Mendatica/ Cronaca “surreale” di grandi annunci e ottimismo

ENTROTERRA IMPERIESE,

OPERAZIONE RILANCIO

Tra un tripudio di telecamere regionali, giornalisti, addetti, un elenco di promesse, ricette, speranze di Fabio Morchio (assessore regionale che ricorda “molti liguri sono un po’ rustici, gli imperiesi sono simpatici e mi trovo bene”), Gianni Giuliano (presidente della Provincia che annuncia “abbiamo sistemato 900 chilometri di strade provinciali per favorire il turismo”), Franco Amadeo (assessore al turismo che rende nota la stampa di 40 mila opuscoli, sulle 10 vallate dell’entroterra, destinati ai turisti e “mi impegno a ristrutturare al più presto la mia casa di Mendatica, per un decoro che oggi non è il massimo”)

di Luciano Corrado

 


Mendatica

Mendatica – Entroterra imperiese, operazione rilancio. A patto che…L’hanno promesso, davanti alla platea di cittadini, sindaci, pubblici amministratori, di tre tivù locali e alcuni giornalisti, l’assessore regionale alla Cultura, Fabio Morchio (un veterano), il presidente della Provincia di Imperia, Gianni Giuliano (tra i veterani) e il “volto nuovo” della politica, Franco Amadeo, assessore provinciale e vice presidente. Noticina fuori programma, Amadeo, sorridente, smagliante, ha promesso di ristrutturare, almeno per motivi di decoro della piazza della chiesa e del municipio, la casa paterna da anni in abbandono.

Un rilancio che, secondo le intenzioni degli oratori ufficiali, passa anche attraverso la buona stampa e la diffusione dell’opuscolo “Lo spettacolo è l’entroterra”: 40 mila copie (spesa?) con nuovo stile grafico, di impaginazione; linguaggio descrittivo semplice, sciolto, efficace.

Un “catalogo guida” per il turista.

Amadeo - ultimo ad intervenire dopo il sindaco di Mendatica, Emidia Lantrua (molto fiduciosa), il presidente Giuliano e l’assessore Morchio – ha esordito ringraziando a 360 gradi e soprattutto Imperia Tv, Primo Canale e Rai 3. Li ha ringraziati per l’impegno a far conoscere <il nostro bel Comune di Mendatica, il territorio, a cui sono legato perché qui è nato mio padre (Aldo Amadeo per anni presidente Coldiretti e parlamentare Dc, vicino a Paolo Emilio Taviani ndr).

Poi le lodi di Franco Amadeo <alla qualità degli amministratori dell’entroterra che da lustro e ci permette di essere ottimisti, nonostante le pochissime risorse finanziarie di cui disponiamo. Non bisogna però rassegnarsi al meccanismo di abbandono, alla mancanza di speranza>.

Franco Amadeo, astro nascente di Forza Italia nel ponente ligure,  un posto riservato in parlamento, ha bacchettato la Fondazione Carige (presieduta dal cav Flavio Repetto, genovese ed affidata nella distribuzione delle “risorse” a Pierluigi Vinai, savonese, inossidabile fede e pedina scajolana) perché stanno facendo scelte che hanno tagliato molti fondi ai Comuni, alle associazioni culturali, alle sagre.

<Ma noi – ha ricordato Amadeo – abbiamo puntato a privilegiare la qualità, le tradizioni del territorio. La nostra testimonianza è anche la diffusione di 40 mila copie di questo bellissimo opuscolo che farà conoscere l’entroterra. A questo si aggiunga la creazione del nuovo Sistema turistico locale, al quale mancano solo 3 comuni imperiesi. Però, dobbiamo dire alla Regione Liguria che dopo tre anni di lavoro non può farci mancare le risorse per rendere “Stl” funzionante, operoso. Abbiamo creato il Parco delle Alpi Liguri per far diventare un gioiello il territorio, trasformarlo in risorsa. E ancora, sono partiti i lavori della nuova Seggiovia di Monesi e ci proponiamo di farla arrivare in futuro fino al Saccarello.


Gianni Giuliano e Franco Amadeo

E’ un comprensorio di gran pregio, anche sciistico, al punto che pochi sanno che lo sceglieva Gianni Agnelli, era il 1965. Veniva e tornava dalla sua Sestriere. E’ l’unica pista al mondo che offre condizioni di innevamento primaverile. Dobbiamo puntare ad una stagionalità turistica di 12 mesi, perché il turismo mondiale non è in crisi, sta crescendo vertiginosamente>.

Per Gianni Giuliano <il neo parco è un’occasione di rilancio e valorizzazione. Con l’assessore regionale Morchio abbiamo intrapreso scelte importanti, abbiamo raggiunto intese.

Vorrei parlare senza retorica – ha proseguito Giuliano – ricordando che esistono 900 chilometri di strade provinciali e che in questi cinque anni le abbiamo sistemate tutte, proprio nell’ottica agevolare l’entroterra. Un entroterra bellissimo, ricco di storia, cultura, tradizioni, ma è un momento che il taglio delle risorse finanziarie alle Province, alle Comunità Montane, ai Comuni, ci impone più collaborazione e coesione.  Fare squadra. Ecco la mia testimonianza è quella del fare, con i fatti. Del resto io stesso vengo ogni anno alla festa patronale di Mendatica. Gli operatori economici, i giornalisti, tutti devono aiutarci a mandare avanti il rilancio>.

Fabio Morchio: <A differenza di molti liguri che io definirei un po’ rustici, gli imperiesi sono simpatici, si danno molto da fare per il loro entroterra, contribuiscono a tenere alto il nome di questa bella Regione. Qui, ci troviamo in uno degli angoli più belli d’Italia, con un entroterra straordinario, con una cucina molto diversa, con un mix turistico culturale di estremo rilievo. Il teatro Salvini di Pieve di Teco fa parte dei 15 teatri storici della Regione che in nessun’altra parte d’Italia troviamo.

Infine il parco delle Alpi Liguri, l’area protetta, come risorsa, sviluppo. Consente a Imperia di entrare in un sistema nazionale ed internazionale di promozione>.

I presenti, un’ottantina, diversi foresti, non era previsto che intervenissero, giornalisti compresi.

Da cronista alcune riflessioni, a voce alta, raccolte.

Un giovane artigiano di Mendatica: <Bene, benissimo, ci hanno raccontato, descritto le ultime novità. Vuol dire che presto vedremo questi politici, rappresentanti delle istituzioni, magari giornalisti di grido, investire un po’ di soldi anche nelle nostre aree. Rilevare alberghi e ristoranti chiusi, o in fase di chiusura. Farsi finanziare dalle banche per nuove strutture ricettive. Perché senza nuovi alberghi, senza nuova capienza, senza ristoranti, non si va da nessuna parte. Le solite parole che ascoltiamo da 20-30 anni. I turisti non vengono, o fanno il mordi e fuggi. Non basta il mese di agosto a popolare, far ritornare alle loro case chi è fuggito>.

Un pensionato, pendolare Mendatica-Imperia: <Qui la gente continua a scappare, muoiono i vecchi, i giovani non hanno opportunità di lavoro. La speranza non si da a parole, ma dimostrando con i fatti interventi che favoriscono l’apertura di negozi, di alberghi, ristoranti. Invece si pagano le tasse come in città. I lacci burocratici. Non ci sono agevolazioni. Le banche ti mettono interessi ancora più alti. Io ricordo gli annunci di rilancio di Monesi, ma anche della nuova stazione sciistica nella Valle dell’Angelo a Mendatica. In paese c’erano sette alberghi e pensioni, ne sono rimasti tre, solo un agriturismo è aperto tutto l’anno, grazie ai sacrifici dei proprietari, della famiglia. Al loro spirito di abnegazione totale. Non va meglio, in quanto ad alberghi e ristoranti, strutture ricettive, a Cosio d’Arroscia (alberghi spariti), a Rezzo, a Pornassio, Nava fa un po’ eccezione anche grazie al passaggio sulla statale>.


La conca di Monesi

Già, i politici di turno, o collaudati dal lungo potere, seminano speranza, fiducia. Ripetono alla noia, da anni, che scarseggiano i soldi pubblici. Forse basterebbe recarsi in Alto Adige dove la provincia autonoma ha dato priorità prima all’alta montagna, alla valorizzazione delle vecchie baite, poi della media montagna, fino a scendere nelle valli. In Alto Adige, o in Val d’Aosta, si sarebbe evitato che piccoli gioielli come Monesi vecchio fossero sfregiati dal cemento, facendo perdere di valore pure ai vecchi tecci.

Nei primi anni ottanta sul Secolo XIX e sulla Gazzetta del Lunedì, scrivevo (decine di articoli) che il declino di quella che era stata considerata a ragione la “piccola Sestriere”, cioè Monesi e i riflessi sulle vallate, si vinceva con interventi rapidi, congiunti di Comuni, Provincia, Regioni, banche ( credito), aiutando chi già operava. Ad iniziare dalle agevolazioni fiscali. Dando loro, come dice Sant’Agostino la speranza della ragione, non dell’illusione.

Invece il balletto preferito era il ping pong con i fratelli Terenzio ed Enrico Toscano, proprietari della montagna, da sempre contrari alla cementizzazione di Monesi nuovo. Ai vari accordi, in questo senso, proposti da amministratori, politici ed imprenditori imperiesi. Monesi si è spenta, con essa il lumicino della resistenza della gente delle vallate.

Sarà un ente parco, già lottizzato dai partiti, sia soverchiato da spese, in fase di diventare uno dei tanti carrozzoni, a rilanciare Monesi? Sarà la nuova seggiovia, la sua utilizzazione solo invernale (imposta dal Via), sarà il miracolo della neve assicurata a ricreare la Monesi dello sviluppo? Dei finanziamenti delle banche, di chi è disposto a rischiare di suo? Speriamo che siano in molti, ad iniziare dagli imprenditori imperiesi-amici della politica, del potente di turno, a farsi avanti. Dare il buon esempio, incoraggiare. Senza quell’andate, io vi seguirò, di storica nomea militare.

Concludiamo offrendo ai lettori di Trucioli Savonesi, un passo che fu scritto in tempi diversi e forse per una sorte stranissima, ripetuto in libri, pubblicazioni e riviste, quasi copiato. Parole, in parte, dell’on Aldo Amadeo, completate da Manfredo Manfredi, aggiunte da Maurizio Scajola e Andrea De Filippi, ai tempi in cui era presidente dell’Unione delle Camere di Commercio Liguri.

Ecco, scolpite: <…Un mare che ha fatto in un certo senso dimenticare la Liguria interna, facendole progressivamente perdere popolazione ed importanza nel generale contesto della regione e della Provincia di Imperia. Si impone pertanto un’opera di riequilibrio dell’ambiente regionale, un’opera che metta al servizio della regione il grande potenziale turistico delle sue zone interne, che serva da contrappeso all’affollamento della fascia costiera, del suo frenetico sviluppo edilizio. Un entroterra dove in certe aree, in certi periodi dell’ann,o tocca livelli non più accettabili>.

Cosa è cambiato, si potrebbe chiedere al trio Morchio, Giuliano, Amadeo-figlio, dall’ultima pubblicazione (1988), vent’anni fa, ad oggi?  Cosa si è fatto, non a parole, non con le manifestazioni (vedi quella della Lavanda a Nava dove non c’è più una piantina, che bufala! Che presa in giro!), per arrestare la Caporetto? Oggi, domani, dopodomani?

Luciano Corrado