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L'ambizioso progetto mira a coordinare le forze dei comuni,
della sanità,
del volontariato per lavorare in modo integrato
IL SECOLOXIX
13/05/2008
UN GRANDE ombrello sul welfare. Un mega coordinamento fra
Provincia, Comuni, Asl, terzo settore e mondo del
volontariato per lavorare in progetti comuni in diversi
settori: politiche socio-sanitarie, formazione e istruzione,
politiche abitative, occupazione delle fasce deboli,
politiche giovanili, pari opportunità. L'ambizioso obiettivo
ha un nome: piano regolatore sociale. Un progetto già
realizzato da diversi Comuni, che Savona mira a realizzare
in ambito provinciale. A questo scopo oggi alle 14,30, nella
Sala consiliare della Provincia di Savona, si terrà il 1°
Forum provinciale per il piano regolatore sociale, durante
il quale i partecipanti avranno modo di esaminare la bozza
redatta dalla Provincia in collaborazione con Arcos S.r.l.
Al forum sono invitati a partecipare i soggetti
rappresentativi del territorio sotto forma associativa
(associazioni del terzo settore, volontariato, distretti
socio sanitari, rappresentanti della sanità, del trasporto
pubblico, della scuola, le organizzazioni sindacali, le
Opere sociali). «Il nostro è un obiettivo molto ambizioso -
dichiara la vice presidente della Provincia, Lorena Rambaudi
-. Attraverso il piano regolatore sociale vogliamo avere un
ruolo nella programmazione provinciale e mettere in rete
tutte le attività presenti sul territorio per lavorare in
modo integrato». Ma vediamo alcuni dei progetti presenti nei
diversi settori.
Pari opportunità. Uno dei progetti è il mediatore di
comunità. «Molti enti hanno bisogno di questa figura -
spiega Lorena Rambaudi - ma difficilmente il mediatore
culturale (la Provincia si occupa della formazione) trova un
impiego a causa delle risorse finanziarie carenti. Diverso
sarebbe invece il discorso di un suo impegno in sinergia fra
i vari organismi».
Politiche socio-sanitarie. Priorità in questo campo
sono l'osservatorio dei bisogni sociali e la governance.
Formazione. Sotto i riflettori c'è l'occupazione
delle fasce deboli.
Politiche abitative. Si tratta di capire, nella
programmazione dei diversi piani urbanistici, quanto spazio
viene dedicato all'edilizia sociale.
Occupazione fasce deboli. Il fine è realizzare un
modello operativo preciso per gli inserimenti lavorativi.
Politiche giovanili. Lo scopo è mettere in
collegamento le varie realtà allo scopo di far circolare la
creatività dei ragazzi nel campo nell'arte, del cinema, del
teatro. Una card dovrebbe portare a consumi agevolati di
libri, ingresso ai musei, agli spettacoli. Nel campo della
scuola la meta è l'integrazione fra gli studenti stranieri e
i ragazzi con disabilità.
Trasporti. La volontàè rispondere alle richieste di
coordinamento nel trasporto sociale. Ad esempio, uno stesso
bus può trasportare disabili di diversi comuni.
Stefania Mordeglia
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