Recupero castello Borelli la giunta boccia il progetto
Borghetto, redatto dall'architetto ferrater
Troppi volumi destinati al residenziale e pochi all'albergo: «Va rivisto»
IL SECOLOXIX
È STATA BOCCIATA dalla giunta Vacca la nuova proposta progettuale e gestionale legata al recupero di Castello Borelli ed alla riqualificazione del parco di 4 ettari che lo attornia, elaborata dall'architetto spagnolo Carlos Ferrater, già ideatore della nuova sede dell'istituto del Parco botanico di Barcellona. La proposta è stata illustrata alla giunta mercoledì pomeriggio, ma non ha convinto il fatto che solo il 24% della volumetria complessiva prevista fosse destinata alla ricettività alberghiera. Infatti, secondo la proprietà"Castello Borelli srl" per garantire la sostenibilità dell'attività alberghiera della struttura sarebbe stato preferibile destinare le restanti volumetrie in parte a Case Vacanza, le cosiddette C.A.V. (26%) ed il restante 50% al residenziale.
Resta un discorso a parte l'edilizia convenzionata che verrà realizzata dietro al villaggio Torino e che esula, pur essendone collegata, dal progetto urbanistico di recupero del castello. «Abbiamo semplicemente ribadito alla proprietà quanto avevamo già detto e che è riportato anche nel Puc in via di approvazione - ha detto chiaramente il sindaco Santiago Vacca - L'intervento deve prevedere, per quanto riguarda le volumetrie il 40 per cento di turistico-alberghiero e il restante 60 per cento di residenziale. La proposta gestionale che ci è stata fatta, pur apprezzabile, è comunque lontana dalla nostra volontà già dichiarata all'inizio dell'iter progettuale». Una risposta chiara ed inequivocabile che la proprietà ha recepito ed in base alla quale dovrà rielaborare il progetto prima di dare il via all'iter burocratico per arrivare all'atto di approvazione del progetto. «La nostra proposta voleva essere innovativa anche se ci sarebbe costata notevole fatica aggiuntiva - ha sottolineato Vincenzo Ricotta, referente tecnico in Liguria della società che ha sede ad Alessandria ed è rappresentata dall'amministratore delegato Alessandro Pampirio, presente all'incontro dell'altro ieri - Ma se la giunta privilegia la via più semplice ci adegueremo. Avremmo comunque preferito non partire subito giocando gli assi, ma tenerne qualcuno di scorta da giocarci più avanti». L'idea illustrata dalla proprietà infatti prevedeva che ai proprietari degli alloggi, inseriti nella Casa Vacanze e residenziali, all'atto di acquisto andasse una quota anche della struttura alberghiera, in modo che la proprietà dell'albergo potesse diventare anche una fonte di guadagno per gli stessi proprietari. In questo modo, tutti sarebbero stati incentivati a farla funzionare al meglio. «Siamo tutti al corrente della forte crisi che investe anche il settore alberghiero - ha sottolineato Ricotta - e da buoni imprenditori, anche su sollecito della Regione Liguria che ci ha chiesto garanzie sul futuro della struttura, abbiamo pensato che questa forma di gestione potesse essere quella più adatta a garantire la sostenibilità anche futura della struttura ricettiva». Ma la giunta, forse anche sulla scorta del fallimento di altre Case vacanza, presenti in altre località anche liguri, trasformate facilmente in seconde case, ha preferito rimanere sulla propria linea iniziale. Una linea che permetterà a Borghetto, caratterizzata dalle poche strutture alberghiere e dalle tante seconde case, di distinguersi a livello regionale per una struttura alberghiera di pregio.
Silvia Andreetto