CONVEGNO ANNUNCIATO UN ESPOSTO PER LA MANCATA RILEVAZIONE DELLE POLVERI

Il 22 giugno l’ottava edizione

Gli ambientalisti bocciano
il cocktail rifiuti-carbone


A Valleggia espressi timori anche per la salute dei bambini

[FIRMA]ANTONIO AMODIO
VALLEGGIA
No ai rifiuti utilizzati come combustibili, no al carbone che insieme ai rifiuti, impiegato per produrre energia, si trasforma in cadmio, nikel, cromo, mercurio e in altri metalli pesanti nocivi per la salute e in temibili polveri Pm 10 e 2,5 causa di gravi malattie e malformazioni organiche, a livello cerebrale dei feti e dei bambini. Sì all’impiego dei rifiuti come risorsa ciclica, sì alle energie rinnovabili quali eolico e solare. Sono alcuni dei messaggi arrivati venerdì sera da Patrizia Gentilini, oncoematologa dell’Isde di Forlì, e da Valerio Gennaro, epidemiologo dell’Ist di Genova e medico Isde, ospiti, al Teatro Nuovo di Valleggia, del convegno «Non Bruciamoci il Futuro», indetto dal comitato «Uniti Per la Salute». Durante la serata e il dibattito che ne è seguito, cui hanno partecipato, amministratori, residenti, ma anche cittadini di Noli, Vado Ligure e Spotorno, sono emersi i programmi del Comitato quilianese, quali un esposto alla procura per la mancata rilevazione delle polveri Pm 2,5 nel Savonese, e un altro esposto analogo inviato all’Unione europea.
«Sicuramente ci impegneremo nel limite delle possibilità di ciascuno, per affrontare la grave situazione della diffusione delle polveri sottili Pm 2,5, e per affrontare i casi di mortalità, tra i più alti in Liguria. Per questo crediamo nella magistratura e nelle istituzioni», hanno detto gli esponenti di Uniti per la Salute. Duro anche il commento del pneumologo Paolo Franceschi: «Da uno studio eseguito in Germania nel 2007 per conto dell’Ue, emerge che i costi in termini di salute, di danni sul territorio e persino sul patrimonio artistico, per una zona vicina a una centrale a carbone, ammontano a 100 milioni di euro l’anno. Se si pensa che l’80 per cento dell’inquinamento nel Savonese è dovuto al carbone bruciato da Tirreno Power, bisogna dire basta a questo combustibile».