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SALE nel Savonese le percentuale di malati di Aids e di
sieropositivi: nel triennio 2005-2007 sono passati dal 5 al
20%. Un dato controtendenza rispetto alle altre tre
province, dove invece la percentuale è scesa. Ciòè emerso
nella conferenza stampa "Abbassata la guardia sul pericolo
Hiv-Aids - Bisogna iniziare dalle scuola!", che si è tenuta
ieri, alla presenza del direttore generale dell'Asl 2,
Flavio Neirotti, del direttore sanitario, Claudia Agosti, di
Francesca Romani, direttore S.C. Ser. T., di Marco Anselmo,
direttore Malattie infettive al San Paolo, e di Anna e Marco
Bussadori (Coordinamento ligure persone sieropositive). Ma
che cosa ha determinato l'aumento di malati di Aids e di
sieropositivi nel Savonese? Secondo Marco Anselmo, il motivo
va attribuito ai diversi progetti informativi attuati nelle
scuole della provincia. «Maggiormente consapevoli del
problema - dice - i giovani si sottopongono ai controlli con
più frequenza». Come spiega Valeria Romani, mentre 20 anni
fa il contagio avveniva attraverso lo scambio di siringhe,
oggi la prima causa di infezione sono i rapporti sessuali
non protetti. Nell'incontro sono stati presentati i
risultati del progetto realizzato fra 408 studenti di alcune
scuole di Savona, Cairo e Finale. Dai risultati emerge
ancora molta ignoranza sull'argomento. Il 41% crede infatti
che l'Aids si possa trasmettere attraverso la puntura di
zanzara e il 18% da un bicchiere mal lavato dal quale ha
bevuto un sieropositivo.
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