TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
ESCLUSIVA DI TRUCIOLI SAVONESI/ PRIMA PUNTATA L’Arci savonese dal 1990 ad oggiVissuta, ricordata e scritta
dall’autore
Da Maxin Minuto, a Camposeregna, da Taramasco a
Buscaglia, a Fabio Checcucci che oggi lavora per alcune Ong in
Africa, a Petronelli. E poi: Pesce, Zinola, Giacomelli, Giasotto,
Pistone, Rapetti, Fiacchi, Cappa, Ciarlo, Antonella e Gianluigi
Granero, Anselmi, Rinaudo, Amodio, Brisa (Striscia la notizia),
Spera, Turchi, Milano, Massimi, don Ferri, Cambiaso, Furini, Miceli
(oggi consigliere regionale).
di Giovanni Durante
1990, comincia l’avventura...
Il 12 giugno, presso la sala consigliare della Provincia celebriamo
il 1°congresso provinciale di ArciNova, vengo eletto
segretario provinciale mentre la carica di presidente sarà ricoperta
da Tomaso “Maxin” Minuto, figura storica dell’Arci savonese.
In segreteria entrano anche Anna Camposeragna e Carlo
Taramasco. In allora il modello presidente-segretario era
parecchio in voga al nazionale, lo mutuiamo da tempo anche a Savona,
il segretario provinciale è di norma il funzionario, una specie di
amministratore delegato, ci porteremo questo modello, con eccezioni
e un tantino di confusione fino al 2006, comincio questo “lavoro”
mentre sono obiettore di coscienza, il mio servizio civile si
concluderà ad inizio 1991.
Dopo qualche settimana apriamo all’interno della festa provinciale
dell’Unità (da un’idea condivisa con Fabio Checcucci)
la prima esperienza della Casbah, spazio itinerante dove far suonare
gruppi locali e da fuori provincia, è presso la “terrazza”
Trento-Trieste del Priamar ed è lo spazio più bello di tutta la
festa, ospitiamo una sera Giorgio Napolitano, oggi presidente
della Repubblica, il quale si complimenta con lo staff per il gusto
con il quale viene arredata e gestita la Casbah (a me ricordava un
po’ il rifugio di Sandokan a Monpracem..), suonano Riccardo Zegna
e una ancora non celebre ma già bravissima Danila Satragno, e
poi Capurro trio, Gianni Bacino presenta invece un
lavoro di immagini e musica di grande impatto, dal titolo
“Progetto per un sogno
Mediterraneo”, si alternano diversi artisti savonesi che
faticano a trovare luoghi dove esprimersi. Al bar oltre gli
obiettori lavorano
volontariamente le ancora “giovanissime” impiegate dell’Arci:
Maristella, Luciana e
Marinella.
Nel novembre dello stesso anno la Casbah riapre presso i locali
dell’ArcaEnel di via Cimarosa, suoneranno gli Statuto di Torino e
tutti i gruppi locali emergenti, gli organizzatori sono
principalmente un gruppo d’obiettori di coscienza
straordinario, tra questi
Domenico Buscaglia, Fabio Checcucci, riuscimmo a far
lavorare persino Paolo Petronelli, già
star della Rari Nantes
e nazionale di pallanuoto, il quale pensava di fare l’obiettore solo
per scherzo..
Sempre in autunno apriamo il mercatino del libro usato in via
Sormano, a favore degli studenti medi savonesi, grande successo e
tanto lavoro per gli obiettori e i volontari coordinati da un
Davide Pesce in gran forma.
A dicembre, su iniziativa di Anna Camposeragna e Marcello
Zinola (un’icona del giornalismo ligure..) che ne assume
l’incarico di direttore, viene registrata la testata “InformArci”
che pubblicherà con una certa regolarità fino al 1997 un periodico
inviato a migliaia di soci Arci, per poi ripiegare su una newsletter
interna fino al 2005.
La prima redazione è composta anche da Antonella Camposeragna,
Fabio Checcucci, Massimo Giacomelli, Luca Giasotto, Bruno
Pistone, Ester Rapetti. Collaborarono costantemente
Massimiliano Fiacchi, Domenico Buscaglia, il caro e
indimenticato Alessandro Cappa che ci è mancato ingiustamente
giovane, Roby Ciarlo che ci proponeva le sue vignette ed
illustrazioni, ed ancora Antonella Granero, ora affermata
giornalista del Secolo XIX. Inoltre in diverse occasioni scriveranno
anche Ugo Ugolini, caporedattore del Secolo XIX, Gianluigi
Granero, spesso Marcello Zinola che affrontò temi
scottanti come la malavita a Savona che
cominciava a
riciclare denaro sporco in attività immobiliari (?!).
In ogni caso l’impegno economico e organizzativo del periodico và
oltre le nostre possibilità, dopo alcuni storici numeri decidiamo
dunque di stamparlo in “casa” impaginandolo con un Apple LCIII che
compriamo prestando i soldi all’Arci che ce li restituirà un poco
alla volta.
1991, un anno di lavoro straordinario
Ad inizio anno si comincia a ricostruire la Confederazione ARCI,
composta da ArciNova, UISP, ArciCaccia, ArciRagazzi,
LegaMontagna, Arcigola prima di chiamarsi Slowfood che fa
più fighetto. Si pongono basi di collaborazione che troveranno grosse
difficoltà d’applicazione. La sede dell’ARCI è in Piazza Giulio II, un bell’appartamento al terzo piano di grandi dimensioni e con costi di gestione improponibili.
Continua l’esperienza della Casbah in via Cimarosa ed è un gran
successo, nasce per l’occasione il circolo Arte&Musica che
proporrà negli anni a venire molte manifestazioni musicali,
suoneranno nell’inverno i Birkin Tree di Fabio Rinaudo,
gli Zahir, i mitici Cavern, il trio Pinna, in
primavera, per problemi con l’ArcaEnel che ci ospita
l’esperienza finirà, e si cercherà una nuova casa per i giovani
musicisti savonesi.
In primavera viene organizzato da Arcinova e Arte&Musica il
primo concorso per i gruppi musicali di base, in collaborazione con
il Secolo XIX e Radio Savona Sound, vince il gruppo musicale
dei geometri “Nereo e gli ananassi” in un teatro Astor
gremito con più di 1000 studenti degli istituti secondari della
provincia.
Le serate eliminatorie si svolgono al JuBamboo di Albissola
Marina, con almeno 16 gruppi in concorso e centinaia di presenze.
A maggio viene organizzata in collaborazione con Regione, Provincia,
Comunità Montana la Festa della Montagna, dalla fervida fantasia di
Roberto Anselmi, al Colle del termine e vedrà la
partecipazione attiva di Società di Mutuo Soccorso come la
Pace e Lavoro della Valle di Vado, la SMS Montagna di
Quiliano, la Società di Cadibona.
A giugno ArciNova, in collaborazione con il Comune di Savona,
Secolo XIX, associazioni di categoria, organizza la prima edizione
di Wlacittàviva, un
tentativo forse un po’ naif, ma sicuramente precursore, di animare
una Savona che Giorgio Balbo, assessore socialista dell’epoca
definì “come Odessa”, ispirato dalle bianche navi dell’ex Unione
Sovietica che ormeggiavano in un porto savonese allora un tantino
depresso.
Con pochissimi soldi organizzammo, con Fabio Rinaudo, il
primo Busker’s Festival, e poi sport per tutti in piazza
Sisto IV, soprattutto per i bambini, gruppi rock in Piazza Chabrol. Da quest’esperienza in ogni caso positiva -il Festival dei musicisti di strada vide la partecipazione di centinaia di visitatori anche da fuori città- siglammo un patto con Comune e associazioni di categoria, che non andò mai oltre le dichiarazioni “politiche” sui quotidiani locali…
Il 1991 fu anche l’anno dei concerti allo stadio Bacigalupo:
i Litfiba ancora in formazione completa con Ghigo
Renzulli alla chitarra, i Ladri di Biciclette,
Vecchioni, tutto organizzato insieme con Radio Savona Sound e
Radio Riviera Music…fu un bagno di sangue, piovve quasi sempre e con
Alfa Amodio e Maurizio Brisa (oggi braccio destro di
Capitan Ventosa in
Striscialanotizia) ci leccammo le ferite per mesi. Ci rifacemmo
economicamente gestendo per Vincenzino Spera il bar del
concerto dei Simple Minds, che fu un altrettanto tonfo. Da
quell’estate non si organizzarono più grandi concerti nello stadio
di Savona, nessuno ci provò mai più!
Sul fronte sociale l’anno è per certi versi epocale, oltre mille
cittadini albanesi giungono a Savona
a seguito degli esodi sulle coste adriatiche del dopo
Enver
Hoxha ,
si tratta di un’emergenza sociale senza precedenti, il Sindaco
Armando Magliotto, che ricordiamo con affetto, convoca d’urgenza
l’associazionismo savonese per studiare insieme le iniziative da
prendere per evitare il disastro eco-sociale.
Rispondiamo all’appello con la Caritas, e con volontari e
obiettori di coscienza mettiamo in piedi una rete presso la caserma
Bligny per organizzare corsi di alfabetizzazione, per promuovere
modalità di conoscenza del territorio e delle opportunità lavorative
nel nord Italia, per spiegare norme basilari di igiene e profilassi…
Per noi a coordinare il tutto ci sono Fabio Checcucci e
Mimmo Turchi, che proprio da poco aveva dato vita alla scuola
per immigrati adulti e che funziona come esempio per altre realtà
liguri e italiane tutt’oggi, collaborò da obiettore anche Stefano
Milano, oggi titolare della libreria Ubik, che aiutò Mimmo nella
creazione della scuola per immigrati di via Zara.
Non so dove trovammo tempo ed energie anche per manifestare contro
la prima guerra del Golfo, gestendo un’autoambulanza dismessa dalla
Croce Bianca di Savona, che venne ridipinta, durante le
manifestazioni studentesche, dagli studenti medi savonesi coordinati
artisticamente da Beppe Massimi.
Insieme alla Caritas di Don Antonio Ferri ci permettemmo,
nonostante il lavoro alla Bligny per gli esuli albanesi, di
presenziare quotidianamente per manifestare la contrarietà
all’invasione statunitense dell’Iraq, invasione che rispetto a
quella assurda e fallimentare di Bush jr di oggi, sembra quasi
accettabile, tuttavia lavorammo fianco a fianco per promuovere il
valore della non violenza, del pacifismo, della speranza cristiana,
dell’obiezione di coscienza.
Erano periodi di felice e inconsapevole
cattocomunismo, il muro di
Berlino era caduto da due anni e nonostante i venti di guerra nei
Balcani e in Iraq era viva la speranza di un mondo migliore.
Anche qui Fabio Checcucci, che oggi lavora per alcune ONG in
Africa, Domenico Buscaglia, Mario Cambiaso, e
gli altri obiettori ARCI lavorarono con impegno quasi commovente.
Sul fronte interno cominciavano a muovere i primi passi circoli
nuovi come l’Italo Calvino di Loano capitanato da
Vladimiro Furini e Nino Miceli, oggi consigliere
regionale, e si cominciava a ragionare della decennale crisi
identitaria delle Società di mutuo soccorso che sarebbe esplosa in
ARCI negli anni a venire.
Non so come facemmo, ma sempre nel 91, in collaborazione con l’ArcaEnel
e per noi Mimmo Pallone e Carlo Taramasco, avviammo il
progetto di ristrutturazione degli ex bagni comunali di via Cimarosa,
che divennero poi i BagnArci (l’accordo con il comune fu
sottoscritto nell’89 dal mio predecessore Luca Becce e da Taramasco
quale presidente di ArcaEnel).
Un fatto curioso e simbolico di quell’anno fu l’incidente
diplomatico dell’agosto 1991, quando il Console Sovietico a Genova
giustificò il tentativo di golpe ai danni di Gorbaciov ed Elstin
presso il gruppo di ragazzini ucraini per la prima volta in Liguria
che ospitammo presso la struttura di via Cimarosa, i quali erano
molto preoccupati per ciò che avrebbero trovato al ritorno. Ne
scrisse in quei giorni Marco Preve, oggi
combattente giornalista di
Repubblica, sul Lavoro di Genova. Dopo il fallito golpe, Ghennady
Bobilev fu rapidamente destituito dall’incarico. Per noi fu la
fine di un momento di grande apprensione per i primi bambini del
dopo Chernobyl, apprensione che si ripresenterà anni dopo per un
altro fatto piuttosto clamoroso..ma che andrà fortunatamente a buon
fine. Giovanni Durante
(Prosegue sul prossimo numero)
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