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MARGONARA: LA “GRANDE OPERA” VA AVANTI!

Antonia Briuglia

L’Amministrazione Comunale di Savona tra un rimpasto e l’altro, tra un accordo e un contentino, tra un cambio di poltrone e un ampliamento di deleghe, porta avanti il suo Piano aberrante che prevede la cementificazione indifferenziata del territorio cittadino e del mare.

Su recenti pagine dei quotidiani locali si apprendono le rassicuranti comunicazioni del Sindaco Berruti a proposito dell’ultimo ecomostro: in autunno il progetto Margonara andrà avanti!

Le facce indigeste della politica savonese hanno così deciso di continuare imperterriti nella loro sinistra opera. Centinaia di migliaia di metri cubi di cemento deturperanno in modo indelebile la città e i suoi dintorni.

Altro che “rapallizzazione”!

Oggi, a differenza degli anni ’70, non sono i cittadini comuni, le famiglie a determinare la forte richiesta di costruzioni per soddisfare la voglia di modernizzazione e di benessere.

 Oggi sono le finanziarie, i manager, il mondo economico speculativo a imporre la loro logica devastante, a costo di ottenere anche inutili e disabitati edifici.

Oggi come allora, pèrò, bisogna costruire a ogni costo, in barba ad analisi sociologiche, urbanistiche e ancor meno ambientali.

Oggi più di allora si opera nell’inconsapevolezza della portata globale di quest’aberrante piano d’azione, che porterà a un impatto ambientale enorme su Savona e sui paesi limitrofi.

Se non si vuole parlare di tutela paesaggistica, basta pensare al maggiore peso demografico e alla quantità di risorse che si consumeranno durante e dopo la costruzione.

Basta pensare alla vita urbana, che già presenta notevoli problematiche e che subirà nuove implicazioni sia per la maggiore quantità di automobili che circoleranno, sia per la maggiore quantità di energia necessaria a riscaldare o raffreddare gli edifici. 

L’incapacità dei nostri politici di risolvere problemi annosi come la riduzione del traffico veicolare e del conseguente inquinamento dell’aria, la creazione o il rimodernamento di spazi pubblici di qualità, la creazione di spazi verdi alberati fruibili in modo intelligente, per fare alcuni esempi, ha lasciato spazio all’aggressività speculativa di gruppi che hanno visto nella Liguria e nel Savonese, il terreno adatto anche dal punto di vista politico.

I forti rapporti politici e di potere sono, infatti, inestricabili. Finanzieri che da consulenti di Giunte di centro Sinistra in altre Regioni del Nord, diventano imprenditori e promotori di grandi opere private, in pieno accordo con un centro destra che governa cittadine come Albissola, ma che non si oppone neanche dai banchi della minoranza savonese.

 E’ pur vero che fino ad ora il centro sinistra, a Savona e in gran parte della Provincia, ha potuto fare il bello e il cattivo tempo. I DS soprattutto hanno potuto spostare Sindaci in Regione e metter uomini fidati al loro posto che si sono affrettati a ritirare, in segno di riconoscenza e fedeltà, la loro bella tessera di partito.

Tutto con la benedizione del Presidente della Regione, immortalato in manifesti elettorali che sono stati prova del vecchio e retrivo modo di far politica del suo partito in Liguria.

 A Savona non si propongono mai volti nuovi, ci si guarda bene a rinnovare la classe dirigente e le liste elettorali sono confezionate dalle Segreterie, che ormai non rappresentano più la società, rimasta fuori nell’impossibilità di far sentire la sua voce.

 Nelle Segreterie di partito non si sa più a quali ideali politici ci s’ispira quando si discute e si approvano progetti come: la Margonara, il Crescent, la piattaforma Maersk e tutte le altre numerosissime opere di cementificazione. 

Il Partito del FARE ha contagiato anche la sinistra che ha perso di vista a chi il fare deve ispirarsi e soprattutto le regole colle quali dovrebbe  procedere.

Si parla di burlandismo che non sembra discostarsi dal berlusconismo.

  Così superando talvolta i vincoli di Piani Regolatori, o ritardando l’attuazione di altri, si approvano porticcioli da centinaia di migliaia di euro (120 milioni di euro solo la Margonara) con la finalità di approvare colate di cemento a essi connessi.

Margonara così continuerà il suo iter e concorrerà ai prossimi 9.800 posti barca in Liguria, ma soprattutto ai 37.882 metri cubi di edilizia residenziale.

Quel che è peggio sarà la perdita dell’ultimo specchio d’acqua libero (8 ettari) e la definitiva modifica del suo paesaggio e della sua costa, che sarà come avverte l’ultimo Bollettino ONU, tra vent’anni, come il cinquanta per cento delle coste del Mediterraneo : cementato.

 Tutto in nome di uno sviluppo cui sembra credere, a Savona, incredibilmente anche il Presidente di Italia Nostra.

 Uno sviluppo in nome del quale si sono approvati i progetti e la costruzione del Crescent: l’enorme edificio-muraglione, alto cento metri che incombe sulla darsena del porto di Savona, il progetto e la costruzione del grattacielo Bofill, che insieme agli altri edifici limitrofi conta, oggi, solo ventitre abitanti.

Imprenditori e amministratori, dove la destra e la sinistra si confondono, in stretta collaborazione ora si accingono ad approvare e costruire il porticciolo e la torre della Margonara, proseguendo la corsa alla devastazione del territorio.

 In questo panorama anche l’architetto e l’ingegnere hanno perso il loro ruolo, nel completo silenzio, o meglio, “complicità” degli Ordini Professionali.

Essi potevano essere protagonisti delle trasformazioni del nostro territorio nel terzo millennio, così come accade in altri Paesi del mondo. Essi potevano lavorare in modo competente sulle trasformazioni sociali ed economiche delle nostre città, incidendo in maniera critica sugli interventi architettonici e urbanistici, diventando le figure chiavi della reale trasformazione.

Gli Ordini professionali savonesi hanno invece preferito, tra mille contraddizioni, rispondere nella migliore delle ipotesi a dettami commerciali dell’immagine e nella peggiore, al bieco profitto a scapito della qualità del progettato e alla valorizzazione e alla salvaguardia dell’ambiente.

  Nell’ultima riunione tenutasi a Savona proprio sulla Margonara , i Sindaci e gli imprenditori in pieno accordo,decidono di proseguire e di ritrovarsi in autunno, anche  perché in questo “splendido progetto” firmato Fuksas non è ancora chiaro quanta parte sarà occupata dalle destinazioni pubbliche, una delle prescrizione che il Sindaco fece molto tempo fa, e che sarà inspiegabilmente sfuggita ai numerosi redattori del progetto.

Non è neanche chiaro che fine abbia fatto la prevista passeggiata a mare e la proposta di sistemazione alla viabilità della zona, già peraltro fortemente compromessa: altra prescrizione del Sindaco, inspiegabilmente sfuggita.

Problemi di piccolo conto o facilmente aggirabili per chi dovrà realizzare l’affare.

Problemi la cui eventuale, quanto difficilissima, soluzione non minimizzerà l’orrore di un intervento che deturperà l’equilibrio urbanistico e ambientale della costa, di Albissola  e di Savona.

  Savona una città senza anima,  già costellata da inutili edifici di cattivo gusto, costose metrature per pochi,  forse solo disposti a fare una vacanza in una parte di Liguria che di Liguria non ha già più nulla.

                                                      ANTONIA BRIUGLIA

 

Fuori articolo:

 

In questa società italiana che sta crescendo tra mille contraddizioni e mille difficoltà, mi sento sempre più obbligata a dare la solidarietà a coloro che sempre in numero maggiore, appaiono danneggiati e isolati dal nostro sempre più individuale modo di far politica.

Fare circolare le idee, uscire allo scoperto, partecipare vuol dire anche ribellarsi a questo stato di cose!

 Perciò insieme con altri blog e quotidiani, solidarizzo con tutte le persone di colore, che sfruttate nel nostro Paese, cercano di inserirsi nella nostra controversa società.

                          “SIAMO TUTTI ABDUL”