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AL SENATO IL PD fa harakiri in commissione trasporti sulla
nomina di Rino Canavese al vertice dell'Autorità portuale
savonese. La conferma del presidente uscente è passata
infatti con i voti dei commissari del Pdl e della Lega
(undici) e l'astensione - che al Senato è equiparata al voto
contrario - dei commissari del Pd e dell'IdV, capitanati dal
livornese Marco Filippi (sette).
Oggi si replica in commissione trasporti alla Camera ed il
Pd ha già annunciato che questa volta il voto sarà positivo.
Ma la ferita sarà dura da rimarginare. La nomina di Canavese,
infatti, era stata concertata da tutti gli enti locali
(Comuni, Provincia, Camera di Commercio, primo firmatario il
sindaco di Savona Federico Berruti) e il presidente della
Regione Claudio Burlando aveva a sua volta acceso la luce
verde. Insomma, quello che è accaduto in Senato è arrivato
come uno schiaffo a Savona, alla Liguria, al Pd ligure e
alla capacità di chi lo guida di fare da cinghia di
trasmissione tra il territorio e Roma (il coordinatore
regionale Tullo, tra l'altro, come deputato, è proprio in
Commissione trasporti). I più maliziosi vi hanno voluto
leggere un accenno di congiura tosco-romana contro i porti
liguri. Sicuramente è stato un incredibile e inatteso regalo
alla maggioranza di centrodestra. Dura la reazione del
segretario provinciale Giovanni Lunardon, del sindaco
Berruti, e di tutti i parlamentari liguri - a partire dal
savonese Massimo Zunino - che nel pomeriggio hanno firmato
una nota congiunta per esprimere l'amarezza e il dissenso
per quanto accaduto. Intanto il Pdl accusa il Pd ligure di
non contare nulla a Roma. Mentre il presidente della
Provincia Marco Bertolotto torna ad attaccare il suo ex
partito.
In commissione c'era il senatore azzurro Franco Orsi:
«Questo episodio è l'ennesima dimostrazione di come il Pd
sia allo sfascio e a rimorchio dell'IdV - dichiara Orsi - e
di come non esistano comunicazioni interne a quel partito».
E aggiunge: «Questo è quello che accade quando si fanno
liste senza esponenti dei territori». All'attacco anche il
consigliere regionale Pdl Matteo Marcenaro che annuncia
un'interrogazione urgente al presidente Burlando: «Burlando
non ha più credito tra i suoi colleghi di partito romani.
Sarebbe bastata una telefonata al capogruppo della
commissione». Burlando, dal canto suo, pur amareggiato getta
acqua sul fuoco: «È stato un errore tecnico non politico». E
aggiunge: «Alla Camera sarà diverso. Al Senato non avevano
capito che quella di Canavese non è una candidatura del
centrodestra, ma condivisa dal territorio, a partire da me e
dal sindaco Berruti». I parlamentari liguri hanno scritto
una nota firmata anche da Andrea Lulli (toscano come
Filippi), quasi a voler implicitamente dissipare i dubbi di
congiure di palazzo. Massimo Zunino, Mario Tullo, Andrea
Orlando, Roberta Pinotti, Giovanna Melandri e appunto Lulli,
parlano di «stupore e amarezza». Definiscono la scelta di
Filippi «sbagliata. Per il giudizio estremamente positivo
per il lavoro svolto da Canavese. E perché l'indicazione
vedeva l'intesa tra gli enti locali e la Regione, un accordo
ampio, bipartisan che riteniamo vada rispettato».
Antonella Granero
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