TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni Noi, gli autoconvocati! Senza gratificazione di comunicato stampa (è
preziosa, la cronaca cittadina!!!) e soltanto con le locandine
affisse da noi, ce l’abbiamo lo stesso fatta a realizzare cinque
appuntamenti di….letture dantesche, fra le molte amenità dell’estate
savonese. Grazie agli amici, grazie a chi ci ha ospitato,
abbiamo verificato una convinzione che già da tempo abbiamo
maturata: Dante, anche senza la splendida spettacolarizzazione di
Roberto Benigni, è un nostro diretto contemporaneo e non un vate
pedante. Nel rileggerlo, abbiamo verificato quanto egli
sia portatore di valori di cui attualmente c’è, secondo noi, gran
bisogno e come nella sonante bellezza dei versi e delle intuizioni
poetiche sorrette da una sorprendente cultura si esprima un maestro
di riflessione rispettosa e di vita. Il tema della violenza su Piccarda Donati,
smonacata a forza ci ha ripresentato la condizione femminile nella
società contemporanea, evolutasi, certo, ma anche più esposta a
rischi ed a sopraffazioni fisiche che, spesso, per pudore o per
sottomissione culturale, non affiorano alle cronache. La “staffetta” fra Virgilio e Beatrice all’apice
del Purgatorio ci ha fatto, con piena attualità, rimeditare sui
rapporti (meglio sarebbe dire sulle allocazioni) tra scienza umana e
fede,di pieno e reciproco rispetto. Dante, uomo che conquista la
fede, non dimentica i suoi maestri (da Brunetto Latini al poeta
dell”Eneide”) di cui parla con riconoscente e virile dolcezza. E
così fosse; e così sia nella nostra scuola di oggi!) E non li
ritiene per nulla in errore; non li giudica. Soltanto gli fa velo la
malinconia di non averli con sé al di là della soglia dei dubbi. Il tema della discendenza (Carlo Martello) di
figli mediocri da ottimi padri ci ha costretto a ridiscutere, fatte
nostre le rampogne di Dante al suo ed al nostro tempo, di una
educazione che integri o corregga convintamente e convincentemente
le sinapsi di nascita che, per pigrizia,disvalore ed
incuria,lasciamo crescere senza, spesso, i “tutori”, quei robusti
bastoni che i coltivatori piantano presso il giovane virgulto ed ai
quali saldamente lo legano sorvegliandone l’eretta crescita. Ma, si
è detto, per “educare” occorrono valori condivisi che oggi poco si
vedono perché ossidati, definiti “antichi” (se lo sono è nella
forma,non nel contenuto!) e da riattivare con urgenza. Insomma, da Carlo Martello si è finiti…a
discutere di formazione scolastica e familiare e, soprattutto, a
chiederci chi e come forma…i formatori. Discussioni utili, serene e,
finalmente, fuor di “reality”! Iersera 25 luglio si è chiusa la serie delle
letture con due figure a tutto tondo: Catone Uticense (vedi come
aperto Dante: un suicida, sia pure in nome della libertà, promosso a
guardiano del Purgatorio! Che bel respirare, quando la religione non
sia ristretto formalismo che ha paura della riflessione!) Virgilio si sbraccia ad adularlo per aver
passaggio:untuoso, ricorda che anche Dante ama, come il grande
veglio,la libertà e, peggio, gli porta le occhiate tenere della
moglie Marzia, di sicuro non richiestone, dal Limbo. Catone gli risponde appena, con tono un poco
infastidito:non sono argomenti che tangano chi, come lui,possiede le
quattro grandi virtù civiche (prudenza,ovvero senno, giustizia,
fortezza e temperanza) splendenti al massimo grado. Se, invece,
avete una missione affidata,compitela,ma senza espedienti e
captazioni di benevolenza. E una,di lezione! La seconda subito dopo,quando tra le anime
sbarcate c’è il musico Casella,amico di Dante, e dopo tanta
fuliggine infernale ci si ferma alla gioia del canto. Catone non si
compiace d’arte,ma di doveri! Filate tutti via a purificarvi;alla
svelta! Virgilio,mortificatissimo,capirà ed elaborerà la “lezione”. Pensavamo iersera,illusi,certo,che qualche Catone
in parlamento o a Palazzo Chigi ci piacerebbe tanto,lo accoglieremmo
come maestro (e Dio sa se e ne mancano e se li vorremmo!),bisognosi
di lezioni e di chiarezze come siamo Ci siamo stati anche noi,in quest’estate,anche
senza reclamizzare una…pentolaccia a Repusseno (si fa per dire!) Ci
saremo ancora,con la nostra antica “Dante Alighieri”,perché abbiamo
veramente bisogno sì di…riforme,ma,soprattutto forse,di saggezza. Se avete voglia di inquisirvi e di fondar
valori,ci ritroviamo presto
Sergio Giuliani
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