Albenga porto progetto
IL SECOLOXIX
ARRIVA il progetto del futuro porto ingauno, e a presentarlo è una grossa banca d'affari italiana, o meglio un gruppo bancario, d'intesa con un partner industriale americano specializzato nella realizzazione di strutture portuali.
La bozza del progetto è già stata visionata dalla giunta senza incontrare particolari resistenze, e la stesura definitiva dovrebbe essere ufficialmente depositata in Comune entro la prossima settimana.
Parte quindi ufficialmente l'avventura del porto turistico, un'avventura da una cinquantina di milioni di euro (a carico dei privati) che proseguirà nei prossimi mesi con l'esame del progetto da parte dell'amministrazione comunale e del tavolo Comune-Regioni, prima di passare all'affidamento vero e proprio.
Ma nei prossimi mesi potrebbero scendere in lizza anche eventuali nuovi investitori con progetti propri che poi toccherebbe a Comune e Regione confrontare con quello in arrivo nei prossimi giorni.
Il progetto è sicuramente ambizioso, prevede la collocazione del porto nella zona della vecchia darsena, con uno sviluppo che seguirà la linea di costa, senza andare ad invadere più di tanto con moli e pennelli lo specchio di mare antistante per evitare di causare danni non solo alle praterie di posidonie ma più in generale all'ambiente marino e alle correnti, e con passerelle sopraelevate per garantire a chi si troverà a passeggiare nelle aree portuali o sul lungomare di poter godere della vista sull'isola Gallinara.
Le volumetrie a terra saranno ridottissime, limitate cioè alla ristorazione e alle attività commerciali legate alla nautica. Un piccolo avanporto (sullo stile di quello di Loano) ospiterà gli scaletti di Lega Navale e Circolo Nautico, visto che le sedi attuali verranno assorbite dalle opere a mare, mentre lungo la diga foranea di levante dovrebbe essere recuperata una porzione di spiaggia (grazie alle correnti) stimata in circa il doppio di quella che verrà"consumata" dal porto.
Proprio in quella nuova porzione di arenile saranno ricollocati quei due o tre stabilimenti balneari che verrebero fagocitati dall'approdo, mentre i ristoranti e i bar avranno uno spazio all'interno del porto.
Nessuna sorpresa in vista per quanto riguarda il dimensionamento: lo scalo permetterà l'attracco di circa quattrocentocinquanta imbarcazioni, anche in questo caso in linea con le direttive regionali che non vogliono porti di dimensioni faraoniche.
Il progetto presentato dal gruppo bancario prevede anche una valorizzazione dello scaletto della Gallinara, per cui bisognerà trovare accordi con la proprietà.
In sostanza il piccolo approdo dell'isola potrebbe essere gestito in modo unitario con il porto principale, offrendo una migliore possibilità di visita all'isola o quantomeno al parco marino circostante.
«Le indicazioni della Regione sono chiare e condivisibili - commenta il sindaco Antonello Tabbò - e le applicheremo alla lettera.
Fare un porto vicino al centro città significa trovare già sul posto i servizi necessari o gli spazi per realizzarli, e mi riferisco anche alle zone residenziali, che in questo modo non verranno costruite ex novo andando a sottrarre territorio ad altre destinazioni.
Insomma non ci sarà una urbanizzazione selvaggia, ma si ragionerà su quello che già esiste.
Quanto al fatto di seguire la linea della costa senza una grossa espansione verso il mare garantisce che non si vada ad interferire con l'ambiente e con le correnti.
Quindi credo che avremo un porto con il più basso impatto ambientale possibile.
Proprio in questi giorni abbiamo avviato una serie di incontri con tutti i soggetti interessati, dagli stabilimenti balneari agli agricoltori, per verificare se esistano delle problematiche che non siano ancora state valutate.
Al momento mi pare che nessuno tra coloro che abbiamo incontrato abbia avuto motivo di opporsi.
Questo è solo il primo passo, e il cammino sarà lungo, ma è un passo importante per la città».
Luca Rebagliati