13 Maggio 2008

il caso

La preoccupazione
dei sindacati: «A dirlo
è la stessa dirigenza»


“L’Acts ha solamente
trenta giorni di vita”

SAVONA  LA STAMPA
Trenta giorni di vita. Tanti sono, a quanto dicono i sindacati, quelli che i vertici della Acts azienda hanno contato prima del patatrac. Poi, la società pubblica di trasporti sarebbe costretta a chiudere i battenti. E qui, non sembrano esserci pronti prestiti ponte, acquirenti francesi o misteriose cordate. E visto che l’affermazione sarebbe stata fatta il 28 aprile, il conto alla rovescia è già partito. Così, ai rappresentanti dei lavoratori non resta che fare pressione affinché la situazione si sblocchi.
E, così, venerdì di buona mattina, alle 8,30, si i risiederanno intorno a un tavolo con Comune e Provincia per provare a sbloccare, almeno sul piano politico l’empasse in cui si trova l’Acts. Barbare Del Buono (Filt-Cgil), Enrico Campiati (Uil-trasporti) e Roberto Speranza (Fit-Cisl) si augurano che questa possa essere la volta buona: «Almeno per capire quali sono le basi da cui avviare una trattativa sindacale con l’azienda».
Perché, secondo i tre sindacalisti di categoria, prima di parlare di riorganizzazione del personale, orari di lavoro, turnover, etc, è necessario sciogliere il nodo politico: lo scorso gennaio la Provincia ha approvato «l’indispensabile» piano di risanamento da 12 milioni di euro per il biennio 2008-2010, mentre il Comune ancora non l’ha fatto (le due amministrazioni sono proprietarie del 75% della società in maniera paritetica).
Secondo il vicesindaco Paolo Caviglia si potrebbero ridurre decisamente le perdite facendo un nuovo contratto di servizio e da lì partire per il rilancio dell’Acts. «Noi vogliamo che Provincia e Comune trovino un accordo - spiegano Del Buono, Campiati e Speranza -. Il tempo stringe: nell’incontro del 28 aprile l’azienda detto che le restano solo 30 giorni di vita. Cosa si sta ancora aspettando?»
Cosa intendono fare, dunque, Comune e Provincia? È il dubbio che attanaglia i sindacalisti: Palazzo Sisto si allineerà alla posizioni di Palazzo Nervi, firmando anch’esso il piano di risanamento precedentemente delineato o preferirà dare seguito all’ipotesi di ricontrattualizzazione del contratto di servizio?
In attesa di conoscere la risposta Cgil, Cisl e Uil minacciano altre otto ore di sciopero. All’ultimo, lo scorso 28 aprile, hanno aderito il 95% dei dipendenti, preoccupati per la carenza di personale con la quale sono costretti a fare i conti: «Già ad inizio gennaio gli autisti erano diminuiti di 17 unità - sottolinea la Del Buono -. Ora potrebbe esserci un’altra riduzione di organico dovuta a nuovi pensionamenti».
Ciò ha comportato un aumento della mole di lavoro straordinario mentre, a fronte dei tagli previsti, non corrisponderebbe un egual numero di assunzioni. \

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