In vendita i "manganelli del Duce", molti ragazzi tra i clienti
caso politico e di costume per le scelte di un tabaccaio
IL SECOLOXIX
L'Anpi e l'opposizione attaccano: «Segnali preoccupanti e un'offesa per i cittadini che hanno subito il fascismo»


16/07/2008
FINALE. Motti e icone inneggianti il fascismo riportati su magliette, portaceneri, ma anche su tazzine da caffè e perfino su manganelli in legno su cui campeggiano frasi del tipo "dux mea lux", "boia chi molla", "dux Mussolini".
Tutti oggetti a quanto pare gettonatissimi fra i ragazzi e venduti nella tabaccheria di Franco Poggi, situata sotto gli archi di piazza Vittorio Emanuele, accanto allo storico Caffè Caviglia. Ma la vicenda rischia di diventare un caso estivo, politico e di costume. Politico per le reazioni sdegnate che stanno venendo fuori, di costume perché ora si scopre che fra i giovanissimi certi simboli di un passato da dimenticare sono invece richiestissimi.
Nel negozio non si trovano solo i giochi da spiaggia, i souvenir, le cartoline o gli oggetti di cosmesi. Ma interi espositori, interni ed esterni al negozio, sono pieni di magliette ed uno di questi è traboccante degli oggetti più disparati e in continuo riassortimento, dove c'è una vasta scelta di articoli con l'icona di Mussolini, ma anche di Che Guevara. Insomma non si può dire che non sia rispettata la par condicio.
Ma quello che più sorprende è che, ad avere la predilezione soprattutto dei giovani, ma anche degli anziani, finalesi e turisti, resta il Duce. Su 220 oggetti venduti, 200 riportano l'icona del Duce e il 90 per cento degli acquirenti sono giovani.
Sarebbero anche i giovanissimi, a partire dall'età delle scuole medie inferiori, ad essere molto attratti da questo tipo di oggettistica, in particolare dagli accendini della stessa serie che sono andati letteralmente a ruba.
Naturalmente non possono essere venduti ai minorenni e Poggi se ne guarda bene, i manganelli che invece sono ricercatissimi da giovani, ma anche da anziani.
Addirittura quando arrivano le scolaresche in gita a Finale Ligure, questi gadget diventano l'oggetto del desiderio e molti di loro escono dal negozio, invece che con la cartolina di Finale o con i souvenir del mare, con magliette o oggetti riportanti motti e icone in cui identificano un certo periodo della storia italiana o personaggi di una certa idea, sicuramente lontana da quella democratica, in cui dovrebbero essere cresciuti.
Ma sono molti anche i finalesi che trovano di cattivo gusto questo tipo di vendita e che hanno segnalato il fatto, presentando più di un esposto ai carabinieri e alla polizia municipale, per denunciare la messa in commercio di oggetti che, peraltro, non possono essere considerati reato, a meno che non vengano ritrovati nel contesto di un reato stesso. Cosa mai accaduta finora.
Ma c'è anche chi, per paura di dover subire conseguenze, ha voluto segnalare la situazione rimanendo però nell'anonimato.
Franco De Sciora, consigliere comunale di minoranza e Domenico Maglio dell'Anpi finalese parlano di un segnale preoccupante che rappresenta anche un'offesa per quei cittadini che il fascismo l'hanno subito e delle cui atrocità portano i segni.
«Si potrebbero forse tollerare le magliette - dice De Sciora - ma i manganelli sono davvero esagerati». Ha aggiunto Maglio: «Condanno tutto questo».
Il sindaco di Finale, Flaminio Richeri, non si sbilancia e si limita a dire: «Anche se non comprerei mai oggetti del genere, ritengo ci sia libertà di commercio e quindi noi non possiamo in alcun modo entrare nel merito della questione».
Eppure non sono poche le persone che, entrando in tabaccheria, chiedono spiegazioni al commerciante sulla messa in vendita di questa merce.
Silvia Andreetto


«Propongo quello che il mercato più richiede»
il commerciante
Si difende così Franco Poggi, il quale aggiunge: «Sono articoli che piacciono soprattutto ai clienti più giovani»


16/07/2008
«SONO UN commerciante e vendo quello che richiede il mercato. Sicuramente ci siamo meravigliati del successo che tali oggetti hanno riscosso ma al di là di quello e con la crisi che c'è il mio compito è quello di proporre alla clientela quello che richiede».
Esordisce così Franco Poggi, titolare della omonima tabaccheria di Finalmarina, contattato a seguito delle segnalazioni giunte a "Il Secolo XIX" che condannano la vendita di oggetti con icone e motti inneggianti il fascismo. «E' circa un anno che vendo questo tipo di oggetti, anche se avevo iniziato a proporre solo le magliette e solo successivamente ho introdotto anche gli altri articoli della serie - ha detto Poggi - Sono stati però i manganelli ad aver sollevato le polemiche, anche recenti, di persone che non condividono tale tipo di vendita ed è per questo che andrò all'esaurimento e non li riassortirò più».
E aggiunge, quasi a sua discolpa: «Vorrei però far notare che, solo qualche mese fa, nelle edicole anche di Finale venivano vendute spille commemorative della svastica e nessuno, a quanto mi risulta, ha avuto nulla da dire in merito. Comunque tengo a precisare che non tengo questi articoli a seguito di una certa idea politica ma solo ed esclusivamente perché sono un commerciante e pertanto devo dare al mercato quello che il mercato chiede».
Ed infatti non è stata fatta una scelta univoca sul Duce, visto che anche Che Guevara è uno dei soggetti prescelti, ma non c'è paragone in quanto a preferenze. «Gli articoli che ricordano Mussolini - conclude Poggi - hanno la meglio soprattutto tra i più giovani».
S. An.