C A P I T A N I
D I
V E N T U R A
Come facilmente prevedibile e, per
alcuni aspetti, anche
peggio: sta di fatto che le ultime elezioni
politiche verranno ricordate non tanto per i risultati ottenuti dai
due maggiori opposti schieramenti, oggi interpreti di un bipolarismo
tutto italiano e ancora da verificare, quanto dall'avere spazzato,
realisticamente annullato, tutti i partiti minori.
Traumatica e senza appello la caduta della
sinistra radicale, annunciato e compiuto il suicidio del Partito
Socialista che ha pagato a caro prezzo scelte sbagliate e
presuntuose.
Auspicate o temute, nel bene e nel
male, queste elezioni hanno sancito la vera fine della Seconda
Repubblica.
In questi (ex?) partiti, oggi
riaffiorano e si acuiscono discriminazioni e vecchi rancori, con
capitani di ventura l'un contro l'altro armati in attesa della resa
dei conti sui campi di battaglia dei congressi.
Un "mea culpa" sarebbe opportuno, coerente,
comunque dovuto:
ma si sa, chi non possiede limpidezza di pensiero,
non può certo darsela e, allora, via con i ragli delle dimissioni
proposte e subito dopo ritirate, della difesa senza pudore di
privilegi oggi traballanti.
Molti lettori di sinistra, delusi da
una situazione nebulosa, senza prospettive, con la forza della
disperazione di chi non ha più nulla da perdere, poco
da sperare, hanno dolorosamente, ma
chiaramente ,indicato l'urgente necessità di una svolta
sociale non più rimandabile per un Paese sul ciglio di un baratro:
una scelta drammatica, in antitesi con gli ideali di chi ha sempre
creduto e sostenuto coloro che avrebbero dovuto essere gli alfieri,
i difensori ad oltranza dei lavoratori, dei precari, dei giovani
senza un percorso di vita, degli anziani, dei poveri,
dei malati.
I cittadini italiani hanno subito il
peso opprimente di un governo nebuloso, a
tratti astioso: un peso non sopportabile in una democrazia
europea e libera, percependo il rischio di un prosieguo che, al di
la delle solite dichiarazioni, avrebbe inerosabilmente relegato
L'Italia al ruolo di cenerentola.
Gli elettori hanno conseguentemente votato con
cognizione di causa, molti certamente "tappandosi il naso",
favorendo così la vittoria del meno (?) peggio: oltretutto
dimostrando, se mai ce ne fosse stato bisogno, di non lasciarsi
condizionare, di non essere allocchi e di non dimenticare.
Gianni Gigliotti
per "Azione Riformista - l'Europa dei Cittadini"
www.azioneriformista.it