«Il cemento non è il male assoluto»
il presidente di italia nostra apre la polemica dopo aver condotto la serata in sala rossa
Cuneo: la religione anti-potere condanna tutto, impossibili il dubbio e il dibattito sulle idee
IL SECOLOXIX
«L'ATTEGGIAMENTO del "Noi siamo i buoni e gli altri i cattivi" lascia le coscienze nello stesso stato in cui erano quando sono entrate, trasformando una possibilità di confronto e di crescita in una manifestazione, forse nobile, ma certo inutile». Roberto Cuneo, presidente di Italia Nostra e organizzatore del dibattito, mercoledì sera in Sala Rossa, sul libro "Il partito del cemento" di Marco Preve e Ferruccio Sansa, lancia un sasso - pesantissimo - nello stagno. E si sgancia nettamente dalle posizioni oltranziste del "no" a tutto e a tutti. Non ha apprezzato, lo dice a chiare lettere, la piega presa da quella serata. Ma, soprattutto, a non piacergli è il clima del "dagli al cemento" a prescindere da ogni valutazione sul merito: un clima dal quale discende - è la sua accusa - l'impossibilità di coltivare il dubbio e il distinguo su progetti e proposte, oltre che l'incapacità di aprire un vero dibattito sulla città e sul suo sviluppo, basato sul confronto delle idee e non sulle invettive. Insomma, non ci sta ad accocolarsi - pur dal vertice di una associazione ambientalista - sulle posizioni dell'antipolitica a ogni costo, del "tutto è marcio" a prescindere da qualunque analisi. Un atteggiamento, è la tesi di fondo del presidente di Italia Nostra, che forse mette in pace la coscienza delle "anime belle", ma le priva della possibilità di incidere e di cambiare, pragmaticamente, la realtà per lasciare, alla fine, tutto come è.
«La presentazione del libro di Preve e Sansa "Il partito del cemento" in Sala Rossa - spiega il presidente di Italia Nostra - ha lasciato ai partecipanti una sensazione complessa fatta di entusiasmo, dubbi e amarezza. L'entusiasmo deriva dalla partecipazione vasta e sentita con tante persone presenti. Tutti sensibili ed impegnati. È l'entusiasmo di chi coltiva la speranza che in una regione dal dominio plumbeo delle posizioni di potere, attorno a poche voci non allineate possa nascere una riscossa di una convivenza veramente civile e democratica».
Poi l'affondo: «Il dubbio peròè che il bisogno di sentirsi diversi e reattivi porti a condannare i distinguo, i dubbi, gli interrogativi: il cemento è emerso come cattivo in sé, anche al di là della volontà degli autori. La nuova religione del contrasto al potere porta a condannare ogni e qualsiasi opera: il cemento è il male». L'effetto è la conservazione opposta a qualunque possibilità di innovazione: «In una regione che presenta il vertice negativo italiano per la vecchiaia ed inadeguatezza delle strutture ospedaliere sono stati scagliati anatemi, anche da Sansa, agli indispensabili nuovi ospedali: "meglio i vecchi padiglioni", da decenni superati ed abbattuti in tutta Europa perché non più funzionali». Prosegue Cuneo: «Nella discussione, che a volte assumeva il carattere di passerella di politici in cerca di nuova verginità, o di sfogatoio di chi non trova parcheggio quando va alla spiaggia, o di tribuna per l'applauso facile, è stato estremamente difficile acquisire la misura di quale sia il livello giusto di difesa dell'ambiente e di intervento necessario sul territorio. L'ambientalismo è una religione monoteista e non tollera di convivere, ad esempio, con i problemi della salute e dell'occupazione». E prosegue sottolineando l'importanza di un reale dibattito basato sulle idee, sul quale poi possa fondarsi la decisione politica: «Dov'è che i cittadini possono incontrarsi e confrontarsi sui problemi reali, argomentando e cambiando la propria idea perché arricchiti dalla argomentazioni degli altri? È questa la strada per migliorare le decisioni collettive?». Cuneo conclude, infine, sottolineando quanto l'innovazione sia importante. E il cambiamento non possa essere sempre demonizzato: «Come Italia Nostra continueremo le azioni di difesa del nostro territorio, ma vorremmo che la nostra collettività aderisse con la convinzione di dare alle generazioni future ciò che abbiamo ricevuto da quelle passate, migliorato e modificato nella misura che è necessaria per l'equilibrio economico e sociale del nostro territorio». In definitiva, l'uomo modifica il territorio nel quale vive da quando è comparso sulla terra: il punto è perchè e come lo fa. Se ciascuna singola modifica è utile o è invece dannosa e qual è il saldo costi-benefici. Chissà che Roberto Cuneo non abbia aperto un dibattito cruciale per i destini di Savona.
Antonella Granero