«La mia guerra alle banche»
inchiesta della procura sull'usura dietro lo sportello
Imprenditore nei debiti si rivolge a un "detective fiscale" per incastrare gli istituti
IL SECOLOXIX
C'È UNA sorta di "detective fiscale" delle banche dietro il terremoto giudiziario che si è abbattuto su cinque istituti di credito cittadini.
È stato lo studio Vinx di Giorgio Vincis, specializzato nel "ricalcolo finanzario", a compilare la relazione che i legali di un noto imprenditore savonese strangolato dai debiti (opera nel campo degli appalti per pulizie civili e industriali) hanno allegato per dimostrare la fondatezza della propria denuncia per usura nei confronti delle banche.
Da questa denuncia la Procura (procuratore capo Vincenzo Scolastico e sostituto Alessandra Coccoli) ha aperto un fascicolo a carico di direttori di filiali e rappresentanti legali delle cinque banche. «Abbiamo delegato le indagini alla Guardia di Finanza - è l'unico commento di Scolastico - l'ipotesi di reato è l'usura. Per ora non si può dire nulla, è una vicenda delicata».
Nel mirino dell'accertamento c'è in particolare una prassi contabile-bancaria non semplice da spiegare ma assai evidente negli effetti: la "commissione sul massimo scoperto", ovvero una stangata di interessi passivi che quasi tutte le banche applicano ai conti correnti riguardo le somme in affidamento (le varie forme di fido). Questa commissione fa sempre superare la quota soglia del tasso d'interesse che la legge fissa per legge. Da qui l'usura.
«Semplicemente queste commissioni fanno lievitare gli interessi a cifre assurde, vergognose - conferma Giorgio Vincis dello studio Vinx - Nel caso dell'imprenditore savonese che ci ha consultato abbiamo verificato che su circa 2 milioni di euro reclamati dalle cinque banche in realtà, dopo i nostri calcoli, risultava lui in credito di 1 milione. Può sembrare assurdo ma non lo è, basta semplicemente andare a rifare i conteggi e verificare che ad ogni passaggio gli istituti applicano commissioni e interessi non dovuti e fuori legge. È così che da un buco si arriva alla voragine. Vale per le grandi aziende come per i piccoli risparmiatori. Noi assistiamo ogni tipo di cliente e in oltre dieci anni di esperienza ne abbiamo viste di tutti i colori. Abbiamo già pronte altre denunce, non c'è praticamente banca che si salvi».
Nel caso dell'azienda savonese la denuncia penale è stata anche un modo per contrastare l'offensiva delle banche.
«Ci sono stati pignoramenti e decreti ingiuntivi nei mesi scorsi - conclude Vincis - tutte cose che rischiavano di affossare un'attività impegnata su vari fronti, con tanti cantieri e tanti dipendenti. Grazie all'azione penale potremo congelare l'efficacia di questa offensiva illegittima e prendere tempo per organizzare la controffensiva».
«Non c'è dubbio che questa vicenda si chiuderà con una nostra azione risarcimentale per tutto ciò che l'imprenditore ha subito ingiustamente. Oltre a tutti i problemi finanziari, c'è anche un danno d'immagine e persino biologico che contesteremo. D'altra parte quando ti tagliano l'ossigeno senza motivo non ne deriva solo un problema professionale e lavorativo ma anche umano e persino esistenziale per la famiglia».
Dario Freccero