo Piano, l'architetto del Centro Pompidou di Parigi, della Potsdamer Platz di Berlino, dell'avveniristico aeroporto di Osaka, del Museo della Collezione Menil di Houston, dell'Expo di Genova, del Centro Culturale Jean Marie Tjibaou a Nouméa in Nuova Caledonia, della nuova sede del New York Times, del nuovo campus universitario della Columbia University, della City Tech Tower di Londra e, notizia di questi giorni, del Nuovo Museo della Scienza di San Francisco. Opere progettate e realizzate sempre nel rispetto dell'ambiente, della storia e della cultura di quei Peasi e di quelle città. Forse, prima di pensare a Margonara (e non solo), una capatina a Vesima qualcuno avrebbe potuto farla. Era chiedere troppo? (l.a.)
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