TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
PRESI PER
IL COLLO…
…e per il culo.
Sintetizzerei così la performance di questo governo, dopo tante
aspettative elettorali.
Provo un conato di
vomito ogniqualvolta sento e vedo Berlusconi e il suo palafreniere
alla giustizia tuonare contro la magistratura e minacciare, anzi
promettere (e qui non saranno più promesse da marinaio) di
“riformare la giustizia”. Ahinoi!
Quello che più mi
indigna è lo spunto che di volta in volta scatena la loro ira:
l’ultimo è l’arresto e l’isolamento in carcere di Ottaviano Del
Turco, di cui giurano a priori l’innocenza e quindi condannano
l’ingiusta e crudele detenzione. Seguono le solite invettive contro
i giudici, e il giuramento, appunto, di riformare la giustizia.
Berlusconi aveva due strade per sistemarle sue magagne giudiziarie:
a) andare al governo e cambiare le leggi a lui ostili; b) denigrare
e delegittimare i giudici, quando applicano le leggi esistenti. È
riuscito a seguire entrambe le strade.
Ma cribbio, gli
italiani hanno votato un presidente del consiglio di questa levatura
morale? Uno che si identifica sempre con i condannati o gli
inquisiti, evidentemente perché si sente uno di loro? Uno che è
entrato in Parlamento portandosi dietro una schiera di valletti,
pronti sempre a dire “Yes, Sir” ogni volta che il capo ordina cosa e
come votare, nel più totale dispregio delle priorità di una nazione
sempre più impoverita, che aspetta pazientemente quanto invano che
dal Parlamento esca almeno un singolo provvedimento che vada
incontro ai cittadini e non solo alle esigenze e alle turbe
giudiziarie e senili del boss. Il tale politico, o un’intera giunta
regionale, viene arrestato per concussione e cento altri capi
d’accusa? No, così non va, bisogna riformare la giustizia! Una
clinica viene scoperta, grazie a intercettazioni telefoniche, a
effettuare interventi tanto orribili quanto inutili, se non a
riempire le tasche dei chirurghi? Bisogna proibire le
intercettazioni, solo perché è a causa loro che il gran capo viene
scoperto a vantare le sue capacità amatorie e a mescolare
disinvoltamente affari pubblici e avventure private. Insomma, di
fronte a certi reati, anziché promuovere leggi per prevenirli o
castigarli più severamente, ci si scaglia contro le Procure che li
hanno scoperti e si macchina di emanare leggi che impediscano di
scoprirli. Ma da che parte è schierato questo governo? Dalla parte
degli onesti o dei rei? O vuol far passare per reo chi persegue e
scopre i colpevoli, anziché far finta di niente e conformarsi ai
comportamenti omertosi cui la classe politica ci ha ormai
assuefatti?
Ha ragione
Tremonti quando nel suo libro “La paura e la speranza” dice che gli
italiani non votano più per un nuovo governo, ma sempre e soltanto
contro il governo in
carica, quale che sia. Il che, in altre parole, oltre ad ammettere
che non ci si chiede di votare altro che persone incompetenti e/o
corrotte, significa che questo sistema elettorale e parlamentare ha
fatto il suo tempo e non risponde più minimamente ai bisogni e alla
volontà dei cittadini, che nessun governo ormai più rappresenta. E
se il precedente governo Berlusconi ha resistito per un’intera
legislatura, ciò non è dovuto al suo buongoverno, ma al fatto che la
coalizione obbediva compatta ad ogni ordine del capo, pur di non
cadere; insomma, un governo si regge non in base alla sua capacità
di governare, ma solo grazie alla collusione degli uomini della
maggioranza. Questo va a detrimento dei governi di centro-destra,
gli unici che riescono a durare 5 anni, in quanto denuncia la loro
parentela ideologica con il sistema mafioso, dove è il comune
interesse a legare tra loro i suoi membri, mentre sono l’impotenza e
la paura a determinare l’acquiescenza della gente. Eh sì, caro
Tremonti, è la paura (non certo la speranza, che muore dopo ogni
tornata elettorale), quella che ci tiene tutti sotto il tallone
delle istituzioni, che usano come deterrente multe, ingiunzioni,
mandati di comparizione, pignoramenti, nonché i mitra spianati di CC
e GdF, quando intimoriscono i normali cittadini, magari con
perquisizioni all’alba, stile Gestapo. Difficile dire se i cittadini
“normali” abbiano via via più paura dei criminali o delle forze
dell’ordine: il caso Clementina Forleo insegna. Quindi la paura
paralizza ogni palpito di libertà, anzi di liberazione da una
nomenklatura, ormai in marcia verso il modello sovietico, mentre
giornali e TV ci mostrano la felice esistenza di quanti ci governano
e ci sfruttano, chiacchierando ogni giorno di temi che interessano
solo loro. Tutto questo mentre il genero di Caltagirone, Casini,
tuona contro i tagli alle forze dell’ordine, in nome della
sicurezza: sicurezza da chi, viene da chiedersi, dopo quanto è
avvenuto al G8 di Genova?
Se non fossimo una
nazione di popoli, ma un unico popolo coeso, gli ingredienti per una
rivoluzione cruenta ci sarebbero tutti. Ma gli italiani sono troppo
diversi tra loro per riuscire a partorire un progetto comune di
liberazione dalla cappa di irresponsabili e profittatori che vivono
alle nostre spalle, del frutto del nostro lavoro, nella convinzione,
purtroppo forse giusta, che non avremo mai il fegato di fare quanto
si è fatto negli ultimi anni di guerra (grazie all’intervento di
forze esterne, però). Eppure una rivoluzione ci sarà, ma dall’alto;
e sarà figlia, anzi figliastra, della crisi economica devastante che
sta avanzando a colpi di fabbriche e banche fallite, di gente senza
lavoro, di giovani senza futuro: il terreno ideale per instaurare,
dopo un replay della Grande Depressione del 1929, il
Nuovo Ordine Mondiale,
programmato da David Rockefeller e da Bush senior (*), e auspicato
da Giorgio Napolitano qualche mese fa.
Nell’attesa, ci
tocca ascoltare ogni giorno un
premier che parla solo dei suoi problemi giudiziari, mosso solo
dalla paura di finire in manette per qualcuna delle sue prodezze
passate e che quindi s’industria per erigere intorno a sé un triplo
vallo difensivo: prima tramite una legge blocca-processi (centomila
per salvarne uno, il suo); poi tramite un salvacondotto per le
massime cariche dello Stato (con le altre tre che, a differenza di
lui, di questa legge non ravvisano la minima urgenza); e infine,
ultimo schifo, una legge per il ripristino dell’immunità
parlamentare. E tutti i membri della maggioranza assistono a questo
fiorire di nefandezze, plaudenti o addirittura zelanti nella loro
difesa; con Alfano che tuona contro il “partito giustizialista e
manettaro” e Gasparri che qualifica il CSM “una cloaca”.
E la Lega?
Personalmente avevo riposto sia pur timide speranze in quello che la
Lega avrebbe fatto se fosse andata al governo. C’è andata, e con una
valanga di voti. Ma anch’essa sembra paralizzata, forse per qualche
patto occulto di vertice col re Creso. Tuttavia, io credo che la
Lega sia l’unica carta in cui ancora gli italiani possano sperare,
perché è l’unico partito fondato sui bisogni reali della gente. Ma
le mie speranze si affievoliscono ogni giorno che passa, man mano
che il dominus prosegue
nelle sue invettive, nelle sue minacce, nei suoi programmi
deliranti.
Quale misura del
governo ha sinora tenuto conto della gravissima condizione economica
in cui versa il Paese, a parte gli spiccioli dell’Ici residua, più
che compensata dalla mancata detassazione degli aumenti della
benzina (il governo specula anche sulla speculazione!)? Non
permetta, la Lega, che questo disastroso modo di governare possa
continuare: ne ha la forza, perché è determinante per la tenuta del
governo. E se le cose non cambiano, non ci metta troppo a ripetere
il gesto di tanti anni fa: ne guadagnerà in stima e voti prossimi
venturi, magari cambiando alleato.
Marco Giacinto
Pellifroni
20 luglio 2008
(*) Vedi:
http://www.effedieffe.com/content/view/3900/179/
e
http://www.effedieffe.com/content/view/3904/179/. Due articoli
da brivido.
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