Reportage
Goletta  Verde

CRISTINA BENENATI              LA STAMPA

“Bandiera nera
ai pirati di Vado”

VADO LIGURE
Le «Bandiere nere» di Pirati del mare che la Goletta Verde di Legambiente riserva a chi, secondo l’associazione, offende il territorio con abusi ambientali sono state assegnate ieri a Vado Ligure all'Amministrazione comunale e alla Maersk per il progetto della piattaforma container che sorgerà nella rada vadese. Assente il sindaco Carlo Giacobbe, che nei giorni scorsi aveva spiegato, in una lettera consegnata al Comitato «Amare Vado», i motivi dell'approvazione dell'opera e il proposito di «ricompensare» l'ambiente con numerosi interventi nella zona, tra cui la copertura del parco carbone e il restyling di parte del litorale. Il sindaco è stato comunque «rappresentato» da una sagoma in cartone preparata da Legambiente.
L’intervento di Giacobbe non ha fermato il blitz degli ambientalisti, ormeggiati nella rada di Vado a bordo della «Delphin», ammiraglia della flotta del Cigno Verde, su cui campeggiava lo slogan «Giù le mani dalla costa» e da cui sono sbarcate le bandiere. Giunte a riva su un gommone, sono state consegnate virtualmente al primo cittadino nella zona Marinella del lungomare Matteotti, tra gli applausi di un gruppo di cittadini e dopo la lettura delle motivazioni che accompagnano questo riconoscimento-monito.
Sergio Uras, Presidente del «Circolo Legambiente arene candide» ha sottolineato «il danno ecologico irreparabile di un'opera di questa portata: con una superficie di 250 mila metri quadrati (superiore a quella del centro storico vadese), distruggerà l'ultima spiaggia di Porto Vado e porterà nel santuario dei mammiferi marini navi di dimensioni inaccettabili. I cittadini avevano già espresso parere contario (il referendum aveva raccolto il 64% di no) ma sono stati evidentemente ignorati».
La portavoce di Goletta Verde Rina Guadagnino ha messo l'accento sulle nuove generazioni, «quelle che subiranno domani le decisioni scellerate di oggi perché - spiega - il futuro si costruisce su basi durature e distruggendo il territorio non ci saranno prospettive».
Nel corso della manifestazione è stata anche ribadita «l'inconsistenza della ricaduta occupazionale promessa (600 addetti nel 2020): numeri insufficienti a compensare i tagli che Maersk sta già attuando a Genova, in Italia e in Europa».
Sono ben decisi a non deporre le armi i rappresentanti di Legambiente, che hanno provocatoriamente tradotto in inglese le ragioni della «Bandiera nera» alla Maersk.