TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
Larussa versus Napolitano. Mal gliene incolse!
“Oltre
il Garigliano, non c’è soltanto il crudele e cinico britanno e il
nordamericano. Ma c’è il francese, l’australiano, il sudafricano, il
polacco, il canadese e infine il marocchino e l’algerino. Sono
sicuro che sarà per voi un giorno di festa quando potrete far fuoco
su queste razze bastarde, in quelle terre dove non si rispetta nulla
e nessuno.”
Da un discorso di Benito Mussolini alla “San Marco” in
Germania
24 aprile 1944
L’8
settembre, a Roma, il Presidente della Repubblica ha doverosamente
ricordato uno dei tanti episodi eroici che bastano da soli a
svergognare i “traditori” della patria. A Porta San Paolo alcuni
granatieri e studenti (guidati da un “fannullone” di professore,
Raffaele Persichetti combatterono fino al sacrificio contro gli
occupanti tedeschi colpevolmente fatti entrare in città da
comandanti di divisioni italiane sufficienti a fermarli agevolmente,
lasciate senza ordini e senza…ufficiali, presto scappati, dal
silenzio dei ministeri svuotatisi e dalle tremolanti e sibilline
parole radiofoniche di Badoglio.
Tradimento, certo! Quarantacinque giorni di colpevole trastullo e
fuga a Brindisi presentata come il necessario autosalvarsi
dell’autorità dalla furia tedesca sono viltà. Il re voleva essere
salvato in carrozza e gli angloamericani, che avevano scelto il
D-Day per arrivare a Berlino prima dei russi, non avevano poi molti
mezzi bellici in Italia sud: impiegheranno venti mesi,
sanguinosissimi, per arrivare in val padana.
Ma il tentativo di salvare la scelta perdente addirittura chiedendo
lo stesso grato rispetto che si deve avere per i vincitori
patrioti,padri fondatori della nostra democrazia, è passato tra le
mefistofeliche smorfie e l’oratoria rabbiosetta del barone Il
barone difende, nel chiedere rispetto per i caduti,rispetto
chiaramente dovuto a chi non si macchia di crimini ed è stato
adoperato da una “cultura” irresponsabile, la “scelta” delle
formazioni (cita la divisione “Nembo”, direttamente interessata a
contenere lo sbarco angloamericano ad Anzio e pressochè annientata)
che combatterono contro i “liberatori”.
Certa destra non è proprio nata per elaborare il proprio più che
sessantenale lutto. Non ammette che
a)
Hitler negò a Mussolini, che gliele chiese caldamente e ormai senza
dignità, quelle divisioni che (ma la storia non si fa con i
“se”:semplicemente è stata!) forse avrebbero arginato l’avanzata
postsbarco degli alleati. Ma mandò subito quelle divisioni, dopo l’8
settembre, a occupare di slancio tutta l’Italia e ad arrestare per
deportarli, centinaia di migliaia di soldati abbandonati
dall’esercito sfasciato,non più considerati esseri umani,ma…”badoglio”!
Ma
b)
Contemporaneamente al dilagare delle sue divisioni fino al fronte
sud,
c)
Il maggiore Mario Rizzati, della “Nembo” morì coraggiosamente
combattendo, in mezzo alla strada e con soltanto l’arma
personale,contro un carro armato degli alleati. Aveva scritto alla
fidanzata: ”Combatto per l’onore della bandiera italiana e per la
patria, non certamente per il governo di Salò” Lui come altri.
Dolfin. incaricato dal duce, lo convocò per quelle sue parole e si
sentì dire: ”Il mio battaglione combatte da anni. I morti ormai sono
più numerosi dei vivi, e i vivi continuano a morire. Siamo nella
sabbia e nel fango. Privi di tutto. […] Spariamo perché non vogliamo
che nessuno abbia il diritto di dire che gli italiani son tutti
vigliacchi. Conosciamo soltanto l’Italia e credo che questo dovrebbe
bastare!” Ma come si fa,
Come può,il barone
Non sbandieri quei” ragazzi” morti, barone! Vada,ma zitto e da
perdente, ad Anzio a onorare quei morti, a piangerli. Io l’ho fatto,
da tanto tempo, alle Ardeatine (gloriosa azione di guerra del fedele
alleato,vero?), ma verrò con lei ad Anzio, a rispettare quei
ragazzi.
L’ho fatto ad Arromanches, Normandia: tanti e tanto grandi cimiteri
alleati ed uno tedesco. Sono stato da tutti e due; certo con spirito
diverso. Ed ho maledetto una porca guerra che pare, anche per le sue
politiche furberie, non voler finire mai e mai.
Sergio
Giuliani |