FERRANIA
IL SECOLOXIX
LA PROVINCIA aveva già fissato prima di Ferragosto, il 12 per l'esattezza, la conferenza per esaminare ufficialmente il progetto e arrivare in autunno all'approvazione definitiva. In Comune a Cairo erano già al lavoro su come organizzare i controlli del futuro rumore prodotto dagli impianti e avevano già individuato i siti in cui stoccare i 500 mila e rotti metri cubi di terra provenienti dal futuro sbancamento della collina, nel sito del circolo ippico "La Marcella", per far posto al maxi impianto per la lavorazione dell'acciaio e produzione di laminati. Progetto che seppur in chiave preliminare era già stato consegnato dai tecnici di Vittorio Malacalza agli amministratori locali con proiezioni e fotomontaggi per far capire la collocazione dell'enorme "scatolone" nel sito Ferrania. E già si discuteva dei corsi di formazione per i lavoratori che da operai "chimici" sarebbero diventati "metalmeccanici".
Sono i dettagli, ma ancor prima si era già studiata la viabilità di accesso. Una settimana fa l'amministratore delegato Giuseppe Cortesi, a Cairo, durante una cerimonia istituzionale aveva rassicurato gli amministratori: "Tutto procede". E adesso con il cambio di assetti e l'uscita di Malacalza? Il timore di sindacati ed enti locali è che nelle aree Ferrania gli armatori Messina, unici proprietari adesso, vedano fattibile un deposito di loro container, secondo quanto tuonano dalla segreteria ligure della Cisl. Così riassume lo scenario il segretario generale Sergio Migliorini: "Se tutti i piani industriali concordati non saranno rispettati, il signor Messina (Stefano) può tornare tranquillamente a bordo delle sue navi. E se l'idea fosse sciaguratamente quella di utilizzare l'area per farne un ennesimo deposito di container, ci basta già Cornigliano". Dalla Provincia di Savona allargano le braccia increduli davanti al colpo di scena della "fuga" di Malacalza: "Siamo increduli e senza parole, sino ad oggi gli interlocutori che avevamo davanti li ritenevamo credibili, non abbiamo mai avuto la sensazione di essere presi in giro, o di presenziare a riunioni tanto per passare il tempo- spiega l'assessore provinciale all'industria Roberto Peluffo che ha avuto l'occasione di studiare il progetto- come Provincia abbiamo fatto e preso le cose sul serio, lo dimostrano gli atti prodotti, e ricevuti. Avevamo deciso di lavorare con gli uffici anche ad agosto per fare prima".
In Comune a Cairo sono senza parole. La rabbia è tanta. "Ci credevamo nel laminatoio, e forse eravamo costretti anche a crederci, ma non è possibile che da un ente territoriale come il nostro agli enti sovraordinati, ai sindacati, siano stati tutti presi in giro. Nessuno sapeva niente. C'è qualcosa sotto che ci sfugge. Interessi legati ai nuovi scenari governativi, alla grande industria. Non vogliamo che ritornino alla mente vecchi progetti del passato legati all'energia" commenta incredulo il sindaco Fulvio Briano. Va giù duro l'assessore comunale allo sviluppo economico Franco Caruso: "E adesso chi paga tutto il lavoro fatto e i viaggi a Roma? Non ne possiamo più di questi industriali genovesi che vengono a fare industria con i soldi pubblici". Esasperato si dice pronto a chiedere l'intervento della magistratura: "Chiediamo chiarezza. Questi imprenditori ci hanno portato a spasso, dopo aver rilevato Ferrania senza debiti dalla gestione commissariale. Non siamo tornati indietro, al punto di inizio della crisi, perché adesso è tutto finito". Ieri pomeriggio il segretario provinciale Cgil, Francesco Rossello, si auspicava una smentita da parte del gruppo Malacalza, mai arrivata. Il segretario dei chimici Cgil Fulvio Berruti: "Sono stati impegnati soldi pubblici, è stato concordato un percorso di cassa integrazione su misura per i tempi di entrata in funzione del laminatoio voluto da Malacalza. Adesso che facciamo, ricominciamo da capo?
Pino Congiu, segretario dei "chimici" della Uil auspica "incontri a tambur battente da Roma a Genova, perchè non si può scherzare sulla pelle dei lavoratori".
Alberto Parodi
Domani alle 9 l'assemblea con i lavoratori
l'offensiva sindacale
L'APPUNTAMENTO è per domani alle ore 9 a Ferrania. Il raduno convocato dai sindacati, e rivolto ai circa 450 cassintegrati, è per stabilire le mosse, le manifestazioni, le iniziative di protesta anche clamorose contro la decisione da parte di Vittorio Malacalza di lasciare l'azienda che proprio domani in concomitanza con la manifestazione si sottoporrà ad un intervento chirurgico. In calendario Cgil, Cisl e Uil hanno già un confronto in Regione per il giorno dopo, martedì, con l'assessore regionale Renzo Guccinelli. Poi sarà la volta della Prefettura di Savona. Intanto è già partita la richiesta consegnata alla Regione di sollecitare l'intervento del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del ministro allo sviluppo economico Claudio Scajola. Tra le ipotesi di protesta anche il presidio della fabbrica o addirittura del porto di Genova.