Prof, quanto mi costi IL SECOLOXIX

02 luglio 2008
Federico Biglieri

Tutti sanno qual è il peggior nemico della mandria di teenager che in questi giorni affollano i lidi di mezza Italia: il debito scolastico, subdolo eufemismo che nasconde, dietro alle false apparenze, un’estate di fatica sui libri.

Su un totale di 33 professori appartenenti a diversi istituti e licei (si va dal polifunzionale Giordano Bruno di Albenga, ai savonesi Chiabrera e Boselli passando per il liceo scientifico Issel di Finale Ligure), 24 hanno risposto positivamente alle richieste dello studente.

Richieste che hanno toccato gli argomenti più disparati: si va dal ripasso della letteratura latina di quinta ginnasio a una revisione completa della grammatica inglese, da una cura intensiva di derivate e integrali recepiti male nel corso del quarto anno di liceo scientifico a una più precisa definizione dei principi che regolano l’economia aziendale.

Nel lungo pomeriggio di telefonate, ci si accorge che sono due le variabili che fanno oscillare il costo della prestazione: l’ambito disciplinare e la classe sostenuta dallo studente.

Se per la prima si notano lievi differenze tra materie umanistiche (più “economiche”) e discipline scientifiche, stupisce l’impennata che la tariffa oraria subisce a seconda del programma trattato: i 30 euro necessari per una panoramica sulle basilari regole della grammatica tedesca possono più che raddoppiare, se ad essere sviscerate sono le leggi della termodinamica apprese in quarta superiore.

A un maggiore sforzo intellettuale del docente, quindi, corrisponde parimenti un aumento dell’onorario, come spiega questo insegnante di matematica e fisica al nostro ragazzo-campione: «Ripetizioni di fisica per terza liceo scientifico Pni (un nuovo indirizzo che prevede l’insegnamento della materia dal primo anno e non dal terzo come da tradizione, ndr) o normale? Se è Pni non posso farti lo stesso prezzo di una comune terza, capisci bene che voi siete decisamente più avanti».

Alla richiesta di un ulteriore ripasso di matematica, il professore ha dimostrato la sua preparazione anche in scienze finanziarie, proponendo una tariffa forfettaria per agevolare l’alunno e rendere meno proibitivo il costo d’insieme.

Così, provando a fare i conti in tasca alla famiglia del nostro rimandato, si scopre che in caso di debito formativo possono uscire dal portafoglio di papà e mamma tra i 150 e i 700 euro, a seconda del numero di ore totalizzato e della classe di appartenenza.

Una cifra che tende a lievitare se l’annus horribilis ha portato il ragazzo a totalizzare due o tre insufficienze: si possono superare i duemila euro, praticamente una quota annuale in una università di buona fama. Anche per questo molte famiglie o si affidano ai corsi di recupero offerti dagli istituti (ma chi non frequenta deve comunque certificare di appoggiarsi a un docente privato) e purtroppo in molti casi mancano i prof, oppure si rivolgono a insegnanti più giovani, magari neolaureati o in vista della tesi, per godere di qualche sconto. I professori di grido saranno forse sinonimo di buona preparazione, ma costano decisamente tanto.

Peccato che il fisco, di questi listini da urlo, non ne tragga beneficio nella quasi totalità dei casi. In un mare di debiti, sembra che qualcuno abbia trovato l’isola del tesoro.