TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni Puntata n. 26- La storia di Nicola Guerci che
decise di collaborare FU L’UNICO
“PENTITO” A CONFESSARE DEI 42
IMPUTATI DELLA “TEARDO 1” Come venivano “gestiti” gli appalti e le
revisioni prezzi allo Iacp di Luciano Corrado SAVONA – E’ stato l’unico imputato, finito
sotto processo, ad avere scelto il “pentimento” e la collaborazione.
Era un imputato minore. In questa nuova puntata (26) del “ciclone
Teardo” raccontiamo attraverso le pagine dell’interrogatorio di
Nicola Guerci, geometra allora in servizio allo Iacp, il
primo presente il giudice Michele Del Gaudio, assistito dal
brigadiere Bruno Morena, il secondo con Francantonio
Granero e il brigadiere Gesuino Seu. Difensore
l’avvocato Antonio Di Maggio. Era il 6 e 21 marzo 1984.
Guerci:
<Confermo di aver consegnato a Marcello Borghi, prima dieci
milioni, poi quattro milioni, con dazione da parte di Borghi
a me, prima di tre milioni e poi di un milione e 300 mila lire>.
Del Gaudio:
Come
si arrivò a questa spartizione…..?
Guerci:
<Nel luglio 1981 (gli arresti sono del giugno, ’83, i primi articoli
del Secolo XIX dell’ottobre 1981 n.d.r.) qualche giorno dopo
l’aggiudicazione dell’appalto da parte del geometra Stefano
Cutino di Borghetto S. Spirito o Bissano, Marcello Borghi
mi convocò nel suo ufficio di presidenza dell’Iacp e mi disse che
Cutino aveva vinto l’appalto e di vedere se si riusciva a fargli
versare una somma di denaro a titolo di tangente in quanto nel caso
positivo ci sarebbe stato qualcosa anche per me. Dal discorso del
Borghi…ho capito che lui
avrebbe dato una mano al Cutino ed anch’io gliela
avrei dovuta dare nell’accelerare
gli stati di avanzamento lavori. Io non conoscevo Cutino
e stavo pensando come avvicinarlo per fargli il discorso del
Borghi. Qualche giorno
dopo venne nel mio ufficio il geometra Lorenzo Tortarolo per
le sue questioni. Alla fine pensai di parlargli del Cutino e
gli chiesi di contattarlo lui. Gli chiesi che avrebbe potuto dire a
Cutino che se dava una somma di denaro, avrebbe potuto farsi
un ambiente amico all’Iacp, in particolare dargli una mano per la
questione del direttore dei lavori, di cui Cutino si
lamentava.
Tortarolo
parlò con Cutino e verso la fine di agosto quest’ultimo si
presentò nel mio ufficio con dieci milioni in banconote da 100 mila
lire. Circa 10 giorni dopo consegnai il denaro al Borghi che
mi diede 3 milioni e mi chiese come era andata….>
Del Gaudio:
cosa può ancora dirci del comportamento di Borghi come
presidente……
Guerci:
<….sapevo, ancora prima della storia di Cutino, che Borghi
prendeva le tangenti per gli appalti dell’Iacp, anche se non
avevo dati certi. Sia perché
vedevo che le imprese che si diceva che pagavano le tangenti,
avevano un ambiente amico. Sia perché avevo capito che l’appalto
vinto dal Cutino, doveva essere aggiudicato a Tortarolo
che quel giorno li vinse tutti, con l’eccezione, appunto.
Granero:
ha idea di chi possa aver fatto sparire le schede segrete dell’Iacp
in merito agli appalti aggiudicati all’epoca della presidente
dell’architetto Nino Gaggero?
Guerci:
<No, e poi l’ufficio non era munito di cassaforte ed i documenti più
importanti venivano conservati in un armadio metallico, tipo
Olivetti, le cui chiavi erano detenute dall’ex direttore Lugli,
successivamente da Mauro Testa e dalla signora Govoni.
Anzi, ritengo che dopo le dimissioni del Lugli, l’armadio sia
stato messo a disposizione della Govoni perché era lei che
doveva avere a disposizione i documenti per fare i verbali>. Granero: Non ricorda altro sulla sorte dell’armadio…
Guerci:
<Ora ricordo meglio, l’armadio fu forzato da qualcuno e da allora si
decise di comprare la cassaforte. Non so chi lo forzò e se si fece
denuncia. Non so, dunque, quali documenti sparirono>.
Granero:
..e sul fronte della Regione….. Guerci: <…forse parte dei documenti è stata anche trasmessa in Regione, a seguito di specifica richiesta. Era l’Ufficio dei lavori pubblici, ora per l’edilizia residenziale e sociale, situato in via Brigate Partigiane 2. Erano stati richiesti tutti gli appalti del dicembre 1974 e 1975>.
Granero:
cosa può dirci degli appalti dell’impresa Pessina… Guerci: <Circolavano chiacchere all’Iacp, ma io non ho ricevuto tangenti, né avuto confidenze dirette. A nessuna di queste imprese ho fatto favori, né sulla qualità del lavoro, né sulle perizie, né sulla revisione prezzi. E’ vero che nei nostri uffici si parlò di un subappalto illegittimo da parte dell’impresa Beretta, per lavori aggiudicati, per Albissola, all’Alce di Antonio Mirgovi e Rolando Ambrogi. Gli accertamenti su questi subappalti furono curati direttamente dalla presidenza. Alla fine si disse che tutto era a posto e Beretta aveva semplicemente fornito mano d’opera>.
Granero:
…e l’appalto di via Milano, a Savona…..
Guerci:
<Ricevo lettura della relazione del 10 dicembre 1983….della questura
di Savona e allegato rapporto
del 4 gennaio 1984 a firma
del commissario di P.S. Mario Lucidi.
Prendo atto che dalla relazione risulta che la giunta
regionale non avrebbe rilasciato il benestare a trattativa
privata….prendo atto che l’impresa Filippone di Ceriale si è
aggiudicata l’appalto a trattativa privata per un importo di 970
milioni….dunque ammetto che l’impresa si è aggiudicata senza averne
titolo l’appalto in questione e per difetto anche di iscrizione
all’albo delle imprese>.
Granero:
eppure alcuni lavori esclusi, risultano inseriti subito dopo…
Guerci:
<…il capitolato d’appalto faceva schifo, ma ciò non significa che si
fecero manovre illecite per favorire Filippone a
scapito di altri…
Granero:
ci parli dei rapporti con Filippone….
Guerci:
<Non erano rapporti diversi da quelli d’ufficio. Io incontravo
Filippone almeno una
volta in settimana, inoltre i lavori di via Milano, a Savona, furono
causa di un contenzioso continuo con l’impresa, con gli inquilini,
la direzione lavori. Da qui i contatti continui con
l’impresario….prendo atto e lettura che anche il secondo lotto dei
lavori fu affidato a trattativa privata e che l’impresa non
sottoscrisse neppure il secondo contratto>. Granero: un ente pubblico, l’Iacp, affidava appalti senza neppure preoccuparsi che fossero sottoscritti….è gravissimo…
Guerci:
<Io sapevo bene che il contratto di via Milano non esisteva, cosi
come era accaduto spesso in altri casi. Continuavo a sollecitare il
dottor Mauro Testa ed il presidente, insieme alla signora
Govoni, ma le risposte erano sempre evasive e tranquillizzanti>.
Granero:
ci parli dell’intervento dell’Iacp a Lusignano d’Albenga…
Guerci:
<Era un appalto per le case dei braccianti agricoli, il
finanziamento riguardava la costruzione di tipo agricolo e cioè si
sarebbero dovuto costruire quelle casette unifamiliari e
bifamigliari o a schiera, ma sempre con determinate caratteristiche
per braccianti agricoli, con relativi accessori, tipo magazzino,
conigliera… Risultò invece che tutti i destinatari superavano il
limite di reddito per aver diritto all’assegnazione e cosi in sede
politica si decise di costruire un edificio tradizionale….>.
Granero:
Con chi teneva i contatti in sede politica…. Guerci: <Con
il sindaco di Albenga, dottor Testa e mi incontrai anche con
un funzionario, il dottor Bogliolo. All’epoca Presidente
della giunta regionale mi pare fosse Armando Magliotto.
Comunque, a mio avviso, l’operazione si concluse nella correttezza,
seppure con una serie di correzioni….>.
Granero:
ci spieghi il meccanismo della revisione prezzi, almeno quelli che
lei ha seguito personalmente…
Guerci:
<Non mi ricordo quante revisioni siano state fatte a favore di
Filippone (le polizze assicurative erano curate da un’agenzia di
Albenga di cui erano soci Mauro Testa e
Euro Bruno, di cui abbiamo già scritto in precedenti
puntate n.d.r.), ammetto di aver calcolato io stesso una o più
revisioni a favore del Filippone riscuotendo dallo stesso,
per ognuna, il compenso di 300 mila lire. Analogo compenso l’ho
ricevuto anche per una o due revisioni per conto dell’impresa
Pessina>. Luciano Corrado |