Il caso Piaggio:
protagonisti e ruoli.
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Un'azienda che agisce di
prepotenza e nel totale disprezzo della comunità e pretende di
accollare a noi non solo i costi del trasferimento e degli immobili
ma anche il rischio d'impresa, ovvero l'acquisto dei macchinari,
creando un precedente cui qualsiasi imprenditore in crisi potrebbe
rifarsi, dicendo: "devo ammodernare ma non ho i soldi, se non volete
che licenzi, pagate o fatemi speculare". Così noi finalesi -salvo
non discriminare tra lavoratori a rischio-
potremmo dover pagare le imbiancature
dei soffitti, i macchinari delle cucine, i servizi degli hotel e i
pianoforti dei piano bar.
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Un'Amministrazione messa nell'angolo da più parti e incapace di
battere il classico pugno sul tavolo, il menefreghismo totale degli
altri Comuni che hanno cittadini in Piaggio e a cui non è chiesto
nulla.
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Un sindacato che si fa portavoce dei palazzinari, con
manifestazioni e
scioperi sponsorizzati dal padronato e
i lavoratori strumentalizzati per interessi non loro. Perché il
sindacato, e la CGIL in primis, non ha stretto la ditta perché
assolvesse alle richieste che da anni il Comune va facendo, ovvero
di conoscere i costi al dettaglio dell'operazione e di avere le
garanzie del mantenimento su lungo periodo dell'occupazione? Nel
momento in cui una città paga certe garanzie non sono "cosa nostra"
tra azienda e sindacati m devono essere di pubblico riscontro!
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Un territorio che uscità
compromesso irrimediabilmente dalla valanga di seconde case e
perderà capacità di attrarre turisti, come si ricava da uno Studio
del Touring Club commissionata dall'Amministrazione stessa forse per
il piacere di pagarla con denaro pubblico.
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Un ufficio tecnico comunale che, pagato da noi, lavora da mesi
forsennatamente sui progetti Piaggio, lasciando inevitabilmente
indietro tutto quanto il resto.
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Appartamenti di proprietà
che perderanno valore.
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Giovani sempre più in
difficoltà dinanzi al problema della prima casa e sempre più
costretti a rifugiarsi altrove e altrove portare vita ed energia.
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Un consulente (architetto
Casamonti) pagato come tale dal Comune che stronca il progetto.
- La
stampa nazionale che
ormai parla di un inciucio-Finale.
- Le
categorie economiche che finalmente hanno aperto gli occhi, e
cercano un modo last minute per mettersi di traverso.
- Una
lista civica-Cassandra (AltraFinale)
nata di fronte a cose come questa e MAI sostenuta a dovere nemmeno
nella richiesta di poter indire referendum su questioni
urbanistiche, per correre dietro a promesse e tatticismi
destro-sinistri di chi, volente o nolente, ha confezionato il pacco.
Non è consolante sentirsi dire ora: avevate ragione.
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Una Regione, quella dei
Ruggeri e dei Burlando, che decide molto e paga nulla.
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Una cittadinanza chiamata
solo a subire decisioni altrui. Possibile che questa comunità abbia
disimparato a difendersi?
Lo spettacolo andrà in scena
prossimamente e sarà rigorosamente vietato ai diciotto per oscenità
morale.
Gloria bardi