Ex Metalmetron via al progetto con gli alimentari
seduta fiume del consiglio a palazzo sisto
Un emendamento di De Cia (socialisti) manda sotto la maggioranza prima della definitiva approvazione
IL SECOLOXIX
UNA SEDUTA FIUME. Le schermaglie della politica protratte per oltre sei ore. La pratica Metalmetron ieri è tornata in consiglio comunale - dopo il voto negativo di gennaio che ne aveva bloccato l'iter - ed è stata votata alle 20 passate, dopo oltre sei ore di seduta. Siccome in politica contano i risultati finali che ciascuno porta a casa, iniziamo da quelli: la pratica - nella sua veste rinnovata che prevede anche gli alimentari ed annulla gli effetti della delibera di gennaio - è passata, con il voto largo della maggioranza (21), l'astensione dei consiglieri del Prc e di Roberto De Cia (3) e il voto contrario della minoranza di centrodestra (11).
In mezzo, però, c'è stata una lunga battaglia sugli emendamenti dei consiglieri socialisti. In particolare su uno, presentato da Roberto De Cia, che l'assessore Livio Di Tullio aveva chiesto a nome della giunta di respingere: è passato 15 a 14, con l'astensione determinante dell'altra parte del gruppo socialista (De Cia ha ovviamente votato a favore), con alcune assenze della maggioranza dal voto (Aschiero non ha partecipato, mentre Bonfanti e Giusto erano fisicamente assenti), e con l'errore determinante, per la maggioranza, di Claudio Strinati. «Ma - ha poi detto secco l'assessore Di Tullio - l'incidente non è certo dovuto all'errore di un singolo consigliere».
Per capire occorre fare almeno un passo indietro. A gennaio, Roberto De Cia e l'intero gruppo socialista, dopo giorni di trattative e di tentennamenti, erano riusciti a far passare - trascinandosi dietro l'opposizione - una delibera che affossava l'iter del progetto per come si era venuto a formare sino a quel momento. In quest'occasione, De Cia ha presentato due emendamenti. Il secondo accolto senza problemi dalla sua maggioranza (prevede l'applicazione delle nuove norme per il risparmio energetico nel nuovo insediamento). Il primo fonte invece di molti mal di pancia perché chiedeva di cassare la frase con la quale, nella nuova delibera votata ieri, si annullava quella di gennaio dicendo, tra moltissime altre cose, che «potrebbe essere illegittima». Una frase inserita nella parte introduttiva della delibera, non in quella decisionale, che agli effetti pratici non cambia nulla. Ma che gli uffici avevano scritto e ha provocato una piccola insurrezione. I consiglieri azzurri Fabio Orsi e Ileana Romagnoli hanno reagito: «Ma i parereri allegati alla delibera, a gennaio, non dicevano questo. Ora, se noi diciamo da soli che forse era illegittima, ci esponiamo a richieste danni enormi». L'emendamento è passato (con la determinante astensione socialista, come detto), ed ha provocato una lunga sospensione della seduta, per consentire alla maggioranza di rinsaldare le file. E di riscrivere parzialmente il terzo emendamento socialista, firmato da Pietro Li Calzi, che nelle intenzioni originarie avrebbe probabilmente dovuto fare da argine a quello di De Cia, ribadendo i contenuti della vittoria socialista (avere riportato il progetto in consiglio comunale, consentendo tra il resto di ottenere nella trattativa un milione 400 mila euro in più), senza tuttavia modificare nella sostanza la nuova delibera.
An. Gran.

Delfino (FI): desertificazione il sindaco: scelta fondamentale
il dibattito
SE L'ASSE Pd-Socialisti è andato in fibrillazione, come era accaduto a gennaio, sulla Metalmetron, i due interventi che hanno dato la rotta ai due schieramenti, sul piano dei contenuti, sono stati quelli di Federico Delfino (Fi), per l'opposizione, e del sindaco Federico Berruti, per la maggioranza.
Delfino ha parlato di un progetto che «prosegue in un'opera di desertificazione della città, la si riempie di funzioni che non servono a nessuno e non si crea lavoro». Il capogruppo azzurro ha criticato la mancanza di concertazione con le categorie commerciali (di ieri un documento della Confcommercio, che benchè su posizioni molto diverse da quelle della Confesercenti che ha già annunciato ricorso al Tar, così come una diffida è arrivata ieri da Coop Liguria, chiede di puntualizzare bene le misure a sostegno del tessuto commerciale). Ha attaccato il comportamento socialista: «Hanno indicato una rotta, ora ci dicono che la rotta non era quella, ma farci dare una mancia». E critica la definizione di «illegittimità» della delibera di gennaio: «Ma diceva semplicemente di portare il progetto in consiglio. Perché non lo fanno?». Il sindaco ha definito la decisione «tra quelle fondamentali per il futuro della città». Molti i punti toccati: «L'occupazione. È stato raggiunto un importante accordo con i sindacati, che ringrazio perché hanno saputo fornirci lenti moderne per leggere un mercato del lavoro moderno». Il secondo: «La riqualificazione urbana. Lì c'è quello che è stato definito "un buco nero" che tutti vogliamo chiudere. Non è vero che prescinde da un disegno complessivo: Metalmetron sta dentro ad un disegno più grande che è quello del contratto di quartiere». Gli insediamenti produttivi: «Non c'è la desertificazione. In quella zona è sorta una dorsale produttiva che parte dal Campus, comprende il Paip, le aree ex Erg, Parco Doria e infine l'ex Metalmetron». Infine quella che il sindaco ha definito la questione «più controversa». Ovvero la politica del commercio. «Il tessuto commerciale savonese è sotto «lo scacco competitivo di grandi strutture di un'area vasta che comprende Genova, Serravalle, Mondovì. E sarà così in ogni caso, indipendentemente dall'ex Metalmetron». Berruti ha sottolineato che «il tema non è porre un argine friabile alla concorrenza, ma mettere in campo politiche di sostegno alle piccole aziende, anche utilizzando le risorse che arriveranno da questa operazione».