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È UNA TORTA al sapore di veleno quella servita per il primo
compleanno del centro socio-sanitario dell'istituto "Ottavia
Amerio Ferrero" di Vado. Appena tre mesi dopo il primo
anniversario dell'inaugurazione, i problemi che la struttura
sta attraversando sono venuti a galla tutti insieme,
sollevati dalla durissima presa di posizione da parte delle
segreterie savonesi dei sindacati confederali, Cgil Cisl e
Uil. In vista dell'incontro con la proprietà previsto per
martedì, i sindacati non nascondono forti preoccupazioni per
il futuro del polo sanitario vadese, sia sotto il profilo
finanziario sia sotto quello dei servizi. Denunciano la
mancanza di una gestione finanziaria in equilibrio e di un
piano industriale di sviluppo. E anche la rescissione dei
contratti di alcune cooperative di servizi impiegate
nell'azienda - e della minaccia di altre di seguire la
stessa strada - per via dei crediti vantati e non ancora
incassati.
La grande struttura che sorge immediatamente alle spalle del
centro di Vado è stata inaugurata in pompa magna l'anno
scorso alla fine di marzo. Il complesso socio-riabilitativo
della Fondazione Ferrero ha dato la precedenza ai reparti
dedicati agli anziani ospiti della casa di riposo comunale.
Il programma prevede l'entrata in funzione di tutti gli
altri reparti in modo graduale, dai settori della
riabilitazione per disabili e traumatizzati, al centro per
lo studio dell'Alzheimer, l'assistenza in convenzione con
l'Inpdap, fino ad arrivare alle funzioni di "country
hospital", l'ipotizzato ospedale di distretto, in cui un
gruppo di medici di medicina generale potrà svolgere
prestazioni ambulatoriali.
Ma i problemi organizzativi, prevedibili all'avvio di ogni
nuova attività, si sono protratti nel tempo. «La Fondazione
Ferrero - scrivono in una allarmata nota i segretari
confederali Ileana Scarrone (Cgil), Gloriana Bosio (Cisl) e
Luciano Ravazza (Uil) - non è stata in grado di garantire
una gestione economico-funzionale in equilibrio; di
predisporre un progetto di programmazione e gestione
dell'attività socio-sanitaria anche per il futuro, ossia un
piano industriale concreto; di attirare in una struttura,
certo dalle dimensioni ambiziose ma di qualità, persone
anziane e non solo con bisogni sanitari complessi ed offrire
loro risposte e servizi privati». Ai problemi gestionali si
aggiunge il fatto che alcune delle cooperative che
gestiscono parte dei servizi hanno rescisso i contratti a
causa dei crediti che non riuscirebbero ad incassare. Per i
sindacati la questione riveste una notevole importanza dal
punto di vista occupazionale, dato che nel centro della
Ferrero operano a vario titolo oltre 150 persone.
«La nostra preoccupazione - aggiungono i sindacalisti -
riguarda anche la continuità assistenziale per gli ospiti
che risultano essere, insieme ai lavoratori che si occupano
di loro, la parte più debole e "senza voce", la parte che
subirà, a seconda di come si concluderà la vicenda, un
futuro precario ed incerto». Nel corso dell'incontro di
martedì Cgil, Cisl e Uil chiederanno alla Ferrero un impegno
concreto e tempestivo per reperire liquidità per risolvere
la situazione debitoria, soprattutto con i fornitori dei
servizi. Inoltre sarà chiesto un piano strategico che
consenta un rafforzamento ed uno sviluppo delle attività
socio-sanitarie, anche in prospettiva futura.
«Riteniamo utile coinvolgere l'Assemblea dei Sindaci, organo
di programmazione delle attività socio-sanitarie, chiedendo
l'individuazione dei fabbisogni di posti letto di
residenzialità extra-ospedaliera per il territorio
provinciale», concludono i rappresentanti sindacali.
Il centro "Ottavia Amerio Ferrero" offrirà a regime 320
posti letto totali, seguiti da un personale costituito da
250 operatori, per la sua realizzazione la Fondazione ha
affrontato un investimento complessivo di circa 43 milioni
di euro.
Giovanni Vaccaro
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