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C'È UNA sorta di "detective fiscale" delle banche dietro il
terremoto giudiziario che si è abbattuto su cinque istituti
di credito cittadini.
È stato lo studio Vinx di Giorgio Vincis, specializzato nel
"ricalcolo finanzario", a compilare la relazione che i
legali di un noto imprenditore savonese strangolato dai
debiti (opera nel campo degli appalti per pulizie civili e
industriali) hanno allegato per dimostrare la fondatezza
della propria denuncia per usura nei confronti delle banche.
Da questa denuncia la Procura (procuratore capo Vincenzo
Scolastico e sostituto Alessandra Coccoli) ha aperto un
fascicolo a carico di direttori di filiali e rappresentanti
legali delle cinque banche. «Abbiamo delegato le indagini
alla Guardia di Finanza - è l'unico commento di Scolastico -
l'ipotesi di reato è l'usura. Per ora non si può dire nulla,
è una vicenda delicata».
Nel mirino dell'accertamento c'è in particolare una prassi
contabile-bancaria non semplice da spiegare ma assai
evidente negli effetti: la "commissione sul massimo
scoperto", ovvero una stangata di interessi passivi che
quasi tutte le banche applicano ai conti correnti riguardo
le somme in affidamento (le varie forme di fido). Questa
commissione fa sempre superare la quota soglia del tasso
d'interesse che la legge fissa per legge. Da qui l'usura.
«Semplicemente queste commissioni fanno lievitare gli
interessi a cifre assurde, vergognose - conferma Giorgio
Vincis dello studio Vinx - Nel caso dell'imprenditore
savonese che ci ha consultato abbiamo verificato che su
circa 2 milioni di euro reclamati dalle cinque banche in
realtà, dopo i nostri calcoli, risultava lui in credito di 1
milione. Può sembrare assurdo ma non lo è, basta
semplicemente andare a rifare i conteggi e verificare che ad
ogni passaggio gli istituti applicano commissioni e
interessi non dovuti e fuori legge. È così che da un buco si
arriva alla voragine. Vale per le grandi aziende come per i
piccoli risparmiatori. Noi assistiamo ogni tipo di cliente e
in oltre dieci anni di esperienza ne abbiamo viste di tutti
i colori. Abbiamo già pronte altre denunce, non c'è
praticamente banca che si salvi».
Nel caso dell'azienda savonese la denuncia penale è stata
anche un modo per contrastare l'offensiva delle banche.
«Ci sono stati pignoramenti e decreti ingiuntivi nei mesi
scorsi - conclude Vincis - tutte cose che rischiavano di
affossare un'attività impegnata su vari fronti, con tanti
cantieri e tanti dipendenti. Grazie all'azione penale
potremo congelare l'efficacia di questa offensiva
illegittima e prendere tempo per organizzare la
controffensiva».
«Non c'è dubbio che questa vicenda si chiuderà con una
nostra azione risarcimentale per tutto ciò che
l'imprenditore ha subito ingiustamente. Oltre a tutti i
problemi finanziari, c'è anche un danno d'immagine e persino
biologico che contesteremo. D'altra parte quando ti tagliano
l'ossigeno senza motivo non ne deriva solo un problema
professionale e lavorativo ma anche umano e persino
esistenziale per la famiglia».
Dario Freccero
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