SAVONA E NELL’ANFITEATRO I TOSSICOMANI VANNO A BUCARSI

Tribunale, allarme degrado
[FIRMA]CLAUDIO VIMERCATI
SAVONA  LA STAMPA
Della serie: si stava meglio quando si stava peggio. C’era una volta il palazzo del tribunale che di notte diventava un ritrovo di tossicomani e barboni, un posto dove andare a bivaccare o a drogarsi e dove lasciare siringhe, coperte, rifiuti di ogni genere. Un posto nel quale non mancavano neppure le coppiette che si appartavano (anche di giorno) ad amoreggiare, sotto gli occhi sbalorditi di impiegati e avvocati.
Poi sono state erette le cancellate lungo il perimetro dell’edificio che adesso impediscono l’ingresso di visitatori indesiderati come avveniva in passato. Ma dal punto di vista della sporcizia, la situazione non è affatto migliorata. Basta fare quattro passi sul lato dell’edificio che si affaccia su via XX Settembre dove c’è l’ingresso del consiglio dell’ordine degli avvocati e dove ci sono le impalcature per i lavori di ristrutturazione.
Tutto attorno è un crescere di erbacce, sterpaglie e non mancano i rifiuti. «Perchè - dice un’impiegata del tribunale - qui qualche ospite indesiderato riesce sempre a intrufolarsi. Nonostante le cancellate. Oltretutto su questo lato c’è una delle uscite di sicurezza previste dai piani di sgombero in caso di un emergenza. Ma transenne e impalcature ostacolano la via di fuga. Se c’è un allarme incendio o terremoto, che cosa facciamo? C’è davvero da essere preoccupati...».
Anche l’area attorno e al di fuori delle mastodontiche porte di ferro, è spesso luogo di ritrovo di balordi e drogati. Il loro quartiere generale è l’anfiteatro, ad esempio, che si trova sul lato verso il parcheggio a pagamento di piazza del Popolo a pochi passi della vetrata che avrebbe dovuto fare da ornamento a una fontana e invece ora è un insieme di pannelli scheggiati o distrutti perchè così l’hanno ridotta i raid teppistici che si sono susseguiti negli anni. I tossicomani scendono i gradoni, vanno a sedersi in quelli più in basso e procedono al rito del «buco», quasi sicuri di non essere visti, perchè di gente lì attorno ne gira in certe ore davvero poca, per paura di fare spiacevoli incontri. E abbandonano le siringhe. Dappertutto. Persino nelle plafoniere lungo i gradoni che dovevano portare la luce all’anfiteatro e che poi sono state chiuse, sigillate con piccole lastre metalliche: ma i tossicomani le hanno forzate per metterci dentro gli «spadini» e ora che non ce ne stanno più le dimenticano appunto sui gradoni.