Piazza del Popolo, «escalation di cemento»
il neonato comitato "pianificare savona"
Intanto "AltraSavona" ancora all'attacco sull'urbanistica. Dopo Castellari, interviene Gianfranco Moras
IL SECOLOXIX

30/06/2008
SI MOLTIPLICANO come funghi i comitati. L'ultimo nato è il "Comitato pianificare Savona" che è nato sull'onda del progetto di Binario Blu per piazza del Popolo. Ovviamente, per contrastarlo. «La necessità di creare nuova edilizia aresidenziale non si capisce molto, considerando il fatto che Savona è una città di 600 mila abitanti che non crsece di popolazione e dove si sta costruendo molto e molto verrà costruito ancora». Poi il Comitato affronta sette punti: «Perché 8 ipotesi?», chiede. Il Comitato obietta che, lì, l'amministrazione dovrebbe creare un parco urbano, anziché proporre una variante. Poi chiedono quale sia il reale guadagno degli imprenditori che costruiranno e se i valori indicati nel Masterplan siano reali. Ancora: chiedano a cosa servano palazzi di 90 metri di altezza. Parlano poi dell'auditorium (in realtà già superato dagli eventi, ndc) dicendo che non serve alla città. Citano la pericolosità idraulica della zona. E si chiedono che fine farà il mercato.
Intanto prosegue l'attivismo di ALtraSavona, il movimento civico guidato dall'ex senatore leghista Sergio Cappelli. Sull'urbanistica, dopo Piergiorgio Castellari, ecco l'intervento di un altro noto architetto, Gianfranco Moras. Due professionisti che, nei decenni trascorsi, a Savona hanno lavorato moltissimo e sono sempre stati ricondotti all'area della sinistra. Moras attacca sulla mancanza di piapianificazione urbanistica. E parla soprattutto della politica abitativa: «Non si può non interrogarsi - scrive - sul fatto che a fronte di una popolazione urbana da decenni in fase statica se non in recessione a cosa serve un esubero di stanze e abitazioni». Aggiunge: «Da altre parti il problema è stato affrontato con iniziative oggi denominate di social housing o di edilizia convenzionata». Conclude: «Stupisce che gli eredi dei partiti delal sinistra che allora erano stati promotori nella spereimentazione di modelli di sviluppo fondati su un ruolo attivo dei poteri locali appaiono oggi così distratti in materia».