|
ARRIVA il progetto del futuro porto ingauno, e a presentarlo
è una grossa banca d'affari italiana, o meglio un gruppo
bancario, d'intesa con un partner industriale americano
specializzato nella realizzazione di strutture portuali.
La bozza del progetto è già stata visionata dalla giunta
senza incontrare particolari resistenze, e la stesura
definitiva dovrebbe essere ufficialmente depositata in
Comune entro la prossima settimana.
Parte quindi ufficialmente l'avventura del porto turistico,
un'avventura da una cinquantina di milioni di euro (a carico
dei privati) che proseguirà nei prossimi mesi con l'esame
del progetto da parte dell'amministrazione comunale e del
tavolo Comune-Regioni, prima di passare all'affidamento vero
e proprio.
Ma nei prossimi mesi potrebbero scendere in lizza anche
eventuali nuovi investitori con progetti propri che poi
toccherebbe a Comune e Regione confrontare con quello in
arrivo nei prossimi giorni.
Il progetto è sicuramente ambizioso, prevede la collocazione
del porto nella zona della vecchia darsena, con uno sviluppo
che seguirà la linea di costa, senza andare ad invadere più
di tanto con moli e pennelli lo specchio di mare antistante
per evitare di causare danni non solo alle praterie di
posidonie ma più in generale all'ambiente marino e alle
correnti, e con passerelle sopraelevate per garantire a chi
si troverà a passeggiare nelle aree portuali o sul lungomare
di poter godere della vista sull'isola Gallinara.
Le volumetrie a terra saranno ridottissime, limitate cioè
alla ristorazione e alle attività commerciali legate alla
nautica. Un piccolo avanporto (sullo stile di quello di
Loano) ospiterà gli scaletti di Lega Navale e Circolo
Nautico, visto che le sedi attuali verranno assorbite dalle
opere a mare, mentre lungo la diga foranea di levante
dovrebbe essere recuperata una porzione di spiaggia (grazie
alle correnti) stimata in circa il doppio di quella che
verrà"consumata" dal porto.
Proprio in quella nuova porzione di arenile saranno
ricollocati quei due o tre stabilimenti balneari che
verrebero fagocitati dall'approdo, mentre i ristoranti e i
bar avranno uno spazio all'interno del porto.
Nessuna sorpresa in vista per quanto riguarda il
dimensionamento: lo scalo permetterà l'attracco di circa
quattrocentocinquanta imbarcazioni, anche in questo caso in
linea con le direttive regionali che non vogliono porti di
dimensioni faraoniche.
Il progetto presentato dal gruppo bancario prevede anche una
valorizzazione dello scaletto della Gallinara, per cui
bisognerà trovare accordi con la proprietà.
In sostanza il piccolo approdo dell'isola potrebbe essere
gestito in modo unitario con il porto principale, offrendo
una migliore possibilità di visita all'isola o quantomeno al
parco marino circostante.
«Le indicazioni della Regione sono chiare e condivisibili -
commenta il sindaco Antonello Tabbò - e le applicheremo alla
lettera.
Fare un porto vicino al centro città significa trovare già
sul posto i servizi necessari o gli spazi per realizzarli, e
mi riferisco anche alle zone residenziali, che in questo
modo non verranno costruite ex novo andando a sottrarre
territorio ad altre destinazioni.
Insomma non ci sarà una urbanizzazione selvaggia, ma si
ragionerà su quello che già esiste.
Quanto al fatto di seguire la linea della costa senza una
grossa espansione verso il mare garantisce che non si vada
ad interferire con l'ambiente e con le correnti.
Quindi credo che avremo un porto con il più basso impatto
ambientale possibile.
Proprio in questi giorni abbiamo avviato una serie di
incontri con tutti i soggetti interessati, dagli
stabilimenti balneari agli agricoltori, per verificare se
esistano delle problematiche che non siano ancora state
valutate.
Al momento mi pare che nessuno tra coloro che abbiamo
incontrato abbia avuto motivo di opporsi.
Questo è solo il primo passo, e il cammino sarà lungo, ma è
un passo importante per la città».
Luca Rebagliati
|
|