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«UNA CITTA' in forte declino, bloccata e inespugnabile. Dove
da ormai diversi anni a prendere le decisioni sono i soliti
volti noti e tutto il resto rimane fuori. Una città nella
quale il porticciolo turistico alla Margonara rappresenta un
progetto che alla luce delle scellerate scelte effettuate in
passato, che hanno portato all'azzeramento di tutte le zone
industriali, può anche avere i suoi aspetti positivi».
Roberto Cuneo, 63 anni, ingegnere, dal 1995 al 1998
direttore generale dell'Asl savonese, nel 2002 candidato
sindaco della città alla guida di una lista sostenuta dalla
Casa delle Libertà che venne battuto al primo turno dal
primo cittadino uscente Carlo Ruggeri, esprime a sorpresa un
giudizio personale non del tutto negativo sul tanto
contestato progetto Fuksas, soprattutto se si tiene conto
che è anche presidente della sezione di Savona di Italia
Nostra che si sta battendo in ogni sede contro la
realizzazione del porto turistico alla Margonara. «A prima
vista può apparire una contraddizione - spiega lo stesso
Roberto Cuneo - ma non è così. Il giudizio sul progetto del
porticciolo turistico alla Margonara è quello mio personale
ed è frutto di una valutazione di tutti gli errori
effettuati per quanto riguarda il comparto del porto nel suo
complesso negli ultimi anni. Un progetto che presenta
aspetti negativi ma anche altri positivi, soprattutto alla
luce delle scelte fatte in una città dove si sono distrutte
tutte le zone industriali, dalla Metalmetron all'Italsider,
della Servettaz-Basevi ai cantieri Solimano. azzerando le
possibilità di sviluppo delle attività produttive a favore
di quelle commerciali e soprattutto del residenziale. Il
progetto relativo alla Margonara, se gestito bene, potrebbe
offrire alla città importanti opportunità di lavoro nel
settore della cantieristica e della nautica da diporto».
Il discorso non può quindi che tornare al passato, alle
scelte effettuate in questi ultimi anni in città e che hanno
portato ad una autentica trasformazione del porto e non solo
dal punto di vista urbanistico. «L'Autorità portuale di
Savona, e le responsabilità sono senza dubbio antecedenti
alla gestione Canavese, ha sbagliato i suoi maggiori
interventi - sottolinea l'ingegner Cuneo - E mi riferisco in
modo particolare alla scelta di realizzare il
porto-container a Capo Vado e a quella delle Funivie agli
Alti Fondali. Perchè i container a Porto Vado, non potendo
disporre di piazzali e di grandi collegamenti, hanno potuto
esprimere un quarto delle loro potenzialità e se il comparto
si è salvato è stato soltanto grazie all'intervento del
gruppo Orsero. E una scelta sbagliata è stata fatta anche
per il carbone, considerato che con la realizzazione in
Italia di oleodotti e gasdotti il carbone non rappresenta
più da anni un business interessante».
E sempre per quanto riguarda la zona del porto, il passo
alla Torre Orsero e al complesso del Crescent è breve.
«Quello di Bofill è un progetto che ho combattuto quando ero
candidato a sindaco, così come hanno fatto quasi tutti gli
altri candidati all'incarico di primo cittadino - ricorda
Roberto Cuneo - L'unico che durante la campagna elettorale
lo ha sostenuto e anche con vigore era stato Carlo Ruggeri,
la cui scelta è stata ampiamente premiata dai savonesi. Con
questo voglio quindi precisare che si è trattato di una
scelta democratica, effettuata dalla città. A mio avviso è
stato portato avanti il progetto peggiore tra i vari a suo
tempo presentati per il recupero della zona portuale. Per
quanto riguarda il Crescent in particolare mi sembra vi sia
una spaventosa sproporzione tra i volumi costruiti e il
territorio circostante. Bofill ha sostenuto che i volumi
erano stati progettati in relazione alle dimensioni delle
navi da crociera e non della città, io sostengo che invece
si sarebbe dovuto tenere in maggior considerazione quelli
della città».
E infine una considerazione. «Il mio rimpianto più grosso -
afferma l'ingegner Cuneo - è che in questa colossale
operazione economica che ha interessato il porto non siano
stati trovati i soldi necessari per continuare l'attività
dell'Italsider sul lato mare, considerando che si trattava
dell'unica azienda metalmeccanica di precisione a filo di
banchina di tutto il Mediterraneo. Una azienda che avrebbe
avuto un potenziale enorme di sviluppo con l'affermazione
delle industrie petrolifere e chimiche nel Medio Oriente».
Gianluigi Cancelli
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