TRUCIOLI SAVONESI spazio di riflessione per Savona e dintorni RIPRENDERSI IL DIRITTO DI VIVERE. Roberto Peluffo Assessore alle attività produttive della Provincia di Savona Tratto da SV magazine –agosto 2008-09-27 Le vicende strettamente correlate di trasferimenti industriali come la Piaggio a Finale, la Gavarry ad Albisola, e altre aree dismesse come la Metalmetron, l’Italsider nella zona portuale e le conseguenti cementificazioni delle aree, sembrano dimostrare l’esatto contrario di ciò che viene dichiarato dall’Assessore. I gravi problemi infrastrutturali, poi, sono diventati solo argomento da salotto o da Convegno, dove ogni tanto, imprenditori, sindacati e amministratori si ritrovano per una simpatica rimpatriata. La vera tradizione industriale, a Savona, è da qualche tempo svanita, lasciando il posto a un’anticultura e a un’evidente altrettanto scarsa professionalità: terreno fertile per “avventurosi arrembaggi”! Inutili e inattendibili studi, quelli dell’ARPAL, pagati dai cittadini che ricevono in cambio informazioni falsamente rassicuranti sullo stato dell’inquinamento atmosferico. Le stesse che offrono alibi a chi attende prontamente di potersene avvalere. Il Dott. Franceschi ci fornisce un dettagliato, quanto interessante studio che prova come l’ARPAL abbia lavorato in modo superficiale e poco professionale. I troppo limitati rilevamenti delle centraline sulle polveri sottili, posizionate solo in alcune postazioni del territorio non sono sufficienti a provare, ad esempio, l’innocuità delle emissioni in atmosfera della Centrale a carbone di Vado. L’Assessore Peluffo nato proprio a Vado, dove è stato Consigliere Comunale e Assessore dal 1975 al 1990, ed è stato Sindaco dal 1990 al 2004, conosce benissimo la vicenda della Centrale a carbone. Conosce sicuramente le disattese disposizioni che prevedevano il suo ridimensionamento e le “gentili” concessioni offerte in cambio d’inesistenti vantaggi per la cittadinanza. Conosce anche benissimo la vicenda della piattaforma portuale, oggetto di un referendum indetto dal suo compagno di partito, attuale Sindaco e che insieme con quest’ultimo ha deciso di disattendere, ignorando la volontà popolare e i presupposti del suo mandato. Eppure l’Assessore continua a parlare di “ logica collaborativa” proprio “nel vadese”, testimoniando l’evidente e irrecuperabile scollamento delle forze politiche con la cittadinanza. Lo stesso scollamento testimoniato dai fischi e dagli improperi lanciati dai cittadini agli amministratori di Vado all’uscita del Consiglio Comunale che ne approvava il progetto. Lo sviluppo, che giustifica gli inutili “ecomostri” sul mare e sulla costa, lo spostamento d’importanti realtà industriali come Piaggio per far posto a pesanti lottizzazioni immobiliari, il potenziamento di Centrali a carbone e il progetto di “speudovalorizzatori orfani di riciclo”, la cementificazione di tratti di costa per ospitare muraglie di container, la trasformazione territoriale di zone della città per nuove considerevoli lottizzazioni che vanno ad appesantire le problematiche ambientali e territoriali già esistenti. Da una lettura superficiale qualcuno potrebbe dire che per alcuni lo sviluppo potrebbe essere la causa di tutti i mali, mentre per altri è la soluzione di tutti i problemi, così i politici più illuminati, cercano di schierarsi per un “altro” tipo di sviluppo, quello che è spesso definito compatibile. Quest’ultimo si è rivelato spesso ancora incerto e difficile per la scarsa determinazione e rigore di chi deve farsi portatore o spesso vanificato da chi cerca di vederne il business. E’ quindi necessario evidenziare i veri presupposti dello sviluppo e rimettere in discussione i concetti di “ crescita”, di povertà, di bisogni fondamentali, di salute, di tenore e qualità della vita. E’ proprio in realtà come Vado, Savona, dove il fallimento della politica ha determinato il distacco dal concetto di democrazia, che si può ripensare in modo nuovo a una società alternativa a quella di mercato, una società che vuole partecipare direttamente alla sua costruzione. La salute della gente barattata con la cosiddetta competitività!!! Forse in questo maldestro modo di perseguire lo sviluppo c’è chi pensa di potersi riscrivere le regole, di volta in volta, creandosi una propria legittimità. Il momento sembra favorevole anche a livello mondiale quando l’avventura liberista e sviluppista sembra essere morta in qualche banca americana. La colonizzazione della Maerks non porterà ricaduta sociale e benefici se non per la Maerks stessa e pochi altri. C’è da chiedersi poi :per quale durata e a quale prezzo? ANTONIA BRIUGLIA |