Linea elettrica privilegiata per il porto e le industrie
Vado, risparmio energetico e impatto ambientale
Al progetto stanno lavorando Comune, Provincia e Tirreno Power
IL SECOLOXIX
È IN RAMPA di lancio l'idea che potrebbe mettere a posto diversi tratti del cerchio che deve essere chiuso per risolvere i problemi di Vado.
Un'idea che può essere riassunta in un obiettivo: "elettrificare" le attività portuali e le industrie ad alto consumo di energia. L'iniziativa, inizialmente sollecitata dai sindacati impegnati a difendere i livelli occupazionali di una di queste aziende, la Vetrotex, è stata rielaborata e ampliata dall'assessore provinciale all'industria Roberto Peluffo (non a caso ex sindaco di Vado) e dall'attuale primo cittadino, Carlo Giacobbe, con il convinto sostegno del presidente della Regione Claudio Burlando.
Ci sono stati incontri a Genova e Savona con i rappresentanti di Tirreno Power, che gestisce la centrale termoelettrica di Vado, e di Sorgenia (ex Energia Spa), operatore nella distribuzione di energia controllata dalla Cir, che è anche azionista di controllo di Tirreno Power. Il confronto va avanti, come ha riferito l'assessore Peluffo a Palazzo Nervi e ci sono i presupposti per ottenere importanti risultati.
L'obiettivo delle istituzioni è di stipulare una convenzione con Sorgenia e Tirreno Power per ottenere degli sconti in bolletta per i forti consumatori di energia presenti sul territorio vadese, in attesa che a livello nazionale sia approvato un provvedimento che dovrebbe prevedere tariffe elettriche più basse per imprese e famiglie del territorio su cui insistono le centrali.
È evidente l'interesse delle aziende, che si troverebbero con un abbattimento di costi per le forniture di energia, migliorando così la propria competitività (l'importo medio delle bollette per le industrie italiane è superiore del 30% rispetto alla media europea). Inoltre, il minore impatto sul bilancio di questa importante "voce" consentirebbe di alleggerire la stretta su altri costi, primo tra tutti quello del lavoro, con minori problemi per l'occupazione.
Ma l'energia a buon mercato potrà risultare decisiva anche su un altro fronte, quello delle attività portuali.
L' "elettrificazione del porto" renderà conveniente alle navi in banchina (si pensi ai previsti maxi-portacontainers) di spegnere i motori e connettersi con la rete elettrica "locale". A parte l'aspetto economico, questo contribuirà ad abbattere le emissioni, riducendo l'inquinamento. Inoltre la disponibilità di energia a prezzo scontato incentiverà le imprese che operano in porto a dotarsi di mezzi a propulsione elettrica. Anche le attività legate alla catena del freddo - dal Reefer Terminal all'Interporto - potrebbero beneficiarne.
L'obiezione più evidente, a fronte di uno scenario fin troppo rosa per essere vero, è in una semplice domanda: qual è l'interesse di Tirreno Power? La contropartita più ovvia sembrerebbe quella di avere via libera alla realizzazione di un terzo gruppo a carbone nella centrale di Vado. Ma gli enti locali su questo non sono d'accordo. L'energia, dicono, non sarà comunque fornita sottocosto e, inoltre, è evidente che ci si attendono consumi più alti, tali da recuperare i minori incassi. Inoltre - si sono sentiti rispondere dalle istituzioni locali i responsabili di Tirreno Power - è nell'interesse dell'azienda che l'inquinamento diminuisca quanto più possibile se si vogliono creare i presupposti per un consolidamento dell'attività.
Infine, il progetto energia ha un ultimo ma non secondario riflesso, rappresentato dalla ripresa di iniziativa da parte del sindaco Giacobbe dopo le "disavventure" con referendum e rimpasto di giunta. "Qui ci vorrebbe la bacchetta magica" si disse allora pensando a come ricucire tutti gli strappi. Oggi, forse, basterebbe una convenzione.
Sergio Del Santo