15 Giugno 2008 LA STAMPA

Cadono due vagonetti
paura a Lavagnola

SAVONA
«Sicurezza, parlate della sicurezza. Scrivetelo, sollevate la questione, prima che sia troppo tardi, che ci scappi il morto...», dice un abitante di via Repusseno e indica la strada stretta che si inerpica sulla collina alle spalle di Lavagnola, fra le case.
Come dargli torno? Da lì, un’ambulanza davvero non sembra in grado di passare. Men che meno un’autobotte dei vigili del fuoco, nel caso di un incendio. Gerolama Tripodi era in casa quando ieri mattina è caduto il vagonetto delle Funivie: «Ho sentito un rumore terribile - racconta - che lì per lì, mi ha fatto addirittura pensare al terremoto...Poi ho saputo quello che era successo. Ma davvero abbiamo corso un grave rischio, perchè quel carrello avrebbe potuto cadere sulla strada, dove di gente ne passa in continuazione. Perchè questa zona è una meta di tante persone che vogliono fare una passeggiata nel bosco. Dovevate essere qui il primo maggio, per vedere che processione di gente...» dice.
Ma è la sicurezza che le sta a cuore, come del resto agli altri abitanti di via Repusseno che da anni si battono per poter vivere senza patemi, senza il terrore che se qualcuno sta male o c’è un incendio, i mezzi di soccorso non possano avvicinarsi e si perdano minuti preziosi.
E visto che ci sono i cronisti, coglie l’occasione per sollevare la questione. «Guardatevi attorno - dice ancora la donna -. Spiegatemi se si può stare tranquilli. La strada che porta alle nostre case è inaccessibile ai mezzi di soccorso. Ma in questa zona abitano bambini, anziani. Ne abbiamo parlato in Circoscrizione. Abbiamo chiesto l’intervento del Comune, ma non succede nulla. Non cambia nulla». «Che cosa possiamo fare? - conclude la donna - Troveremo prima o poi qualcuno che ci ascolti?».