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 Chi fa la guerra a Nan? A Savona e provincia va in onda il malumore

FUOCHI D’ARTIFICIO,

(COL SILENZIATORE)

IN FORZA ITALIA

Alfredo Biondi manda a dire, per iscritto: <Scajola si ricordi come sono nate le sue fortune, non solo politiche, e sia riconoscente verso chi l’ha aiutato in passato>


Savona – Cosa “bolle in pentola”? La “pentola” è Forza Italia in provincia di Savona, ma con ramificazioni in quel di Genova e forse di Imperia. Il tam-tam sussurra, bisbiglia, che l’incontrastato regno del “gruppo-famiglia Scajola”, con un potere senza precedenti nella storia politica del ponente, potrebbe vacillare. Sotto i colpi di un “gruppo” di soldati, caporali, capitani, qualche generale. Stanchi di “subire”?

La prova? Incredibile, ma vero, lo testimonia un giornale fiancheggiatore, come il Giornale della famiglia Berlusconi. Gli altri, confratelli liguri della carta stampata e delle televisioni regionali, per ora restano defilati. Tacciono, non si espongono.

 Il “clan” (nulla di mafioso a scanso di equivoci) Scajola non perdona chi osa mettersi di traverso. Dunque, ringrazia?

Pare, ma forse potremmo dire, è certo, che la “rivolta” ha un nome ed un cognome, l’avvocato Enrico Nan, tre legislature, una voce ricorrente che sarebbe stato il prossimo sottosegretario del terzo governo Berlusconi, un savonese finalmente nella stanza dei bottoni.

E, in aggiunta, un politico che non è mai stato sfiorato da inchieste ed inchiestine, da avvisi di garanzia. Che non ha mai negato di seguire, alcune cause, di uno dei maggiori imprenditori rampanti del savonese, Andrea Nucera e fratelli. Che non ha mai nascosto, agli atti comunali di Pietra Ligure, un’operazione edilizia con lo stesso Nucera.


Festa di FI ad Albisola. Da sinistra Morgillo, Scandroglio, Musso,  Scajola, Orsi e Vaccarezza 
 

E nel panorama politico ligure, fare il parlamentare indenne dal tintinnio di manette, indagini più o meno riservate, con il chiacchierio che accompagna affari, consulenze, appalti, non è poi poca cosa.

Soprattutto agli occhi dei cittadini più attenti, sensibili, al di là dei risultati elettorali che andrebbero letti (ultime elezioni) sullo stato di prostrazione in cui si trovavano, per un verso e per l’altro, un po’ tutti.

Vedi su questo blog l’analisi descritta dall’ex giudice Michele Del Gaudio, sul voto degli italiani.

Gli ambienti forzisti di Savona, o almeno alcuni rappresentanti più qualificati, sostengono che la “pazienza” di Enrico Nan ha avuto un crollo quando ha letto sul giornale di essere stato escluso, dopo la trombatura parlamentare, anche dal direttivo regionale di Forza Italia, a norma di statuto, secondo la tesi ufficiale.

E non c’è due senza il tre. Quando si è iniziato a parlare delle prossime elezioni provinciali del 2009 e poi quelle regionali, il primo candidato messo in piazza da “radio Forza Italia” è stato il sindaco di Loano, Angelo Vaccarezza, coordinatore provinciale del partito, ma anche possibile candidato in Regione, infaticabile promoter.

Se non è totalitarismo assoluto di marca scajolana questo, deve essersi detto Nan, ma anche il gruppo di amici che ha accomunato in  questi mesi…!


Enrico Nan

A Savona c’è chi giura che Enrico Nan, il mite, l’uomo dal “quieto vivere”, il liberale della prima ora con il grande “padre” di sempre, Alfredo Biondi, stia dando la carica ai suoi. Non per sfasciare il partito, la futura casa comune, dal primo gennaio, con Forza Italia e An, ma per non farsi stritolare. Per rilanciare il dibattito interno, come in un partito che si rispetti dovrebbe essere.

I blog Uomini Liberi e Trucioli Savonesi sono testimoni  del malumore e del malessere che serpeggia in Forza Italia, nel savonese soprattutto, ma anche in quel di Genova, come documentano le cronache de il Giornale. Si susseguono lettere e prese di posizione, qualcuno teme a schierarsi, chiede di mantenere l’anonimato, assicura che <o si cambia o accade qualcosa di clamoroso, sul fronte politico> del centrodestra.

Una fronda che a Savona si sta espandendo a macchia d’olio, senza trionfalismi, pare di capire, ma determinazione e molte carte da giocare, ad iniziare dai singoli comuni.

Circolano, voci, tra le tante, che vorrebbero Piero  Balestra, futuro candidato sindaco di Albenga. Chi non scommette sulla vittoria di Marco Melgrati in Regione dopo aver cullato il sogno di andare in parlamento. C’è chi non ha dubbi sulla forza conquistata da Angelo Vaccarezza, grande mattatore e proconsole fidato di Scajola. Non muove foglia senza che il “padrino” (politico-ministro) non voglia. C’è chi assicura che il prossimo presidente della Carisa sarà Alessandro Scajola e se alla presidenza della Camera di Commercio andrà Luciano Pasquale, il forziere della Fondazione Carisa, sarà affidato ad un altro fedelissimo di Scajola-Vaccarezza. Un “vero amico”.

Il Ministro Claudio Scajola
Alfredo Biondi

In prospettiva, insomma, c’è la vittoria alle Provinciali (oppure la sconfitta calcolata, a seconda dei candidati), con la conquista della Regione, ma con Savona che resta l’ago della bilancia dello scacchiere.

Claudio Scajola, le cui ambizioni personali non hanno bisogno di certezze, potrebbe utilizzare Savona e provincia per depotenziare o  meno questo o quel candidato. Giochi sottili che solo un “professionista” della sua esperienza e, a volte, spregiudicatezza, è capace di mettere in campo. Come la concretezza di sapere prendere decisioni, anche nel partito.

Il siluro a Enrico Nan, futuro sottosegretario, stralciato all’ultimo momento, si fa per dire, dimostra tutta la capacità strategica.

Ed ecco le “tappe” dello scontro-malessere di cui accennavamo.

Domenica, primo giugno. Il Giornale, titola: <Non si decide a tavola quel che serve alla Liguria>. Sommario: <Il giudizio degli azzurri Della Bianca e Morgillo sulle cene mensili a Roma dei parlamentari Pdl per discutere i problemi della Regione>. 

Tra i bersagliati, l’onorevole Michele Scandroglio, coordinatore regionale di Forza Italia. Un esponente che entrò a far parte di tangentopoli e ne uscì con la “prescrizione”. Ci furono anche polemiche  per il ruolo nell’Isvap, Carige: controllore e controllante. E’ un fedelissimo di Scajola, non è chiaro quali siano i rapporti con l’avvocato Enrico Nan.

Mercoledì, 4 giugno, sempre il Giornale titola : <Nan (Fi): Le cene dei parlamentari non devono imbavagliare il dibattito>. Ad una domanda sulle prossime scadenze elettorali a Savona, Nan risponde: <Dobbiamo coordinarci, ma sentendoci tutti veramente coinvolti. Il pericolo è che svanita la sbornia elettorale, i nostri si sentano esclusi. Della Bianca e Morgillo hanno messo il dito sulla piaga>. E poi, ad altra domanda, un chiaro “messaggio cifrato”: <…Non capisco una cosa. Quando vincevamo e c’ero io, il merito era di altri, ma ora che spuntano i problemi la colpa è mia?>.


Biasotti e Scandroglio con Minasso di AN

L’8 giugno Il Secolo XIX si accorge di cosa accade (di grave?), e a sei colonne titola: <Forza Italia, lo scontro inizia a tavola>. Il servizio esce però solo nelle pagine di Genova e a Savona, arrabbiati, fanno volantinaggio informativo. Si perché nel pezzo, assai dettagliato, si parla anche di Enrico Nan, il savonese, e di Alberto Gagliardi, conosciuto come tra i “galantuomini” di Forza Italia, della seconda generazione. Ci sono le fotine di Enrico Musso, del “patriarca” Alfredo Biondi, di Cassinelli, Costa, Biasotti, il decano Gamalero.

Nel servizio c’è un esplicito cenno al <malcontento per le operazioni in atto a Savona per la candidatura a presidente della Provincia>. Leggi, Angelo Vaccarezza.

La “danza” prosegue.

L’11 giugno, ancora dalle colonne de il Giornale che titola: Il presidente nazionale- Biondi: <Non siamo un partito di plastica, ma neanche d’acciaio>. Altro riferimento al savonese Nan: <Si, ho letto la sua lettera. E ho detto che mi trovo pienamente d’accordo con lui. E che anch’io, non essendo stato eletto, ero da considerare presente abusivo>. E poi giù durissimo come sa essere un penalista del suo rango, del suo passato: <…essere meno diffidente verso chi non ha la sua stessa valutazione sui problemi….essere meno timido con il resto del partito. Non sentirsi il rappresentante di Scajola che non ha bisogno di rappresentanti, ma di rappresentare se stesso. E magari ricordarsi come sono nate le sue fortune, non solo politiche, e sia riconoscente verso chi l’ha aiutato in passato>. C’è qualcuno, per caso, che non ha capito? Che botta!

L’11 giugno, lo stesso il Giornale, prosegue la “cantata”: <Biondi e Graziella Mondello pungolano Forza Italia e chiedono un cambio di rotta dopo il vertice di lunedì>.

Il 12 giugno, il Giornale non molla la “preda”: <Cassinelli: credo che l’intervento di Enrico Nan non sia stato in tono polemico, ma costruttivo. Se Scandroglio ha fatto un errore, l’ha fatto in buona fede. In futuro Nan si può sempre coinvolgere…ma non dobbiamo dimenticare che in Liguria, grazie al contributo di Scajola, siamo andati molto bene…>.

Il 13 giugno, il Giornale: <Arriva il coordinatore Verdini e chiama a rapporto gli azzurri>.

Il 14 giugno, ad una colonna lo stesso giornale, in solitaria, annuncia: <Nan ripescato da Scajola…che commenta “Scelta sensata”>. A Savona hanno subito ribattuto: <Scelta forzata>.

Enrico Nan, tace. Non si fa trovare al telefono. Promette di richiamare, ma invano.

Del resto dopo essere stato “ignorato” dalle cronache locali di Secolo XIX e Stampa, non ha nessuna voglia di parlare con un blog. Spiegare cosa stia veramente accadendo in Forza Italia-Savona e provincia, visto che ne parlano solo le pagine del giornale berlusconiano. Sarà un caso!

La redazione