LA SEDE
SAVONESE CHIUDE IL 26 SETTEMBRE DOPO 134 ANNI
“Per la Banca d’Italia
la trattativa sarà rapida”
Edificio rivendicato dal Comune, ma non si vuole un caso S.Paolo
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[FIRMA]MICHELE COSTANTINI LA STAMPA
SAVONA
Tra due settimane la sede della Banca d’Italia di piazza Mameli
chiuderà definitivamente i battenti. Dopo 134 anni la storica
filiale di Savona cessa l’attività nel rispetto del piano
riorganizzativo voluto dal governatore Mario Draghi. Un piano
che, con l’ingresso in Europa e la perdita delle decisioni in
politica monetaria delle banche nazionali, ha reso inevitabili i
tagli delle sedi provinciali con la soppressione di 33 filiali,
comprese quelle di Imperia e La Spezia, «allo scopo di
accrescere la qualità, l’economicità e l’efficienza dei servizi
offerti dalla Banca d’Italia».
Dal 26 settembre quindi, tutti i compiti svolti in oltre un
secolo dalla filiale savonese saranno attribuiti alla sede
regionale di Genova. Spiega la direttrice Elsa Ferrua: «La sede
di Savona, nel calendario nazionale, è la prima in Italia a
dover chiudere. Da lunedi 29 settembre il personale della Banca
si trasferirà a Genova per potenziare e intensificare l’attività
e le capacità operative della filiale del capoluogo. Anch’io -
continua - rinunciando per motivi familiari alla promozione
nella sede di Cagliari, mi trasferirò a Genova. Una cosa però è
certa e la ribadisco volentieri anche per tranquillizzare la
città: la sede di piazza Mameli sarà sempre presidiata e
vigilata e saranno mantenuti attivi i servizi tecnologici, così
pure la manutenzione attraverso periodici sopralluoghi. Non si
ripeterà, tanto per intenderci, un altro caso come quello del
vecchio ospedale San Paolo».
Rimane naturalmente da risolvere l’aspetto che riguarda la
proprietà del fabbricato, con il Comune che rivendica l’accordo
stipulato tra le parti nel lontano 5 aprile 1870. Una
convenzione che prevedeva, in caso di cessazione dell’attività
da parte della banca, il ritorno dell’immobile al Comune di
Savona, con il pagamento dei soli 4/5 della spesa sostenuta per
la sua realizzazione, che all’epoca era stata di 172 mila lire.
«Questa convenzione - precisa la direttrice Ferrua - è un dato
acquisito in possesso della Direzione centrale del patrimonio
immobiliare della Banca d’Italia a Roma. La volontà
dell’Istituto è quella di trovare una soluzione rapida
nell’interesse delle parti e della città. D’altra parte tutte le
sedi delle filiali provinciali in procinto di essere dismesse
sono edifici storici e prestigiosi, collocati in pieno centro»».
La sede di piazza Mameli, dopo la sua prima realizzazione
terminata nel 1874, ha subìto varie modifiche e ampliamenti. Nel
1948 il fabbricato venne completamente sventrato e ricostruito,
sopraelevato di un piano e allungato lateralmente da due corpi,
sina a raggiungere il confine con via Astengo. Anche di questo,
Comune e Banca d’Italia dovranno tenere conto nella complessa e
delicata trattative per il passaggio di proprietà. |
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