TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni |
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MA NON SI TRATTA SOLO DI ALDO MORO!!!
Con tutto il rispetto per lo statista assassinato dalle BR, non sono
affatto d'accordo sulla distorsione che ha preso la GIORNATA A MEMORIA
DELLE VITTIME DEL TERRORISMO E DELLE STRAGI, che la Camera avrebbe
scelto di celebrare dietro richiesta delle associazioni dei familiari
delle vittime, diventata nei
fatti la giornata-Moro.
Ho partecipato a una commemorazione in Consiglio Comunale, alla presenza
del Consiglio Comunale dei ragazzi e mi sono ritrovata l'unica a non
aver parlato, se non marginalmente, di Aldo Moro.
L'onorevole Faraguti, chiamato a tenere la relazione ha fatto un bel
discorso, chiaro articolato e partecipato emotivamente: un discorso di
alto profilo, se solo il giorno fosse stato dedicato a ricordare Aldo
Moro e la sua politica e la parte nobile della Democrazia Cristiana.
Il giorno dopo ho indagato un po' , chiesto "che cosa è stato celebrato
ieri?" a persone, conoscenti, alunni. Tutti mi hanno risposto: Aldo
Moro. La ricorrenza scelta (9 maggio) era quella della morte dello
statista ma come simbolo di tutte le vittime e non come riferimento
esclusivo.
Non credo che si risponda così all'Associazione famigliari delle
vittime.
E' tipico dell'ipocrisia italiana: far finta di fare qualcosa per poi
fare qualcos'altro. Non discuto il valore del qualcos'altro,
almeno non qui: ma di altro si tratta e certo più difficile da far
passare.
Le vittime del terrorismo rosso e nero, negli "anni di piombo", sono
state molte, tra loro magistrati come Vittorio Bachelet e Francesco Coco
o giornalisti come Carlo Casalegno e Walter Tobagi, molti appartenenti
alle forze dell'ordine, ma anche persone di vario mestiere, età,
estrazione sociale che si trovavano nel posto sbagliato, o sindacalisti
come Guido Rossa. Le vittime delle stragi poi avevano tutte l'unica
colpa di trovarsi in quel posto (piazza, stazione, treno o banca) e in
quell'ora; forse è significativo ricordare Angela Fresu (tre anni) e
Antonio Montanari (86), ai due estremi anagrafici della strage di
Bologna.
E in diversi casi gli autori risultano tuttora ignoti, quando pure non
sussistono collegamenti con servizi segreti più o meno deviati.
Chiedo anzi ad Antonio Signorile di mettere il link per poter leggere il
nome delle vittime, una per una, senza dimenticanze, come coerentemente
si addice alla Memoria.
Non va certo confuso il Sessantotto, tempo di impegno ed esuberanza
politica in cui i giovani hanno creduto per l'ultima volta di poter
cambiare il mondo -e in parte l'hanno fatto- con questa deriva violenta;
la saggezza dei classici ci insegna: corruptio optimi pessima.
L'onorevole Faraguti ha concordato con questa valutazione dell'impegno
giovanile, riferendola anche allo stesso Aldo Moro.
L'errore del brigatismo di ieri e di oggi sta nel credere di poter
costruire una polis giusta sul sangue di qualcuno, l'errore sta nel
credere che ci siano cause più importanti della vita di un uomo e del
lutto dei parenti e degli amici.
Ma per questo io credo che nessuno stato che comprenda nel suo
ordinamento la pena di morte, che non ripudia davvero la guerra come
soluzione delle controversie internazionali, che non mette al bando le
mine antiuomo possa dire di essere sul versante opposto rispetto al
terrorismo.
Quindi: il singolo al centro ma non il singolo egoista; piuttosto il
singolo socialmente responsabile. Per questo occorre tornare al
Sessantotto come esempio di slancio che scuota i giovani di oggi dal
loro torpore.
Solo l'impegno politico può contrastare democraticamente una politica
deludente e preservarci da derive violente.
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