Alessio? Non conosceva gli assessori savonesi»
scandalo tangenti, la replica dopo le intercettazioni
L'avvocato dell'imprenditore arrestato parla dei contatti con il Comune
IL SECOLOXIX
I COLLOQUI TELEFONICI del "re delle mense", Roberto Alessio, l'imprenditore vercellese coinvolto nell'inchiesta del procuratore Pinto di Genova, l'ormai nota "Mensopoli", potrebbero solo marginalmente riguardare ipotesi di possibili contatti e di futuribili tentativi di corruzione di politici o amministratori savonesi da parte dei "furbetti". I nomi, addirittura, Alessio e i suoi collaboratori li potrebbero avere citati a caso. Tra l'altro anche commettendo errori nell'attribuire ruoli che da tempo non erano pił ricoperti.
Il fatto che su Savona e in provincia Alessio non avesse obiettivi certi per stendere la sua rete di corruzione per ottenere appalti nelle varie mense lo conferma anche il suo legale genovese, Andrea Sighieri, raggiunto ieri al telefono: «I personaggi che sono emersi e le contestazioni rivolte ad Alessio nonchč quelle che di conseguenza hanno riguardato esponenti politici attraverso i suoi eventuali contatti con amministratori savonesi, sono gią stati citati e si riferiscono alla sola Asl - spiega il legale di fiducia - Lui non ha conoscenze dirette con amministratori di Savona. Non aveva entrature o contatti, insomma. D'altro canto il filone savonese non riserva particolari risvolti nell'inchiesta. Nomi non corretti. Ripeto, i soggetti emersi sono quelli in riferimento all'Asl e solo questi». Roberto Alessio, in sostanza, poteva immaginare, citando quei nomi, di volerli contattare. Il re delle mense, e i suoi riferimenti genovesi, Claudio Fedrazzoni e Massimo Casagrande - come emerge dalle oltre 600 pagine di ordinanza di custodia cautelare - tra il mese di settembre e quello di novembre del 2007 avevano deciso di muoversi per conquistare importanti appalti, immaginando di poter contare su appoggi anche a Savona. Immaginando, a quanto pare.
N. F.