08 Giugno 2008 LA STAMPA

FINALE LIGURE

Adesso anche i Verdi
chiedono più tempo
per il progetto Piaggio
«I Finalesi, volenti o nolenti, dovrebbero digerire i 300 mila metri cubi di nuovi insediamenti, invece dei preventivati 210 mila. Dovrebbero poi accettare il devastante fronte mare e un grattacielo-albergo di 18 mila metri cubi a venti metri dalla ferrovia, con un impatto visivo devastante». Lo j’accuse arriva da Simona Simonetti e Gabriello Castellazzi (Verdi). In vista della versione definitiva del progetto di riutilizzo delle aree della fabbrica continua la bagarre.
Aggiungono i Verdi: «Voci insistenti dicono che si voglia far approvare subito il Progetto Piaggio ‘’costi quel che costi’’, inserendo solo una serie di raccomandazioni per future modifiche sostanziali. Come dire: bisogna varare per forza questa nave adesso, poi saranno tappate le falle, aggiustato il timone, ritoccata la chiglia. Le critiche motivate dei tecnici, l’assemblea pubblica, le proposte di serie modifiche portate avanti dagli stessi esponenti della maggioranza: tutto inutile. Qualcuno sta lavorando contro la Città di Finale e contro il sindacato dei lavoratori Piaggio. Bisogna proprio soddisfare la fame di seconde case della società immobiliare che a quanto pare tiene tutti per il collo? Già dallo scorso anno erano state formulate indicazioni precise sulle modifiche al progetto. Per quale motivo la famosa concertazione ha consentito di arrivare al ricatto di oggi?».
Concludono: «Abbiamo consultato il professor Luigi Lagomarsino (Docente di Urbanistica presso l’Università di Genova) sul punto più delicato e controverso: il calcolo dei volumi e l’altezza degli edifici a partire dal ‘’piano di campagna’’. Secondo il suo parere, considerando il Puc, il calcolo dei volumi dei fabbricati deve comprendere tutti gli spazi sopra il metro dal ’’piano di campagna’’, ovvero dal piano storico del terreno. Quindi, non c’è ombra di dubbio ha ragione l’Ufficio tecnico e non i progettisti. Anche la Consulta per l’Ambiente chiede la modifica del progetto e fa delle proposte, il sindaco deve tenerne conto. In trenta giorni di lavoro serio, veramente concertato, si può giungere ad un risultato condiviso».\