- SETTORE ECONOMICO: caduta
verticale della Produzione Agricola Tradizionale;
- SETTORE SOCIALE: accentuazione
della Povertà o, meglio, accentuazione del dislivello finanziario
tra Ricchi e Poveri;
- SETTORE AMBIENTALE: incuria
delle Foreste, dei Boschi, dei Campi con conseguente crollo della
Biodiversità Animale e Vegetale.
Qualche attento lettore di questi miei scritti
potrà accusarmi di avere una visione riduttiva, se non addirittura
pessimistica sull' avvenire del Mondo; potrà sostenere che le future
innovazioni tecnico-scientifiche saranno destinate ad attenuare
queste ipotetiche diseguaglianze ed, addirittura, a creare
situazioni o oasi di benessere in molte parti del Mondo.
Altri lettori potranno obiettare che l'eventuale
futuro squilibrio, da me ipotizzato, potrà interessare determinate
aree del nostro Pianeta e non certo l' Italia, la quale sarà in
condizioni di superare, con la sua innata duttilità, eventuali
squilibri nei settori sopra citati.
Ma, io vorrei far riflettere ulteriormente questi
amici, incominciando ad osservare attentamente, con loro, anche la
SITUAZIONE ITALIANA.
Ed, allora, andiamo a leggere quanto riportato da
un recente Rapporto (Agosto 2008), elaborato, congiuntamente, da
Conf-Commercio e Lega Ambiente:
- In Italia, si trovano in una situazione di grave
crisi molti PICCOLI COMUNI, ubicati
nelle nostre zone montane e collinari ed, addirittura, nelle nostre
pianure.
Infatti:
- Questi Paesi si stanno svuotando, perchè
abbandonati da Giovani ed ignorati dagli Immigrati; entrambi tendono
ad ammassarsi nelle Metropoli (per ragioni di studio e per la
ricerca di un potenziale lavoro);
- La popolazione, ivi residente, è costituita, in
buona parte, da Anziani sopra i 65 anni, lasciati, dunque a
presidiare paesini semivuoti;
- Per quanto riguarda il Settore Economico,
parlano eloquentemente i seguenti Dati:
- gli addetti al lavoro di questi
piccoli Paesi nel SETTORE INDUSTRIALE ED ARTIGINALE
rappresentano soltanto il 2,1 PER CENTO del totale
nazionale;
- nelle ATTIVITA' COMMERCIALI è attivo
solo l'1,5 PER CENTO degli occupati nel settore in
sede nazionale;
- l' ATTIVITA' AGRICOLA, fatti salvi
alcuni settori di nicchia, tende ad essere abbandonata dagli
abitanti di questi Paesini, perchè, tradizionalmente, poco
remunerativa.
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Va doverosamente osservato, in proposito, che se è pur vero che i
generi alimentari tendono, quasi quotidianamente, a salire di
prezzo, è altrettanto vero che l'entità di quest'ultimo viene ad
essere determinata e decisa dalla lunga ed articolata filiera
commerciale che sovraintende al settore; dal dettagliato esame di
questa filiera emerge che gli autentici beneficiari dell'alto prezzo
al dettaglio sono i grossisti dei mercati ed i commercianti e non
già i contadini produttori;
- il TURISMO porta poche risorse, perchè la
promozione dei luoghi e delle bellezze locali è carente; inoltre, le
strutture turistiche sono insufficienti per quantità e qualità;
- IL SETTORE SANITARIO è estremamente carente,
perchè, da tempo, sono spariti i Medici e le Ostetriche Condotte ed,
attualmente, stanno dissolvendosi anche i Medici di Base.
Nella Scuola, da almeno un decennio, è scomparso
il Medico Scolastico (abolito con provvedimenti legislativi ad hoc);
i Consultori Familiari si sono rarefatti.
Di fatto, oggi, la Sanità Italiana
Ospedalo-Centrica non entra più nella Società, nelle Famiglie, nella
Scuola.
- A sua volta, il SETTORE SCOLASTICO si avvia
verso l'estinzione; parliamo delle Primarie (Asili Nido e Scuole
Materne), delle Elementari, quelle più vicine alle Famiglie, quelle
radicate e diffuse nel territorio.
Le norme legislative previste nella Finanziaria
2008 ed il recente Decreto - Gelmini comporteranno la scomparsa del
Tempo Pieno, il ritorno del Maestro Unico (con la cancellazione
degli Insegnanti di Sostegno), e, con essi, l'eliminazione di
104.000 Classi funzionanti a Modulo e di 33.000 Classi a Tempo
Pieno; in buona (o cattiva) sostanza, ci troviamo di fronte ad un
attacco spietato al diritto dei bambini ad avere una scuola più
umana e più efficiente.
Il conclusione: allorquando un Paese di modeste
dimensioni perde progressivamente gli abitanti, si infoltisce
soltanto di persone anziane, perde la possibilità di avere una
scuola degna di questo nome, non concede ai giovani possibilità
concrete di lavoro, non è più dotato di Servizi Sanitari di Base, è
DESTINATO ALL' ESTINZIONE ed, ancora, una volta, le cifre parlano
chiaro nella nostra Italia:
- NEL 1996: i Comuni disagiati erano 2.830 (vale a
dire: il 35 PER CENTO DEL TOTALE);
- NEL 2006: sono diventati 3.556 (il 43,9 PER
CENTO DEL TOTALE);
- NEL 2016: saranno 4.395 (il 54,3 PER CENTO DEL
TOTALE)
Tra otto anni, quindi, il
DISAGIO ABITATIVO ED IL CONSEGUENTE RICORSO ALL' URBANIZZAZIONE
(che, oggi, interessa: 8,7 Milioni di Italiani) potrebbe essere una
realtà per 14, 1 Milioni di Cittadini, vale a dire il 24,1 della
Popolazione.
- Ma, il fenomeno diventa notevolmente più grave,
se noi facciamo riferimento alla nostra piccola ed amata
LIGURIA, la quale presenta, in negativo, il
più alto numero di Paesi a rischio estinzione; infatti, su
133 Paesi collinari e montani della nostra Regione, la Densità
Demografica è molto inferiore a quella Nazionale ( - 8 PER CENTO),
l'incidenza degli Under 14 sulla popolazione totale è del 10 PER
CENTO (la media nazionale è del 15 PER CENTO), mentre la media di
Anziani è del 29 PER CENTO (quella nazionale è del 18 PER CENTO);
questi piccoli Paesi, inoltre, sono minacciati dalla Crisi Economica
(vivendo, unicamente, su di una produzione agricola puramente
settoriale: vedi olivicoltura, floricoltura, viticoltura, etc.) sono
totalmente sprovvisti di Assistenza Sanitaria di Base e, per di più,
corrono il rischio di perdere un consistente numero di Scuole
Elementari (una ventina circa per la sola Provincia di Savona: da
Urbe a Stellanello).
- Ecco: carissimi amici; vi invito a riflettere su
tutto questo e, soprattutto, a pensare alle conseguenze future:
verso quale società ci stiamo incamminando?
Possiamo abbandonare le campagne e concentrare l'
attività umana soltanto sulle città?
Personalmente ritengo che questo non sia possibile
e, quindi, la mia risposta a quest'ultimo quesito è negativa e al
ragione di questo mio dissenso risiede nel fatto che la nostra
Italia (e, soprattutto, nella nostra Liguria) l'ambiente che ci
circonda non è soltanto un dono spontaneo della Natura, ma è anche
frutto della cura e del lavoro dell' uomo, protrattisi per secoli e
secoli; quindi, l' abbandono delle campagne e la crescente
urbanizzazione non sono soltanto fattori negativi per il
nostro ecosistema, per la nostra economia e per la nostra convivenza
civile, ma sono, soprattutto, un'offesa etica alla nostra storia ed
alla nostra tradizione, perchè sono destinati ad incidere sulla
nostra identità civile e culturale.
9 Settembre 2008
Aldo Pastore
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